Capitolo 4

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Come ho già accennato dovevamo sbrigare molte faccende e sulla lista vi era scritto:

1.Andare in un negozio di telefonia a comprare una sim italiana.

2.Andare a iscriversi a scuola. Sarei partita dalla terza senza dunque perdere anni.

3.Andare a ordinare i libri.

4.Andare in una agenzia immobiliare per trovare una casetta.

5.Fare l'abbonamento dei mezzi pubblici.

Sotto casa della Anna vi era giusto un negozio della TIM. Entrammo e senza perdere tempo comprai una sim. Dopo prendemmo la metro e arrivammo giusto davanti a scuola. Era un edificio maestoso, molto antico e mi stupì il piccolo portone che vi era. Due mila ragazzi sarebbero usciti solo da lì? Ebbene si. Raggiungemmo velocemente la segreteria alunni e ci accolse una signora di mezza età che pareva più annoiata che altro. Ci chiese cosa volevamo e cosa ci facevamo li, quasi sbuffando...

Mamma mia che allegria! Mi dovetti impegnare moltissimo per trattenere la mia lingua lunga. Le risposi che avrei tanto voluto iscrivermi alla terza C, la sezione in cui vi erano Sara e Anna. Lei mi diede un modulo e mi disse: "Compila qua e mostrami un documento" . Pensai "Ma il per favore non esiste nel suo lessico?" comunque compilai, le porsi il mio passaporto, lei fece una fotocopia dopodiché mi disse: "Non so se lo sai ma la scuola inizia fra tre giorni". Diamine ma per chi mi aveva preso? ! io annuì e le chiesi la lista dei libri da comprare. Mi diede un foglio e mi salutò. La ringraziai e raggiunsi Anna che si stava bevendo un caffè alle macchinette. Lei mi chiese se era andato tutto bene e poi lasciammo quella scuola per la quale avremmo dovuto studiare per 3 anni. Prendemmo un autobus arancione che ci portò in Via San Donino.

Li vi era la sede dei trasporti di Brescia. Dovemmo aspettare molto tempo prima di poter parlare con qualche signorina. Vi era una coda che non finiva più. Intanto io e Anna decidemmo di ascoltare un po' di musica. Non ne conoscevo quasi nessuna delle sue e tanto meno lei delle mie, ma mi piacevano molto.

Finalmente una signorina urlò : "numero 127?" Eccoci era arrivato il nostro turno. Prima di perdere l'occasione Anna disse: "Noi!" e mi fece segno di seguirla velocemente. Un continuo di spintoni, gomitate, sgambetti... ma cavolo le persone non sono capaci di aspettare fuori? Dopo tanta "sofferenza" arrivammo al bancone dove una gentilissima ragazza ci stava aspettando. Dopo 6, 7 minuti ero fuori da li con il mio nuovo abbonamento in mano a sfoggiarlo. Era una novità per me. Potevo usarlo sia in metro che in Autobus, ma solo sui bus arancioni, quelli blu assolutamente no o almeno così mi aveva spiegato Anna.

Salimmo su un altro autobus e per la prima volta usai l'abbonamento. Uu che emozione ahah il bus ci portò vicino alla casa di Anna un po' più avanti, in una lunga via che partiva dai portici e si concludeva con un piazzale. Ero abituata alle piazze in grande stile, alle strade larghe, ai marciapiedi affollati mentre brescia era tutta un'altra realtà. Sembrava più un paesino. Strade strette, senza affollamento, piazze che erano la metà della metà di quelle di Long Beach, era tutto così più piccolo, carinissimo. Scendemmo dal bus e proprio davanti alla fermata c'era il Libraccio, una libreria di libri, scolastici soprattutto, nella quale si potevano trova quasi sempre tutti i libri. Ma anche qui la coda era assurda e iniziavamo ad avere un buchino nello stomaco. Quindi riattraversammo la strada e ci andammo a prendere un aperitivo. Era un baretto raffinato e frequentato da tanti uomini di carriera. E' sempre bello vedere uomini giacca e cravatta o no? Ci sedemmo e ordinammo un aperitivo alla frutta. Ci portarono patatine, pizzette, affettati arrotolati su croccanti grissini, degli assaggi di formaggi e delle verdurine grigliate. Un aperitivo coi fiocchi insomma! Iniziò a girarci la testa. Troppa vodka nel aperitivo? Può essere. La Anna mi prese la mano, mi guardò negli occhi e disse: "Ascolta Fancy, sei grande abbastanza per provarci con mio fratello, ma io ti devo avvisare che lui è un ragazzo che non vuole impegni, che porta a letto una ragazza un giorno e che il domani porta la sua migliore amica e così via. Non rischierei di innamorarmene, è davvero un coglione su questo punto di vista". Sembrava molto seria, anzi superseria e mi sentii il dover di raccontare come era andato veramente il nostro incontro magari tralasciando la mia eccitazione. Conclusa la mia narrazione lei scoppiò in una risata che diventai paonazza dalla vergogna. Tutti ci fissavano e mi sentivo seriamente un'oca ahah

Guardai da lontano che numero era scritto sullo schermo del libraccio. 234?! Ma scherziamo? due numeri e toccava a noi?! Pagammo immediatamente, ingoiammo anche le ultime pizzette e corremmo verso la libreria. Wow toccava a noi. Lasciai la lista ad un ragazzo e dopo 5 minuti arrivò con una moltitudine di libri. Erano altissimi uff..

Non sapendo dove metterli avevo preso due borsine, una delle quali Anna gentilmente si offrì di tenere. I libri erano pesanti, noi eravamo stanche di girare per Brescia, così decidemmo di tornare a casa e riposarci un po'. Saremmo andate in agenzia durante il pomeriggio.

EffeWhere stories live. Discover now