Capitolo 24.

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Harry's POV

La mattina mi sveglio con un forte mal di testa. Probabilmente, la causa è il lungo pianto che ho fatto ieri notte ripensando a tutti i momenti in cui ho avuto bisogno della prensenza di mio padre, ma non c'era. Ancora non mi capacito del fatto che il mio prof di scrittura creativa sia mio padre. Non posso e non voglio credere che lo sia. Una volta ho fatto addirittura allusioni sulla sua bellezza esteriore. Non posso crederci! E poi se è mio padre perché il suo cognome è Melville e non Styles? Basta, per oggi sono stufo di pensare a lui. Gli chiederò spiegazioni quando torno a scuola. Decido di alzarmi dal letto e scendere giù a fare colazione. Arrivato in cucina trovo mia madre e Gemma che parlano.

- Buongiorno, ometto mio. Dormito bene? - mi chiede mia madre tutta sorridente.

- Buongiorno, mamma. Lo sai che mi dà fastidio quando mi chiami ometto. Comunque si ho dormito bene. -

- Per caso ieri sera stavi piangendo? - continua chiedendomi lei.

- No, non piangevo. -

- Avanti, non mentire a tua madre. So che stavi piangendo e vorrei sapere per quale motivo. - dice lei con sguardo preoccupato.

- E va bene, hai vinto. Stavo piangendo perché mi manca tanto Louis. - mento.

- Oh tesoro. Avresti dovuto vedere il modo in cui i tuoi occhi brillavano quando hai detto Louis. Si vede che ci tieni tanto a lui e se ti manca così tanto, perché non lo chiami? Di sicuro questo aiuterà. -

- Hai ragione, non ci avevo pensato. - rispondo mentre mi allontano dalla cucina per salire in camera mia.

Arrivato nella stanza, mi stendo sul letto e digito il suo numero. Dopo tre o quattro squilli, Louis risponde.

- Buongiorno, amore mio. Come hai passato la vigilia del nuovo anno? - domando conoscendo già la risposta.

- Buongiorno, riccio. L'ho passata con Stan, siamo andati in discoteca. Tu? -

- Sono stato a casa con la mia famiglia. Ti sei divertito con Stan? -

- Si, ma preferisco divertirmi in altri modi con te. - afferma Louis con voce maliziosa.

- Peccato, non possiamo. Siamo lontani. -

- La lontananza non è un problema, possiamo fare sesso in altri modi. -

- Che cosa intendi?- chiedo curioso.

- Intendo che possiamo farlo attraverso il telefono. -

- Cosa? Io non sono il tipo che fa queste cose. Mi manca il tuo cazzo, ma non sono così disperato da abbassarmi a certi livelli. E se entrasse mia madre e vedesse che suo figlio si sta segando al telefono? -

- Beh, mi risulta che in passato ti sei abbassato a certi livelli senza problemi se capisci cosa intendo. E poi per quanto riguarda tua madre, mi risulta che hanno inventato la serratura apposta per situazioni come questa. -

- Stai dicendo che hanno inventato la serratura perché sapevano che secoli dopo due ragazzi gay di nome Harry e Louis, avrebbero voluto fare sesso telefonico e il ragazzo di nome Harry avrebbe avuto paura che sua madre entrasse? -

- Esatto e adesso falla finita, chiudi quella porta che ho bisogno di venire. -

- Lo sai che non mi piace quando diventi aggressivo perché io rifiuto di fare sesso con te.

- E tu lo sai che non mi piace essere rifiutato quindi fai ciò che ti dico oppure chiudi la chiamata. -

- Va bene, ciao Louis. Buon anno! - termino la chiamata prima che Louis riesca a rispondere.

Beloved || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now