Taehyung era suo. In un modo che non capiva appieno ma sentiva che Taehyung era suo, che gli appartenevano come si appartengono due anime. E lui era, inesorabilmente, completamente, di Taehyung. Se l'altro gli avesse parlato, se l'altro gli avesse sorriso, Jungkook sarebbe morto per lui lentamente.

Non poteva pensare di stare al suo fianco e fare finta di niente, nascondere quello che aveva dentro.

Soprattutto perché, dentro aveva cose che non voleva affrontare.

Sentì il telefono vibrare nei suoi pantaloni e seppe che era suo padre che lo cercava. Meglio, gli avrebbe dato solo più fastidio.

Taehyung andò a mettere lo scatolone nel bagagliaio della macchina, passandogli davanti e incassando la testa nelle spalle, a disagio. Jungkook lo seguì con lo sguardo.

Ora che nonna Kim era morta, suo padre non aveva più nessuna intenzione di lasciare la dependance a Taehyung. Avrebbero assunto un'altra governante. Avrebbero dato la casa di Taehyung a qualcun altro ... anche, ad essere sinceri, quella non era casa sua davvero. Apparteneva a suo padre e suo padre non aveva mai apprezzato Taehyung.

Jungkook aveva provato a chiedere di lasciargliela, ma suo padre non l'aveva nemmeno fatto finire di parlare. Aveva cacciato Taehyung il giorno stesso del funerale.

La cosa positiva era che con l'eredità di sua nonna e la vendita di tutti gli oggetti che aveva accumulato – mobili e gioielli che erano appartenuti a lei – Taehyung si poteva permettere con più tranquillità le tasse della scuola e un appartamento da dividere con qualcun altro. Se avesse anche trovato un lavoro part-time, sarebbe andato tutto bene.

Taehyung aveva vent'anni e legalmente non doveva aver bisogno di qualcuno che lo aiutasse.

Però rimaneva da solo.

Jungkook si era chiesto come poteva aiutarlo, senza farglielo sapere, ma dandogli dei soldi si sarebbe fatto scoprire.

«Ehi» disse.

Taehyung si fermò prima di tornare sulla soglia a prendere la sua valigia. Si voltò, ancora in imbarazzo. «Ehi ... Jungkook» lo salutò «Non pensavo ... non pensavo che saresti venuto a salutarmi» aggiunse poi a bassa voce.

Jungkook si guardò intorno «Volevo venire ad aiutarti» disse, ma costatando che non c'era più niente da prendere. La casa dietro di loro era ormai vuota.

«Mi dispiace. Prendo questa e ho fatto» diede un colpetto alla sua valigia e tornò a guardare Jungkook «Ma ... forse puoi aiutarmi a scaricare, se vuoi»

«Uh?» Jungkook batté le palpebre «Oh, vuoi che venga con te?»

Forse aveva usato il tono sbagliato perché Taehyung provò a correggersi: «Se non hai da fare ... no, sicuramente avrai da fare. Ti devi diplomare tra un po' e avrai molto da studiare». Gli offrì la scusa perfetto per rifiutare ma Jungkook scosse la testa.

«No, posso venire con te, se vuoi. Magari mi fai vedere il tuo nuovo appartamento»

«Ah ... o-ok» Taehyung prese la sua valigia, ma subito Jungkook lo aiutò ad infilarla in macchina. Salirono poi tutti e due sui sedili posteriori e il tassista mise in moto. «Come va a scuola?» chiese Taehyung, senza riuscire a nascondere che si sentiva ancora a disagio.

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