1. Amo l'estate

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Era un caldo pomeriggio di luglio, precisamente il 14, e stavo tornando a casa dopo una giornata di shopping sfrenato con le mie migliori amiche, Alexa e Sascha.

Ero piena di borse, borsine, borsette, riuscivo a malapena a camminare.

Con i tacchi poi, con un vestitito lilla abbinato e gioielli in tinta, era ancora più difficile.

Stavo guardando l'ora sul mio orologio, avevo gli occhi fissi su quest'ultimo, che non vedevo chi stesse passando e chi non, e andai a sbattere contro qualcuno.

"Scusami, non ti ho visto." dissi.

Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo: capelli castani, occhi chiari, alto poco più di me, credo avesse all'incirca la mia età, forse qualche anno in meno.

"Stai bene?" chiese.

Io non risposi, ero rimasta imbambolata a guardare i suoi occhi. Lui ripeté la domanda.

"Si, si, sto bene, scusami ancora, no ti avevo visto." risposi.

"Tranquilla, comunque io sono Jai Brooks." disse, stendendo la mano. Io la strinsi.

"Io sono Ariana, Ariana Grande."

Jai Brooks, quel nome mi suonava familiare, ma non riuscivo assolutamente a ricordare dove e quando l'avevo sentito, e chi me l'avesse detto.

Lui sorrise, era cosi fottutamente bello.

"Io..io devo andare..ci vediamo" gli dissi, e corsi via.

Non volevo rimanere lì con lui, altrimenti avrei fatto un'altra delle mie figuracce, come succede con ogni ragazzo.

Arrivai a casa, andai in camera a posare le borse sul letto e tornai in,soggiorno.

Mi misi sul divano a coccolare i miei cagnolini, mentre giravo un po' su twitter.

Ogni secondo arrivava una notifica: favoriti, retweet, menzioni, nuovi follow. Tra questi nuovi follow però mi saltò subito all'occhio un nome in particolare: Jai Brooks.

Ma dov'è che avevo sentito il suo nome? Avevo come un vuoto di memoria.

Ricambiai il follow e iniziai a guadare il suo profilo, nell'intento di ricordarmi dove avevo sentito il suo nome.

Ero cosi presa che non notai l'ora, e solo lo squillo del mio cellulare mi riportò alla realtà. Risposi.

"Grande dove sei finita? Sei in ritardo di 10 minuti!"

Era Scooter, il mio manager.

"In ritardo per cosa scusa?"

"Per il concerto Grande, il concerto, non dirmi che te ne sei dimenticata!" urlò, dovetti allontanare il telefono dall'orecchio per non causare danni al mio udito.

"No, ma certo che no, anzi sono per strada, tra qualche minuto arrivo."

Riattaccai subito, mi sistemai un po' i capelli e corsi in macchina, cercando di non arrivare con ulteriore ritardo.

"Grande dovevi essere qui 20 minuti fa? Ma dove hai la testa?"

"Scusa, stavo facendo una cosa, comunque ora vado a prepararmi." dissi, e così feci.

Quando salii sul palco fu un'emozione unica, ogni volta che lo facevo era come la prima volta.

Il concerto finì, mi cambiai e uscii dal teatro, però dal retro, volevo evitare di incontrare troppi fan.

Non che io non li voglia bene, anzi li amo, ma ero esausta e volevo tornare a casa il più presto possibile.

Ma pur uscendo dal retro i fan erano tantissimi, maschi e femmine, grandi e piccoli, e per andare alla macchina non potevo evitarli.

Mi fermai a firmare qualche autografo, a scattare qualche foto, e tra tutte quelle facce ne notai una familiare: Jai, Jai era venuto a vedermi.

Love me like you do {ag+jb}Where stories live. Discover now