Capitolo 100

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Dylan

<<Dylan mi sono scordata di prendere i cereali che tanto mi piacciono, potresti andare nell'altro scompartimento a prendermeli?>> chiede gentilmente mia madre.
Annuisco e mi avvio.
Odio venire al supermercato, e in generale in posti affollati come questo. Sicuramente adesso starete pensando che il mio discorso non ha senso, visto che frequento night club, discoteche e pub, ma è ben diversa lì la cosa.
In una discoteca o in qualsiasi altro posto dove c'è musica, l'atmosfera è tutta un'altra cosa. Ti diverti, svaghi il cervello e non pensi ad altro. Qui invece devi farti ore di coda, e passare avanti indietro per un sacco di corridoi. Ormai sono quasi dieci anni che faccio questa vita. Tra qualche giorno compierò trent'anni e sarà un'altro compleanno noioso come al solito.
In questi anni ho provato ad andare avanti senza Chloe, ma non ci sono riuscito.
Ho conosciuto altre donne, ho provato a fidarmi di loro, ma nessuno era come lei.
Nessuna è riuscita a catturare la mia attenzione, e a farmi sentire a mio l'agio con lei. Mi manca da morire, ma ormai l'ho persa e non potrò più averla.
Non appena arrivo nel corridoio, indicato da una piccola insegna, prendo i cereali e proprio quando sto per tornarmene indietro sento una voce familiare.
<<Amore prendi anche quelli, piacciono a James>> dice una voce femminile.
Mi giro di scatto e i miei occhi non credono a quello che stanno vedendo.
Chloe...
È bellissima come sempre.
Ha gli stessi occhi di quando era un'adolescente, gli stessi capelli biondi che riflettono benissimo sotto la luce e gli stessi lineamenti fini che ha sempre avuto.
Non appena mi vede rimane sorpresa, ed io non posso fare a meno che sorriderle.
Il mio sguardo si posa sul suo corpo e non appena realizzo quello che sto vedendo, il mio cuore si ferma. La maglietta rosa è leggermente tirata sul davanti e al suo fianco c'è un bambino biondo che la tiene per mano.
<<Chloe...>> mi avvicino e lei mi rivolge un sorriso timido, <<ehi>> risponde, <<c-come stai? Sono anni che non ci vediamo>> le ricordo e lui annuisce, <<già, comunque sto bene. Tu?>> chiede a sua volta, <<be' si va avanti>> rispondo sospirando.
<<Mamma chi è lui?>> il bambino la guarda e poi mi indica, <<è un vecchio amico amore>> gli risponde lei.
Un vecchio amico... Si certo, come no.
Ma aspettare, ha detto mamma...?
<<P-perché ti ha... chiamato mamma?>> chiedo con voce tremante. Lei a quella domanda si irrigidisce, ma poi risponde dicendo: <<È mio figlio Dylan.>>
E fu lì che il mio mondo cadde del tutto.
I muri che mi ero ricostruito dopo la sua fuga, sono crollati. <<La mia mamma adesso sta aspettando il mio fratellino>> aggiunge il bambino guardandomi.
Gli occhi mi iniziano a bruciare, la gola si fa secca e a quelle parole, riporto lo sguardo su Chloe.
I suoi occhi si illuminano e sembra in imbarazzo, suppongo per tutta questa storia.
<<Sei incinta?>> chiedo a malapena e lei annuisce. Tutto quello che desideravo avere con lei, adesso lo sta avendo con un'altra persona. Una persona che chiaramente non ama, perché non amerà mai nessuno come ha amato me. <<Amore vanno bene questi... Oh, molto piacere mi chiamo Ivan e sono il marito di Chloe. Con chi ho l'onore di fare conoscenza?>> un'uomo con un po' di barbetta sul mento, capelli tirati all'indietro, dalle labbra sottili, vestito in camicia e pantaloni e dagli occhi marroni: mi porge una mano ed io non posso far altro che stringerla.
<<Piacere mio, io sono Dylan>> rispondo.
Non mi capacito che, oltre ad averci fatto un figliolo con questo qua, abbia avuto anche il coraggio di sposarselo. Non era questo il futuro che mi immaginavo per noi due, ma se è felice lei lo sarò anch'io.
<<Be' noi dobbiamo andare, vero James?>> dice Chloe, <<si, bisogna andare a fare un'ultimo saluto agli zii perché domani partiamo>> mi spiega il bambino, con un sorriso stampato in faccia.
<<Dove andrai?>> chiedo confuso, <<partiremo per l'australia>> rispondo lei, <<pensavo che non volessi andartene dall'America>> confesso, <<si lo so, e questi erano i miei piani fino a qualche mese fa, ma Ivan ha trovato lavoro la e per il bene di tutti andremo a vivere lì. Per quanto sia stato grandioso vivere in America per tutti questi anni, è stato anche molto faticoso e purtroppo non ho un bel ricordo di questo continente, ed è anche per questo che abbiamo preso tutti insieme questa decisione.
Ci costruiremo una nuova vita, una nuova famiglia e finalmente potrò essere felice come desideravo sin da bambina>> ammette lei abbassando lo sguardo.
<<Capisco>> rispondo.
<<Andiamo?>> il marito la prende per i fianchi e lei annuisce, <<è stato un piacere conoscerti, spero di rivederti un giorno>> dice Ivan rivolgendosi a me, <<anche per me>> rispondo facendo un finto sorriso.
<<Andiamo bello>> Ivan porge una mano al figlio e insieme si avviano al carrello, che ormai avevano lasciato indietro di qualche metro. Mentre se ne vanno, io rimango da solo con lei, e la situazione ci mette in imbarazzo.
Questa sarà l'ultima volta che la vedrò, ed entrambi ne siamo a conoscenza.
<<Bene, suppongo che adesso debba andare pure io>> dice lei dondolandosi sui talloni, <<non doveva andare a finire così>> mi lascio scappare, <<ma purtroppo è andata così e non possiamo più tornare indietro.
È stato bello fin quando è durato... Addio Dylan>> mi rivolge un ultimo sorriso, un sorriso pieno di sofferenza.
La vita che si farà in Australia con quello la, era destinata a noi qui in America, e purtroppo non potremmo più averla.
Solo quando la vedo svoltare l'angolo, mi ritornano in mente le sue ultime parole.
<<Addio Dylan...>>

<<Chloe no...>> urlo e mi alzo a sedere sul letto. Non appena apro gli occhi, vedo mia madre venire verso di me, si siede sul materasso e mi attira a se.
<<Amore calmati>> dice lei abbracciandomi, <<dimmi che non è finita, giuramelo>> la stringo forte ed inizio a tremare tra le sue braccia.
<<Non è finita, te lo giuro>> mi accarezza i capelli ormai bagnati dal sudore ed io mi rilasso un po'. So benissimo che anche lei non è sicura di quello che sta dicendo, ma ho bisogno di sentirmi al sicuro sulla mia strada.
<<Non è finita...>> ripeto a voce bassa, <<no, non lo è. Ritornerete insieme, te lo prometto. E costi quel che costi, ti aiuterò>> sussurra al mio orecchio. Ritorneremo insieme.
Ormai questa è la frase che mi dovrò ripetere tutti i giorni, fin quando non mi perdonerà.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora