Ringraziamenti

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E siamo giunti alla fine di questa storia. Ammetto di non essere del tutto serena e felice di mettere un punto conclusivo a questo libro, mi ci sono affezionata dopotutto, ma tutto ha una fine, anche, purtroppo, le cose più belle.

Prima di passare ai ringraziamenti veri e propri, che sono, relativamente parlando, brevi, - una paio di righe -, vorrei dire qualcosina.

Il motivo per cui ho deciso di rendere pubblica questa vicenda non è per ricevere approvazioni di alcun genere, né tantomeno complimenti. Questo che ho fatto, - ossia portare questo contenuto su questa piattaforma -, è un possibile primo passo verso una carriera che mi piacerebbe un domani intraprendere: scrivere mi rende libera, mi fa spiegare le ali, mi avvicina di più ai miei bisogni quotidiani, mi accultura e mi piace. Ovviamente, seppur io mi possa definire, in gran parte, soddisfatta dal risultato finale, - perché di alcune decisioni di trama prese non è che sia tanto orgogliosa -, sia per quanto riguarda la trama che lo stile di scrittura, non mi fermo qui: giorno per giorno cerco di accrescere il mio bagaglio culturale si per quanto riguarda l'italiano che tutto il resto. Mi definisco un continuo work in progress, per questo motivo un domani potrò avere un'impostazione stilistica completamente differente da questa. 

Il finale forse, anzi: ne sono più che certa, vi ha lasciati con l'amaro in bocca, con quella sensazione di inappagatezza inspiegabile, e vi capisco.
Quando ho iniziato a pubblicare le prime parti, avevo ancora in fase di scrittura il capitolo due, ambedue le parti in cui è suddiviso, e tutte le ipotesi di una happy-end che mettevo per iscritto non mi piacevano per niente e avevano dell'assurdo.
Perciò mi sono data da fare, ho messo da parte la visione del bicchiero mezzo pieno e scritto quello che la mia razionalità mi dettava.
La scelta dell'atto estremo della protagonista non è messo del tutto a caso, c'è un perché, che cita anche lei stessa: "Quelli come noi non hanno vita facile".
Il tempo narrato è, sì, negli anni 70/80, ma si rifà ai nostri. Al giorno d'oggi rimane ancora un argomento tabù quello dei disturbi psichici, e, peggio ancora, coloro che ne soffrono vengono screditati, umiliati ed emarginati dalla società.
Diventano "nessuno".
Mi piange il cuore a dover dire che le cose, dal secolo scorso, non sono cambiate molto: non so voi, ma io non ho visto nessun tipo di evoluzione.
Ed è brutto.
Io dico di rimboccarci le maniche e iniziare a rimediare.

Ciò che avete ritrovato scritto nelle ultime tre parti, - riguardanti la schizofrenia paranoica -, sono tutte documentazioni che ho fatto in prima persona, reperibili facilmente da fonti internet di specialisti del settore.
Andare e comprare un manuale di psichiatria mi sarebbe risultato difficile, dato che non sono tanto economici.

Per ultima cosa, sono consapevole che non riceverò gli stessi apprezzamenti di una banale e ripetitiva storiella d'amore rose e fiori, che questo tipo di contenuti potrebbe infastidire il singolo, ma se sono qui è perché non ci ho dato molto peso.
Certo, avere una fanfiction con tantissimi voti e commenti è un bel traguardo, però non deve essere questo il motivo per cui si comincia a produrre.
Il successo non crea l'umanità di nessuno.
E, inoltre, avevo anche pensato di cambiare quasi tutto, togliendo Brian come protagonista maschile, e renderla una storia come le altre.
Cosa che ovviamente non ho fatto.

Ritonarndo a ciò che il titolo di questa parte allude, grazie davvero per chi ha letto e leggerà.
Mi rendete così dannatamente orgogliosa del mio operato.

Un bacio e, molto probabilmente, alla prossima ❤

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02, 2020 ⏰

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She's got a gun || Brian May || Short StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora