Prologo

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Natalie






Scendendo dall'auto ciò che si staglia davanti a me è un immenso prato ricolmo di lapidi. Questo è il posto che, ironicamente, ho sempre evitato come la peste e ora, per un crudele scherzo del destino, mi ritrovo qui. 

L'odore intenso di erba bagnata sale dal terreno zuppo, passo dopo passo. Oggi è una giornata particolarmente piovosa: sembra che anche il cielo sia addolorato per la sua scomparsa. I nuvoloni temporaleschi grigio scuro ricoprono il cielo. 

È quasi come se il frastuono della pioggia mi rimbombasse dentro per quanto mi sento svuotata in questo momento. 

Dentro di me tutto tace. C'è un silenzio surreale, tutti i sentimenti che conteneva il mio cuore ora affogano in un cupo mare di dolore. 

Avanzo a passo incerto verso quell'ammasso indistinto di persone accerchiate intorno alla sua bara. Quasi tutto il paese è qui, quanto può essere egoista la gente?

Ho sempre saputo cosa pensano di noi, solo mio padre era ben visto grazie all'immagine di medico perfetto. Mentre mia mamma era la pittrice stravagante, colei che ha sempre dato corda alle stramberie di sua figlia. 

Arrivo di fronte alla bara color panna ornata dai suoi fiori preferiti: una corona di azalee bianche. Accarezzo delicatamente questo involucro che contiene ciò che di terreno rimane della persona più importante della mia vita. Sfioro il legno bagnato come se potessi toccarla un'ultima volta. 

Il prete comincia a parlare, le sue parole arrivano ovattate alle mie orecchie, come se fossi intontita da tutto questo dolore. Le lacrime scendono ininterrottamente sul mio viso, mischiandosi con le gocce di pioggia che, nonostante l'ombrello, grazie al forte vento riescono a raggiungerlo. 

È proprio vero ciò che ho sempre pensato: nulla di bello può esserci nella mia vita. Solo sofferenza, tormento. 

La morte è parte integrante del mio cammino: vedere i fantasmi mi ha permesso di comprendere l'abisso più recondito e oscuro dell'esistenza stessa. 

Mi sono fatta carico delle angosce di ogni anima perduta credendo di essere capace di affrontare qualsiasi dolore, ma mi sono sbagliata. Questo strazio dilania il poco di intatto che è rimasto dentro di me. 

Lei mi ha presa per mano nei momenti più bui, conducendomi in questo sentiero, facendomi sentire amata e speciale come solo una madre sa fare. Ascoltando ogni stranezza, e spingendomi a essere grata per il mio "dono" come lo definiva lei. 

In questi giorni ho sperato con tutta me stessa di vederla, ma nulla. Ho cercato di concentrarmi per percepire ogni possibile segnale… Tuttavia, niente, è scomparsa per davvero. 

I miei pensieri vengono interrotti dall'azionamento del dispositivo che permette alla bara di scendere nella terra. È come se, in questo momento, anche un pezzo di me stia sprofondando con lei, per sempre. 

In un attimo mi passano davanti agli occhi tutti i bei momenti insieme: le risate; le nostre passeggiate; le domeniche quando facevamo torte e biscotti insieme; quando tornavo da scuola; tutti i pomeriggi passati insieme a disegnare o dipingere. 

Sento le persone che ci passano di fianco sussurrando le classiche parole di rito:

«Condoglianze.»

«Ci dispiace molto, era una persona splendida.»

«Se avete bisogno, noi siamo qui.»

Dopo questo susseguirsi di parole senza un vero significato, il silenzio regna intorno a me. 

Mi guardo intorno e solo ora comprendo la cruda verità: sono in un cimitero e tutto tace… Niente sussurri, niente fantasmi che vagano alla ricerca di qualcuno o qualcosa. 

Le mie gambe tremanti cedono, l'impatto delle ginocchia con il suolo fradicio mi dona quasi sollievo. 

Affondo le mani nel terreno con tutte le mie forze. Le dita si scontrano dolorosamente con sassi e altro, ma non mi fermo; stringo più che posso in una morsa di dolore. Con lei se ne è andato anche il mio dono. Sono completamente sola. 

Improvvisamente, una mano stringe vigorosamente la mia spalla. Alzo lo sguardo e mio padre dall'alto della sua statura dice a denti stretti: «Natalie, non fare scenate! Alzati immediatamente, ti stai sporcando tutta.»

Non c'è alcun dubbio: la mia vita è diventata un incubo.

I see you (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now