2. Un regalo speciale

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Dopo l'incontro col dio del mare, Athena non tornò su quella spiaggia il giorno seguente, e nemmeno quello dopo ancora. Ma al terzo giorno sì. Camminava incerta, ma a testa alta, sulla calda sabbia dell'Attica, e si guardava intorno, come a cercare qualcuno; si sedette nel suo posto preferito, appoggiata allo scoglio, e iniziò a scarabocchiare i suoi appunti come al solito.

Poseidone, che l'aveva già vista arrivare, la osservava dal mare, sotto la superficie dell'acqua, ma decise di non disturbarla. Alla sera, più tardi del solito, lei era ancora lì, e continuava ad alzare lo sguardo dalla propria pergamena, impaziente, per guardarsi intorno, e insoddisfatta sbuffava. Restò ancora, fino al tramonto e oltre, quando le prime stelle iniziarono a vedersi. La luna risplendeva sui suoi capelli e sulla sua pelle candida, e in cielo il pianeta che poi gli umani avrebbero omaggiato a Venere sembrava più visibile che mai.

<<Stasera la luna è bellissima, non trovi?? Artemide deve essere di buonumore...!>> Poseidone si era materializzato sulla spiaggia, seduto a 2 metri da lei, e la osservava.

Lei distolse lo sguardo dai suoi fogli, ma stavolta non rimase stupita dalla presenza del dio.

Lui fece un sorrisetto beffardo <<Mi aspettavi??>>

Athena assunse un cipiglio altero, e rispose calma <<Certo che no. A dire il vero, pensavo di essere quasi alla soluzione del mio dilemma, e mi sono trattenuta più del solito... Ma ora penso che andrò.>>

Poseidone non se la bevve, e con tono curioso chiese <<Come mai sei tornata qui comunque? La mia conchiglia non ha funzionato?>>

<<Oh, sì, è molto bella... ma... non è la stessa cosa sentire il rumore del mare... e viverlo di persona...>> sorrise debolmente, e finalmente ebbe il coraggio di guardare il dio negli occhi, quei bellissimi occhi verde acqua.

<<E quindi, alla fine hai trovato questa soluzione qui sulla spiaggia?>>

Athena si rattristò un po' <<No. Purtroppo, non riesco. Questo macchinario potrebbe essere molto utile, in varie versioni, ma manca qualcosa... qualcosa mi sfugge.>>

<<... Posso vedere??>>

Athena si accigliò, pensando che, dai racconti di suo padre, Poseidone fosse troppo stupido e rozzo per capire il funzionamento di tale macchina, e sicuramente non avrebbe potuto aiutarla...

<<Va bene... guarda pure...>> disse quasi sfidandolo.

Poseidone osservò i suoi disegni, i suoi calcoli e gli appunti.

<<Mmm interessante. Beh, sì, potrebbe diventare un mezzo di trasporto e anche un attrezzo utile in battaglia o in agricoltura... Ha molto potenziale...>> soppesò pensieroso.

Athena rimase stupita dall'intuito del dio, e si entusiasmò <<Sì esatto! Ma... come farlo funzionare? Serve qualcosa... I buoi non sono adatti a questo progetto...>>

<<... Sì capisco... per trainarlo.>>

<<Infatti! Ma... non c'è soluzione... Se non la trovo io, nessuno può!>> disse mestamente la dea con tono supponente.

Poseidone sospirò, e guardò la dea con un sopracciglio inarcato <<Eh già. Non si può fare proprio niente, eh? Che peccato, era una bella idea...>>. Si alzò, si scosse via la sabbia dal chitone, e fece per andarsene verso il mare, lasciando Athena sola e sconsolata...

Poi si voltò verso di lei dalla battigia, e con una smorfia di trionfo esclamò <<... Ma sai, non è detto che solo tu sia in grado di trovare una soluzione!>>; la dea lo guardò perplessa.

Lui si voltò verso il mare, dando le spalle ad Athena, che lo osservava incuriosita. Entrò in acqua fino alla vita, dopodiché alzò le braccia ed evocò un'onda alta oltre 3 metri, su tutta la costa fino a dove occhio potesse arrivare. L'onda si avvicinava tumultuosa, e Athena si alzò spaventata, ma non scappò. Qualcosa le diceva che poteva fidarsi.

Quando la cresta dell'onda iniziò ad infrangersi diventando schiuma, si trasformò in migliaia di animali galoppanti, eleganti, forti e veloci, del tutto nuovi, di vari colori, dai bianco candido al nero brillante, a varie sfumature di marrone. Corsero verso la spiaggia, invadendola e dirigendosi verso la terraferma saltando via gli scogli senza difficoltà, emettendo un verso del tutto nuovo.

Athena rimase sbalordita. Uno di quegli animali, di una bianco candido, si avvicinò a lei scuotendo la testa e la criniera, e allungò il muso per farsi toccare dalla dea, che, senza paura, lo accarezzò. Poseidone si voltò verso di lei, e, con quel sorrisetto che lo caratterizzava, le disse <<Ecco, questi sono per te e per la tua invenzione. Ora potrà funzionare. Che dici, ho trovato una soluzione che ti aggrada?>>

Lei lo guardò esterrefatta, e gli sorrise genuinamente. Poi, d'un tratto, tornò seria <<Ora dovrei proprio andare.>>

A quelle parole, il dio del mare si incupì <<Perché?>>, ma lei stava già abbandonando la spiaggia.

<<Aspetta! Ti rivedrò domani, o mi farai aspettare altri 3 giorni?!>> chiese sarcastico.

Lei si voltò un attimo, e gli fece un sorriso e un veloce cenno col capo, mentre si sistemava i capelli arruffati dalla brezza marina della sera. Poi si voltò e scappò via. E Poseidone tornò verso il mare, decisamente meno cupo di qualche secondo prima.

E fu così che nacque la biga, e anche tutti gli altri mezzi similari su ruote trainati da quei nuovi animali: i cavalli, creati da Poseidone in dono ad Athena.

Athena e Poseidone - Una storia dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora