Questo è per noi

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-Si può sapere come mai fai sempre tardi agli eventi importanti?-

Ignorai le lamentele di mio padre, alzando gli occhi al cielo.
Già ero nervosa, se anche lui avesse continuato a mettermi pressione, sarei sicuramente scoppiata.

Controllai di aver preso tutto il necessario, mentre a passi veloci mi dirigevo verso l'auto.

-Tesoro, le scarpe!-

Arrestai la mia camminata sul vialetto, puntando lo sguardo sui miei piedi, avvolti dalle comode pantofole che utilizzavo in casa.
Inaspettatamente, scoppiai a ridere, seguita dai miei genitori.
Una volta indossate le scarpe che avevo appositamente scelto per la cerimonia, li raggiunsi nuovamente, pronti ad entrare in macchina per partire.

-Sì, sono un po' agitata- mi giustificai, grattandomi la testa.

Mia madre mi accarezzò le braccia, sorridendo orgogliosa.

-Va tutto bene, ce l'hai fatta. Non che avessimo dubbi-

Non si riferiva solo al diploma che avrei ritirato durante la cerimonia di quella mattina.

I miei genitori si erano accorti che qualcosa non andava, dalle vacanze di Natale.
Avevo passato il tempo rinchiusa nella mia camera a piangere e per giorni non avevo parlato con nessuno.

Quando, finalmente, mi ero decisa a tornare ad una vita più o meno normale, loro avevano cercato di capire cosa stesse succedendo.
Non erano stupidi, sapevano che la mia sofferenza era dovuta ad una persona, e tutto ciò che avevo detto loro era che mi ero innamorata.

Avevo parlato di Noah, un ragazzo più grande che mi aveva rubato il cuore, ma che purtroppo si era trasferito portandolo con sé.
Non era stato per niente facile abituarmi alla sua assenza.
I miei genitori erano dispiaciuti e si erano resi conto che ciò che era successo mi aveva scossa nel profondo.
Molte volte mia madre aveva provato ad estorcermi qualche informazione in più, ma avevo preferito evitare il discorso.
Noah era un capitolo chiuso, doveva esserlo, altrimenti non ne sarei mai uscita.

Quando ero rientrata a scuola, dopo le vacanze, i miei amici avevano fatto di tutto per starmi vicino ed impedirmi di crollare.
Piano piano ero riuscita a tornare alla mia vita, anche grazie a loro.

I primi mesi erano stati un incubo, dato che, nonostante Noah se ne fosse andato, sapevo che ogni tanto sarebbe tornato per fare visita a suo nonno Frank e a suo zio, il professor Davis.
Dopo aver passato un periodo in cui, ogni volta che mi sembrava di scorgerlo tra la folla, le ferite nella mia anima sembravano riaprirsi per fare sempre più male, avevo deciso di mettere un punto a quella situazione.
Dovevo andare avanti per la mia strada, come immaginavo stesse facendo anche lui.

Avevo frequentato per qualche settimana un amico di Josh, il ragazzo di Sarah, ma le cose non erano andate bene e, quindi, mi ero completamente isolata da possibili relazioni, concentrandomi su me stessa.

Quella decisione mi aveva permesso di scoprire nuovi interessi e passare sempre più tempo con i miei amici.
I miei voti a scuola, già soddisfacenti, erano arrivati a sfiorare la perfezione e per quel motivo mi ero aggiudicata la possibilità di tenere il discorso durante la cerimonia di consegna dei diplomi.

-Stai crescendo troppo in fretta- sussurrò mio padre, abbracciandomi.

I miei occhi si inumidirono e strinsi le labbra per non piangere, commossa dall'affetto immenso che mi dedicavano le due persone che mi avevano messa al mondo.

-Era anche l'ora, papà- scherzai, tirando su con il naso.

Feci per allontanarmi dalle sue braccia, quando la voce di mia madre ci fermò.

Questione di ChimicaHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin