«Cristo, stai zitto» Jung-hee si guardò intorno, preoccupato che qualcuno potesse sentirli.

«Di che hai paura? Non è che nel bagno non ci fossero altri tre che si stavano smezzando una dose nel cesso di fianco al mio» bevve di nuovo. «Uh, questa cosa fa schifo» lasciò il bicchiere sul tavolo e si risedette allo sgabello. «Eh be? Cosa, ce l'hai?»

«L'amico del mio amico me ne ha data un altro po'» disse con un mezzo sorriso. «Ti va?»

«Vuoi dei soldi?»

«Naa» Jung-hee prese qualcosa dalla sua tasca e la mise dentro la tasca dei pantaloni di Jungkook «È solo un piccolo assaggio. Ce la da gratis, per il momento»

Jungkook non rise, ma più che altro scoprì i denti.

Questo povero imbecille davanti a lui non sapeva che era il miglior modo per far diventare qualcuno dipendente, soprattutto se ricco? Dà un po' di droga a ragazzini ricchi e annoiati la prenderanno sicuramente: rendili dipendenti e poi falli pagare. «Peccato. Avrei speso dei soldi. Dillo al tuo amico»

«Sei un cazzo di alieno, Jeon»

«No» rispose lui. «E che se posso spendere i soldi di mio padre su qualcosa di autodistruttivo, segnami, lo faccio con grande piacere»

Jung-hee stava ridendo quando qualcuno spintonò Jungkook e lo buttò a terra. «Tu!»

Alzò lo sguardo. Era il tipo di prima, quello che aveva cercato la ragazza. «Uh» disse, rialzandosi «Ma che cazzo vuoi?»

«Ti sei scopato la mia ragazza!»

Jungkook si alzò in piedi e ridacchiò «Ah, scusa non è colpa mia se la tua ragazza è una troia»

L'uomo dalla faccia anonima gli saltò addosso, forse confuso dal fatto che Jungkook sembrava piccolo e indifeso. Sembrava era la parola chiave. Jungkook lo evitò e cominciò a picchiarlo, anche se l'altro si difendeva.

«Oooh!» Jung-hee arrivò con un sorriso perverso ad aiutarlo e in tre cominciarono a darsele di santa ragione come se dovessero picchiare una pignatta per prendere il premio all'interno. Jungkook era ubriaco, e non molto presente, ma alla fine in qualche modo lui, Jung-hee, Ji e Seung furono buttati fuori dal club senza troppe accortezze.

E ora si ritrovava la mattina dopo, quando a malapena aveva dormito, seduto a scuola con forse qualcosa di più grave di un grosso livido sul petto. Respirare gli faceva male ed era arrivato il momento in cui non poteva più ignorarlo.

Durante la pausa, si alzò per andare in bagno e, chiuso nel suo cubicolo, tirò fuori dalla tasca interna della giacca la piccola busta piena di polvere bianca che aveva portato a scuola. Se l'avessero trovata, l'avrebbero espulso. La parte autodistruttiva di lui era più incline a farsi espellere piuttosto che farsi, ma alla fine aprì la bustina e mise un po' di polvere sul dorso della sua mano: non tutta, così da conservarla, ma combinando un macello sulla sua mano perché non era esperto su come fare al meglio.

La volta scorsa l'aveva messa in bocca, anche se aveva visto Jung-hee, Ji e Seung sniffarla, ora, provò a farlo anche lui, con scarsi risultati all'inizio ma alla fine riuscendoci.

La prima sensazione che sentì fu di bruciore al naso. Poi una scarica lungo tutto il corpo e si sedette sulla tazza del gabinetto, sentendo ondate di euforia che lo attraversavano come se fosse immerso in un torrente. Improvvisamene il bagno gli sembrò un luogo bellissimo, anche con l'odore di urina e il pavimento macchiato dalle impronte delle scarpe. Aperto il cubicolo, decise di andarsene in giardino e cascare sotto un albero, per far passare l'euforia e per riposarsi un poco.

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