Capitolo 83

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Chloe

<<Non trovi? Ma poi andiamo, è un'assurdità!>> sento dire da Samuel in eco.
Sto fissando il vuoto davanti a me, ormai da minuti, non concentrandomi sui discorsi di Samuel e tantomeno di tutti gli altri rumori provenienti dalle chiacchiere dei gruppetti di studenti.
<<Chloe>> mi siento chiamare, <<Chloe!>> mi sento scuotere per un braccio ed io ritorno subito alla realtà, sbattendo gli occhi.
<<Si hai ragione>> dico a Samuel. Lui mi guarda con un'aria confusa e poi dice: <<So che non mi stavi ascoltando, dai su... Dimmi che hai.>>
Sbuffo e poi gli dico: <<Sì, scusami hai ragione. Però ho la testa altrove.>>
<<Che succede?>> chiede, <<stavo pensando a Dylan>> confesso, <<Lea mi ha detto quello che è successo, e mi dispiace. Ieri sera se non mi sbaglio sei andata da lui>> dice lui, <<in realtà non ieri sera, ma sabato sera. Poi però sono rimasta a dormire lì>> lo correggo, <<avete parlato sulla questione del suo trasferimento?>> chiede, <<ne abbiamo parlato più di una volta, però ho tanta paura>> dichiaro abbassando lo sguardo, <<non averne Chloe. Si ok, sappiamo tutti com'è Dylan. È un ragazzo testardo, pensa solo a se stesso, fa sempre di testa sua e non coinvolge mai gli altri nella sua vita. Però devi pensare che mai prima d'ora aveva avuto una relazione seria. Nessuno avrebbe mai creduto che potesse arrivare una ragazza a stravolgergli la vita, e nemmeno lui credeva fosse possibile. Questa cosa lo ha spaventato e te l'ha detto un sacco di volte, perciò è normale che non sappia bene come comportarsi. E che faccia soprattutto degli errori>> dice lui tranquillo.
Se non li avessi visti chiarire con i miei stessi occhi, in questo momento penserei che Samuel ha dei problemi. Sono cambiate un sacco di cose in questi cinque mesi. Il ragazzo di fronte a me ed il mio ragazzo si sono finalmente chiariti, e adesso stanno cercando di avere un rapporto perlomeno cordiale.
Devo ammettere che sono felice che si siano accorti di star facendo solo i bambini a comportarsi in quella maniera.
<<Lo stai giustificando per caso?>> chiedo, <<no, certo che no. Ti sto rinfrescando solamente un po' il passato di Dylan>> risponde lui, <<senti Chloe, ti ama. Non puoi dubitare di questo, ormai tutti se ne sono accorti. Questa cosa ormai va data per scontata, perché te lo ha sempre dimostrato. Be' diciamo che te lo ha dimostrato a modo suo, ma ti ama e su questo non ci piove>> aggiunge posandomi una mano sopra la spalla.
<<E tu ami lui. Perché non provi a chiudere un occhio anche questa volta?
Non so cosa vi siete detti, né tantomeno cosa ti abbia promesso questa volta. Però prova a dargli un'altra possibilità, e so benissimo quanto ti costa: visto che non è la prima volta che si comporta male, ma fossi in te lo farei. Tu almeno hai ancora l'occasione di stare con la persona che ami...>> toglie la mano dalla mia spalla e abbassa la testa. A quelle parole aggrotta la fronte lo guardo con un'aria confusa, e poi dico: <<Perché dici questo?.>>
<<Io e Carol ci siamo lasciati, o meglio dire: mi ha lasciato lei>> confessa sempre a testa bassa, <<cosa? Perché?>> chiedo ancora più confusa, <<non lo so, ha detto che le stanno capitando un sacco di cose strane in questo periodo e che preferisce stare sola. Dice che è confusa e non sa più cosa prova per me, perché molto probabilmente si è già interessata ad un'altra persona. Non so chi sia, né tantomeno da quanto tempo gli interessa, però io voglio solamente il meglio per lei e se il meglio non vuole averlo da me, vorrà dire che la lascerò andare>> alza gli occhi di scatto e subito leggo la tristezza e il dolore che sta provando in questo momento.
Lo abbraccio e lo stringo forte a me. La fine di un amore fa sempre male, e non importa quanto sia durata la relazione in se, fa pur sempre male. Perché l'importante non è la durata, ma la consistenza. Una persona può darti tutto in un solo mese di relazione, come non può darti niente in un anno intero. Con Noah non era così. Lui mi ha dato tanto, e non rimpiangerò mai niente, ma non mi ha mai dato quello che volevo realmente. Invece Dylan, in quasi sei mesi di relazione è riuscito a darmi quello che volevo. Dipende tutto dalla chimica che ha una coppia e da quanto l'uno è disposto a dare all'altro.
<<Ehm ehm>> sentiamo qualcuno schiarirsi la voce e quando mi giro, noto che alle mie spalle c'è Dylan. Sta per ribattere qualcosa di sgradevole, ma quando incrocia lo sguardo di Samuel se ne resta zitto. Credo che anche lui abbia capito che c'è qualcosa che non va, visto che in quegli occhioni marroni di Samuel, si può leggere benissimo il dolore.
<<Buongiorno ragazzi>> alle spalle di Dylan appare Mr. Smith. Quando incrocia il mio sguardo, distolgo subito il mio e lo poso sui meravigliosi occhi verdi di Dylan.
<<Che ha?>> chiede riferendosi a Samuel, <<te lo spiego più tardi>> gli sussurro all'orecchio. Tutti iniziano ad entrare in classe e la stessa cosa facciamo tutti e tre.
Dylan si va a sedere al suo posto, ed io e Samuel facciamo lo stesso.
Smith mi tira di tanto in tanto qualche sguardo alla rinfusa, mentre tira fuori il suo libro di economia. Io non lo guardo minimamente e lo ignoro per tutto il breve tempo.
Quando si è finalmente sistemato, prima ancora di iniziare la lezione attira l'attenzione di tutta la classe e successivamente ci annuncia che il lunedì della prossima settimana l'ora che avremo con lui sarà spostata all'ultima ora, e non più alla prima.
L'ora per fortuna passa molto velocemente, e anche le cinque ore successive.
La professoressa Bennet, stamani mattina è stata meno strana del solito ed è un buon inizio.
<<Voglio passare un po' di tempo con te oggi>> Dylan mi appare da dietro e mi sussurra queste cose all'orecchio.
Raccolgo i libri e li riporgo nello zainetto di pelle, poi mi giro verso di lui.
<<Ho da dirti una cosa>> confesso e lui diventa serio, <<è successo qualcosa?>> chiede preoccupato, <<no, ma credo che ti farà piacere saperlo. O almeno, spero>> lo prendo per mano ed usciamo dalla classe.
Samuel se ne va via senza salutarmi, e decido di lasciarlo stare.
Sarà pieno di sofferenza ormai, e non avrà voglia di parlare con nessuno.
<<Oh, basta camminare. Dimmi che succede>> Dylan mi blocca per un braccio, e mi fa girare nella sua direzione.
<<Si>> dico guardandolo, <<si, cosa?>> chiede lui confuso, <<si>> rispondo di nuovo, <<cosa si, cosa? Non sto capendo>> dice lui innervosito ed io rido divertita per la sua faccia.
<<Accetto la tua proposta>> confesso, <<che proposta?>> alza un sopracciglio e nella sua espressione leggo sempre di più la confusione che ha in testa, <<se non mi sbaglio volevi anticipare il nostro viaggio per Parigi no?>> gli ricordo e lui annuisce, <<bene, facciamolo no? Che aspettiamo>> dico con voce allegra.
Lo vedo sempre più confuso, però questa volta sul suo viso si forma un sorriso smagliante.
Sto cercando di dire qualcosa, ma ogni volta si blocca e non fa fuoriuscire niente dalle sue labbra.
<<Sei sicura? Abbiamo chiarito più o meno da sole ventiquattro ore e non vorrei sforzare la situazione>> ammette lui. Mi avvicino e gli avvolgo le braccia intorno al collo, lui fa lo stesso avvolgendomi la vita con le sue forti braccia. <<Sono sempre sicura con te>> confesso e lui in tutta risposta mi bacia.
Ricambio il bacio e schiudo le labbra. La sua lingua viene a contatto con la mia e mi sembrano passati anni, quando invece è passato solo un giorno.
<<Ti amo, grazie. È il regalo di compleanno più bello che potessi farmi in tutta la mia vita>> ammette con un sorriso, <<sono felice di questo>> confesso, <<io sono felice che si sia risolto tutto, più o meno>> annuncia lui.
Faccio per ribattere qualcosa, ma qualcuno interrompe la nostra conversazione pronunciando il mio nome.
<<Chloe, possiamo parlare?.>>
Riconosco subito di chi è quella voce, è di Smith. Mi giro nella sua direzione, e lo guardo male. <<Non ho niente da dirle professore, e adesso se permette ho da fare. Andiamo Dylan>> lo prendo per un braccio e cerco di tirarlo via, ma lui oppone resistenza.
Quando riporto lo sguardo su di lui lo guardo confusa e irritata allo stesso tempo.
<<Andiamo>> alzo un po' il tono della voce, ma niente. Rimane lì fermo a guardarmi.
<<Chloe ti prego, solo cinque minuti>> insiste Smith. Lo guardo per un secondo, ma poi riporto lo sguardo su Dylan. Vorrei tanto sapere che cosa gli prende. Insomma... Non ho mai potuto vedere quell'uomo, e soprattutto è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. Sa benissimo quanto mi dia fastidio la presenza di Smith, visto che ogni volta mi mette in situazioni poco gradevoli.
<<Dovreste chiarire>> mi sussurra Dylan all'orecchio ed io sgrano gli occhi.
Non può averlo detto seriamente.
In questo momento vorrei che qualcuno riuscisse a spiegarmi la situazione, visto che non sto capendo niente di tutto quello che sta accadendo.
Da quando Dylan mi dà consigli su Smith?
Perché mi dice di parlare con lui, se fino alla scorsa settimana gli ha sempre detto di starmi alla larga?
<<Dylan, mi lasci da solo con lei?>> chiede Smith rivolgendosi al mio ragazzo, <<si>> risponde lui, mentre io sgrano gli occhi.
Come sempre ha preferito prendere lui la decisione al mio posto.
<<Ti aspetto al bar>> mi sussurra tra i capelli quando si avvicina a me. Mi lascia un bacio tra quest'ultimi e successivamente mi accarezza un fianco per tranquillizzarmi, poi se ne va.

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