Capitolo 42: ~Grazie, Bomber di fuoco~

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LUCE P.O.V

Erano passati due giorni dall'incontro con Riccardo; vederlo su quel letto di ospedale mi aveva rattristato non poco.
Aveva ragione quando aveva detto che il nostro rapporto si era arrestato improvvisamente , ma ogni volta che lo guardavo negli occhi, la scena del nostro "quasi bacio" si impossessava della mia testa.

Lo avrei voluto quel bacio oppure no?

In quel momento avrei dovuto concentrarmi sullo studio, ma non ci riuscì. Avevo ripreso a studiare con più costanza ma la scuola era passata in secondo piano dopo tutto quello che era successo.

Non fu difficile, a parte per la matematica, ovviamente. Ero sempre stata una studentessa modello e questa caratteristica fui felice di averla presa dal ramo materno.

Mentre scrivevo l'equazione cercando di venirne a capo, qualcuno bussò alla porta. Tre colpi secci. Era il modo che Quentin aveva per farmi capire che era lui.

Entrò tranquillamente richiudendo la porta delicatamente.

Quentin: << Ti ho portato la merenda. Che combini, matematica?>>

Luce: << Grazie mille. Si e ti giuro che tra un po' apro la finestra e butto il libro di sotto.>>

Quentin: << Fa vedere.>>

Il ragazzo tirò il quaderno verso di sé, afferrò la penna e cominciò a scrivere.

Quentin: << Fatto. Troppo semplice.>>

Lo osservai incredula. Seriamente? Non ci può aver messo 5 secondi.

Quentin: << Non te lo aspettavi, vero?>>

Luce: << Insegnami maestro!>>

Quentin mi aiutò per una mezz'ora buona, riuscendo a farmi capire tutto, per filo e per segno.

Luce: << Grazie per l'aiuto, sei stato un angelo. Ora fuori, perché devo lavarmi e cambiarmi.>>

Il rosa si alzò dal letto e riprese il vassoio dove era presente la merenda che avevamo mangiato insieme.

Quentin:<< Dove vai di bello?>>

Luce: << In realtà non lo so. Ho bisogno di schiarirmi le idee.>>

Quentin:<< Qualsiasi cosa dovesse succedere, chiamami.>>

Luce: << Non preoccuparti, so badare a me stessa, fratellone.>>

Lasciai un veloce bacio sulla sua guancia e mi rinchiusi in bagno.

~ QUALCHE ORA DOPO~

Camminavo tra le strade di Tokyo con le cuffie alle orecchie e canticchiavo   "How you like that" delle Blackpink.
Il mio riflesso si infrangeva sulle vetrine dei tanti negozi che riempivano la città. Mi soffermai davanti una di queste ed osservai attentamente il mio look.

Ultimamente mi vestivo spesso di nero ed avevo comprato questo abito gotico sotto consulenza del mio stilyst di fiducia: il giovane Cinquedea.

Ultimamente mi vestivo spesso di nero ed avevo comprato questo abito gotico sotto consulenza del mio stilyst di fiducia: il giovane Cinquedea

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Conosco solo la vendetta 🖤⚽⚔️  Inazuma Eleven goWo Geschichten leben. Entdecke jetzt