Non fidarsi è meglio

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Il risveglio accanto a Noah era stato magico.

Certo, niente a che vedere con le protagoniste dei film romantici che venivano svegliate da un bacio del loro prode cavaliere con una strana eccitazione mattutina.

Avevamo fatto tardi e quindi la sveglia ci aveva dato il colpo di grazia. Nessuno dei due era intenzionato ad alzarsi e quando avevo provato a scuotere Noah dal dormiveglia nel quale era nuovamente piombato, avevo ricevuto una gomitata in risposta. Ovviamente era stata involontaria e si era immediatamente scusato, alzandosi a sedere per controllare se mi avesse fatto male. In risposta ero scoppiata a ridere, lo avevo abbracciato e avevo poggiato il capo sul suo petto, provocando una sua espressione perplessa troppo tenera.

Per questo motivo potevo definire quel momento magico, perché era stato naturale, spontaneo e mi ero sentita a casa accanto a lui.

Erano passate due settimane da quella notte e il Natale si stava avvicinando. Mancavano pochi giorni al ballo invernale e, di conseguenza, alle vacanze.

In quel periodo io e Noah ci eravamo visti spesso; avevamo pranzato insieme, cenato insieme, guardato film insieme, dormito insieme. E sì, avevamo anche ripetuto l'esperienza di quella notte e avevo scoperto di essere anche io un'amante generosa. Molto generosa, a detta di Noah.

Non ci eravamo spinti oltre semplicemente perché non era ancora il momento.

Noah era davvero meraviglioso e con me si comportava in maniera impeccabile. Certo, i lati negativi della nostra relazione c'erano e riguardavano principalmente il non poter uscire insieme, a causa del rischio di poter essere visti da chiunque, ma ero sicura di non essere mai stata tanto bene in vita mia.

In quel momento, perciò, stavo esibendo l'espressione più felice del mondo.

-Mi ascolti?!- tuonò Sarah, spazientita.

Mi riscossi dai miei pensieri e la guardai, sorridendo colpevole.

-Scusami, giuro che non mi distrarrò più-

Lei inarcò un sopracciglio, diffidente, poi sbuffò.

-Mike, io ci rinuncio- si rivolse al nostro amico in tono esasperato.

Ridacchiai, tirandola per una mano e avvolgendola tra le mie braccia, mentre lei si fingeva indignata.

-Non osare corrompermi! Si può sapere che ti prende? Dormi in piedi- si lamentò, sciogliendo la presa per fronteggiarmi.

Assunsi un'espressione vaga, facendo spallucce.

-Mi sono svegliata bene-

-Oh, non avevo dubbi!- rispose lei, battendo la mano sul tavolo, -E non è difficile capire il perché- concluse, ammiccando.

Ci trovavamo al solito bar prima di entrare a scuola e non vedevo l'ora di incontrare di nuovo lo sguardo di Noah, sentirlo parlare dei legami a idrogeno o della stechiometria o di qualsiasi altra cosa.

Sono completamente andata.

-Sì, sono d'accordo con Sarah- intervenne Mike, sorridendo verso di me, -È abbastanza evidente da quel sorrisetto ebete che hai stampato in faccia-

La mia amica scoppiò a ridere, mentre io lo colpii con uno schiaffetto sul braccio.

-Non ho alcun sorriso ebete- mi difesi, non riuscendo però a smorzare l'espressione felice che avevo.

-Ce l'hai, invece, ma ne siamo contenti-

Poggiai il capo sulla spalla di Mike, ringraziandolo, poi tornai a prestare attenzione al discorso di Sarah.

Questione di ChimicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora