Capitolo 66

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Chloe

L'abito lungo, di un color rosa chiaro, mi sta alla perfezione. Ha uno spacco che mostra la mia gamba destra e una scollatura molto profonda che rimette in risalto il seno.
I capelli legati in una crocchia mostrano il mio volto e la collana che mi ha regalato Dylan, mette in risalto il mio collo scoperto dandogli luce. La linea sottile dell'eye-liner allunga il mio sguardo e il rossetto rosso che indosso, mette in risalto le mie labbra carnose.
<<Chloe secondo te è meglio questa o...>> Dylan piomba a petto nudo nella stanza, con in mano due camicie: una nera e una blu, ma non appena mi vede si blocca. Prima di parlare l'osservo meglio, per la prima volta lo vedo indossare dei pantaloni eleganti e non più quei jeans strappati che indossa sempre. Mi ci devo abituare a vederlo in questo stato, ma devo dire che sta proprio bene. <<È tutto ok?>> chiedo guardandolo con un sorrisetto. Sto cercando in tutti modi di non scoppiare a ridere davanti a lui, per la faccia che sta facendo. È a bocca aperta e non fa altro che guardare il mio corpo. Tempo fa mi metteva a disagio questo suo comportamento, però adesso mi fa piacere. Amo il suo sguardo e amo avere i suoi occhi verdi sopra il mio corpo.
Con il suo sguardo riesce a regalarmi un sacco di emozioni che prima d'ora non avevo mai percepito. Quando uscivo con Noah non mi guardava mai con questi occhi, mi diceva che ero carina però lo faceva in tutte le occasioni. Anche quando avevo una pessima cera, lui era sempre gentile con me e mi riempiva di complimenti. Però nessuno mi ha mai guardato come fa Dylan.
<<Uff... Mi sono vestito così per cercare di essere perfetto per te, e per non farti fare brutta figura davanti a tutti. Però mi superi sempre, sei uno schianto Chloe>> dichiara avvicinandosi e sul mio viso comprare un sorriso spontaneo. <<Ma tu sei perfetto, e di certo non mi fai fare brutta figura>> dico togliendoli di mano la camicia nera.
<<Meglio quella blu>> aggiungo e vado a riporre la camicia nera nel suo armadio.
<<Oh ehm, d'accordo>> toglie la camicia dalla cruccia e la indossa. Nel mentre vado davanti allo specchio, che si trova di fianco a letto. Mi do un'ultima occhiata e mi accorgo di avere pochi accessori. Vado nel mio beauty e prendo gli orecchini che mi ha regalato mia nonna per il mio quindicesimo compleanno.
Ho sempre preferito essere libera, e non avere tutti questi accessori addosso. Infatti, non ne ho molti. Però questa sera dovevo per forza usarli. Sicuramente in questo congresso ci saranno un sacco di fotografi, e vorrei cercare di essere più carina del solito.
Questa settimana è passata molto velocemente, ma devo dire che mi sono stressata abbastanza.
Volevo essere perfetta stasera, infatti mi ci sono voluti ben cinque giorni per scegliere cosa mettermi.  
<<Allora? Che ne dici?>> dice lui ed io mi giro nella direzione del ragazzo alle mie spalle.
È perfetto. <<Perché non indossi anche una cravatta?>> chiedo, <<scordatelo, sarebbe troppo formale e poco sexy. Così invece sono entrambe le cose>> si sbottona il primo bottone della camicia e si sistema i capelli, portandosi il ciuffo all'insù.
<<Non hai tutti torti, però secondo me ci staresti bene>> dichiaro avvicinandomi e lui mi afferra per i fianchi, <<inutile che ci provi principessa, non me la metto>> mi da un bacio a stampo e prende un profumo dalla scrivania, per poi darselo addosso.
<<Tra quanto bisogna essere lì?>> chiedo, <<Tyler ieri mi ha mandato la posizione e l'orario. La sfilata dovrebbe iniziare verso le nove, ma prima ci sarà un dessert per far intrattenere gli ospiti. Se vuoi possiamo andare un po' prima, almeno ceniamo lì: però se preferisci arrivare più tardi, non c'è problema>> risponde lui prendendo le chiavi della macchina. <<Non ti preoccupare, possiamo partire anche adesso>> dichiaro e lui annuisce.
Prendo la mia borsetta nera ed esco dalla camera di Dylan. Mentre scendo le scale mi tiro su il vestito, facendo attenzione che il tessuto di raso non vada a finire sotto i tacchi di dieci centimetri. Non appena ci troviamo davanti la porta di casa, Dylan la apre e si mette da parte per farmi uscire per prima: ma non appena si scansa, davanti a me appare una figura conosciuta.
<<Ragazzi oddio, ma dove andate vestiti così>> dice la figura femminile davanti a me.
Dylan e si gira di scatto e sgrana gli occhi.
<<Mamma che cosa ci fai qui? Non mi hai avvertito che saresti venuta>> dice Dylan sorpreso e impacciato, <<lo so, infatti volevo farti una sorpresa. Però a quanto pare siete stati voi a farmela. Dove state andando?>> chiede curiosa, con un sorriso sulle labbra.
Affianco a lei ci sono due valigie, segno che non è una visita di qualche giorno.
<<Stiamo andando ad un congresso di moda mamma>> risponde lui.
In tutto questo io ancora non ho detto una parola, e la signora Torres se ne accorge perché si gira a guardarmi.
<<Sei bellissima Chloe, non ti ho mai visto così. Sembri una principessa>> gli brillano gli occhi e viene ad abbracciarmi.
<<Grazie>> la ringrazio, abbracciandola.
<<Va bene, allora tornerò un'altra volta>> dice lei guardandoci, <<ma no mamma, cosa dici!!
Sei impazzita? Rimani pure qui, noi entro mezzanotte torniamo a casa. Mi dispiace non poter rimanere con te, ma abbiamo promesso agli amici di Chloe che saremmo andati a questo congresso e non possiamo rifiutare all'ultimo. Se solo mi avessi avvisato, io sarei rimasto a casa con te>> dice dispiaciuto Dylan, <<figlio mio non preoccuparti, andate pure e divertitevi. Io starò qui a casa da sola, sempre se non do fastidio>> spiega lei, <<non dai fastidio a nessuno mamma, però... Sei proprio sicura di voler restare da sola a casa?>> le chiede Dylan, <<certo che sono sicura, non preoccuparti. Andate pure e lasciatemi in questa bellissima casa da sola. Magari però prima fammi vedere quale sarà la mia stanza, perché da come ho visto fuori è molto grande>> scherza lei e Dylan annuisce.
<<Certo certo vieni qua, dammi pure queste>> prende le valigie e le porta dentro casa.
<<Chloe, potresti aspettarmi in macchina?>> mi chiede Dylan, <<si ma certo>> rispondo io tranquillamente.
Mentre Dylan mi porge le chiavi della sua macchina, mi ringrazia ed infine esco di casa chiudendo la porta. Prima ancora di uscire saluto con un grande sorriso la madre di Dylan e poi mi avvio in macchina.
Entro dentro e mi siedo nel posto dell'accompagnatore. Pochi minuti dopo Dylan esce da casa, ed entra subito in macchina.
<<Scusami il ritardo, ma mi sono messo a chiacchierare con mamma e poi le
ho mostrato tutta la casa>> dice mettendo in moto il motore.
<<Non preoccuparti, hai fatto bene>> gli rivolgo un piccolo sorriso e lui ricambia.
Partiamo e per tutto il tragitto penso a mio padre. Avevo detto a Dylan che non avrei più pensato a lui, o meglio dire... Che ci avrei provato. Però mi viene davvero difficile smettere di pensare a lui. Adesso che è tornata la madre di Dylan, mi sento sola... Lui dopo anni è riuscito a ritrovarsi insieme alla madre, io invece non so niente di colui che mi ha concepito insieme alla donna che mi ha messo al mondo.
Lo invidio, ovviamente in senso buono.
Vorrei tanto essere al suo posto, vorrei tanto che mio padre fosse al mio fianco in questo momento e mi sarebbe piaciuto tanto sapere che anche mio padre mi sta cercando, proprio come io sto cercando lui.
<<Siamo arrivati Chloe>> dice Dylan spegnendo la macchina. Non appena scendo mi ritrovo davanti una struttura antica.
Con un ampio giardino e un sacco di tavolini.
<<Entriamo dentro?>> chiede, <<si, certo>> rispondo. Mi afferra per un fianco e ci incamminiamo verso l'entrata.
Durante questo piccolo tragitto a piedi, scaccio via ogni pensiero che mi porta a mio padre e decido di godermi la serata come si deve.

Nothing more 2 || tutto ritorna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora