Antefatto - "Omicidio a Whitechapel"

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"Her whole world's come undone
From lookin' straight at the sun"
~ Janie's got a gun, Aerosmith

2 Febbraio 1976

"Omicidio a Whitecapel: si parla di patricidio".

Quello era il titolo del giornale e del notiziario di quella fredda mattina di un inverno qualsiasi.
Era lunedì, quel giorno.
Lunedì 2 febbraio 1976.
Una mattinata apparentemente normale per la stragrande maggioranza dei cittadini londinesi, pronti, anzi, obbligati a riprendere le proprie attività lavorative dopo due giorni di pausa.
Secondo il parere di molti, quella, sarebbe stata la solita e noiosa settimana passata a spezzarsi la schiena per portare al proprio domicilio anche solo un tozzo di pane.
Sarebbe stato, inoltre, il giorno più temuto e maledetto da ogni studente, ancora non del tutto disposto a lasciarsi alle spalle la spensieratezza del weekend concluso da poco.

E quello sarebbe dovuto essere un giorno simile agli altri anche per Brian, il quale stava trascorrendo più tempo in studio di registrazione che nel proprio bagno per radersi quell'accenno di barba che, per un motivo o l'altro, era ancora lì, sul suo viso, a distanza di quasi 10 giorni.

Erano le 8:45 quando la sua radio-sveglia, a forma di parallelepipedo, lo aveva avvisato che era arrivato il momento di alzare il suo bellissimo fondoschiena da quel materasso e di prepararsi per l'ennesima sessione di registrazione di almeno 8 ore. Il minimo di tempo, infondo, che ci voleva per trovare qualcosa all'altezza del vocalist dei Queen, a cui nulla sembrava andar bene.

Maledisse quell'affare tanto rumoroso, spense l'allarme con un pugno secco, sperando di ridurlo in polvere.
Si mise seduto, facendo poggiare la pianta dei piedi nudi sul pavimento freddo in ceramica, contatto che lo svegliò molto di più rispetto a quell'orribile musica commerciale che alcune stazioni radio trasmettevano in prima mattinata.

Aprì gli occhi, tenuti nascosti sotto a un paio di palpebre assonnate, e la prima cosa che vide fu la cornice in argento sul comodino, contenente una fotografia della sua amata fidanzata, Selene.
Essa risaliva all'estate di due anni prima, per essere precisi, fu scattata il 15 luglio 1974, poco prima del compleanno di lui, nella località balneare di Hastings.
Era stato quello il regalo di Selene per il compleanno del fidanzato: una settimana trascorsa in un posto bellissimo e unico con una persona bellissima e unica, che si era riuscita a permettere grazie alla stesura di più articoli per l'Harper's Bazaar, – la rivista di moda per cui scriveva da quasi 5 anni –, e al suo secondo lavoro in una piccola libreria a Richmond. Infondo, quei mesi di sacrifici e sforzi maggiori, per mettere da parte un po' di denaro, non erano nulla in confronto alla gioia che era riuscita a regalare al suo uomo.
E quella era stata una vacanza bellissima, passata all'insegna del divertimento, dell'amore e della complicità di coppia che si acquisisce quando si sta insieme da tempo.
Ma ritornando al discorso principale, l'immagine raffigurava la giovane in questione, che per quella giornata di sole aveva deciso di indossare un delizioso bikini color pesca e portava in testa un gran cappello di paglia bianco, seduta sulla rena asciutta, tutta presa a guardare l'orizzonte difronte a sé. Aveva le palpebre leggermente abbassate per colpa dei raggi solari che le arrivavano dritti in faccia, il viso rilassato e la bocca aperta in un felice sorriso.

Il suo sguardo, allora, non poté fare a meno di ricadere, in direzione del comò, sulla piccola scatola quadrangolare in velluto rosso aperta, mostrante, al suo interno e nel suo immancabile trionfo, un anello d'argento con un grande zaffiro bianco e splendente, a forma di cuore, posto al centro.

E sì, finalmente aveva trovato il coraggio di farsi avanti e chiederle di congiungersi a lui.

Non che avessero bisogno di un pezzo di carta ad attestare l'amore che nutrivano l'uno per l'altra, ma così facendo non solo avrebbe fatto contento il padre, che di certo non vedeva di buon occhio il fatto che condividessero il letto prima del matrimonio: avrebbe reso felice, in particolare, la giovane.
Da sempre, ella, aveva desiderato coronare il sogno di un matrimonio perfetto, con l'uomo che amava. E questo Brian lo venne a scoprire proprio quando la sua ragazza, tra gli impegni vari, stava aiutando la sua migliore amica, Sharon, nei preparativi per le nozze di quest'ultima. Solitamente, quando lui la passava a prendere dopo aver finito i vari giri tra boutiques, fiorai, location e tanto altro, le parlava di ciò che avevano combinato, di quanto l'amica stesse dando del filo da torcere alla povera sarta, dei progetti per il giorno seguente, e tra tutte quelle chiacchiere, che lui seguiva per metà, aveva compreso quanto anche lei desiderasse tutto quello. Gliene parlò in modo abbastanza esplicito una sera, subito dopo essersi amati e preso il fiato sufficiente per intrattenere una conversazione: gli parlò di quanto, anche a lei, sarebbe piaciuto indossare un maestoso e impeccabile abito bianco, nascondere gli occhi carichi di emozione dietro il tessuto semi-trasparente di un velo, stringersi la mano mentre si sarebbero scambiati le promesse per il loro imminente futuro, diventare un'anima e due corpi.

She's got a gun || Brian May || Short StoryWhere stories live. Discover now