5. La città sconosciuta

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I due dei ripresero le proprie sembianze umane sulla spiaggia, vicino al mare. Athena percepì di non trovarsi più nei territori sotto l'influenza dell'Olimpo, ma in terre sconosciute, selvagge, ancora inesplorate dalle civiltà loro protette nel Mare Nostrum.

Si guardò intorno, un po' spaesata, e guardò il proprio compagno di viaggio in cerca di indizi.

Lui guardava un punto fisso verso il mare, glielo indicò con una mano <<Là. Andiamo.>> e con convinzione e leggerezza si diresse verso le onde che baciavano il litorale.

<<Ma come faremo ad arrivarci? Non era più semplice materializzarsi direttamente sull'isola?>> chiese un po' scocciata.

Poseidone sorrise <<Atlantide è sotto la mia protezione, ma non ho intenzione di imporre la mia improvvisa presenza nelle loro vite. Inoltre, ho donato loro difese magiche per tenerli al riparo dagli dei, e se mi fossi presentato direttamente là con te li avrei allarmati. Perciò arriveremo alle porte della città e annunceremo il nostro arrivo in pace.>> rispose tranquillo.

<<Quindi dobbiamo nuotare!?>>

<<Oh non essere sciocca! Siamo dei!>> rispose ridacchiando, e con un solo noncurante cenno della mano divise il mare in due, rivelando un ponte dorato inverso, con la parte centrale che si inabissava, cosicché normalmente sarebbe rimasto nascosto nelle profondità marine.

Percorsero quel passaggio segreto, in discesa, in mezzo a due muri d'acqua scintillante e perfettamente immobile, e Athena non poté ignorare il grande potere del suo compagno di avventure <<Wow. Lo fai sembrare facile!>>.

Lui le sorrise per un istante, poi tornò concentrato sulla loro destinazione, e lei, scrutando il suo volto serio, si chiese se non le stesse nascondendo qualcosa di cui preoccuparsi.

Dopo una lunga camminata, il ponte tornò in salita, e raggiunsero la terraferma, un'alta e ripida scogliera rocciosa. Di fronte a loro, si stagliava un enorme portone d'oro e bronzo celeste con bassorilievi dedicati al mare e a Poseidone. Il dio continuava a mantenere le acque aperte, poiché altrimenti quell'entrata, abbastanza ampia per permettere il passaggio di un dio in forma gigante, sarebbe stata sott'acqua.

Poseidone inspirò, si avvicinò, e premette qualcosa col dito, quello che noi al giorno d'oggi definiremmo un pulsante. Uno dei bassorilievi, che aveva la forma di un occhio, si mosse, rivelando un'enorme pupilla vitrea con un'iride verde, che scrutò i due dei, soffermandosi con più insistenza su Athena. Poi una voce amplificata parlò <<Bentornato, divino Padre!>> e le porte si aprirono.

Si ritrovarono in un tunnel di bronzo celeste lungo almeno 50 metri. Mentre lo percorrevano, Poseidone si girò verso di lei e con tono ironico le chiese <<Vuoi prendere la linea diretta, o vuoi fare il tour panoramico!?>>

<<Che intendi!?>>

<<Beh rispondi, poi vedrai!>>

<<Uhm, direi tour panoramico. Mi hai portata qui per questo, no?>>

Lui annuì soddisfatto, e finalmente arrivarono alla fine del tunnel, dove si trovarono sulla propria sinistra una porta in metallo, e sulla destra l'entrata per un moderno veicolo, che nemmeno noi ai giorni nostri potremmo costruire; quella macchina, simile ad una navetta, avrebbe seguito un tragitto su rotaie in un ulteriore tunnel.

<<È elettrica, molto veloce...>> spiegò Poseidone ad Athena, che studiava il veicolo con curiosità e stupore.

<<... Che!? Ma come... come è possibile!? Nemmeno io ho una tale immaginazione!>> disse ammirata.

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⏰ Last updated: Mar 22, 2022 ⏰

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Athena e Poseidone - Una storia dimenticataWhere stories live. Discover now