CAPITOLO 12

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"Essere amati per quello che si è, è la più grande eccezione. La grande maggioranza ama in altri solo ciò che gli presta, i propri sé, la loro versione di lui o di lei."

-Johann Wolfgang

Bella mossa Beatrice!Brava! Mostragli quanto poco controllo hai del tuo corpo, a sto passo finirai per vendergli la tua verginità su un piatto d'argento

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Bella mossa Beatrice!
Brava!
Mostragli quanto poco controllo hai del tuo corpo, a sto passo finirai per vendergli la tua verginità su un piatto d'argento.

-Ehi ehi! Cosa ti ha fatto quell'impasto?-

Mi destai dai miei pensieri, voltando lo sguardo verso la figura di mio padre, fermo sulla soglia della cucina.
Era una domenica mattina, e mi ero imposta sin dal risveglio di fare una torta, tutto con la scusa di tenermelo lontano dalla mente, ma purtroppo il mio intento stava affondando come il Titanic.
Scossi il capo, fissando la poltiglia sul tavolo. Un groviglio di farina e uova.
-Accidenti!-
Adesso neanche la torta potevo fare in santa pace.
- Beatrice? Tutto okay-
Fissai di nuovo mio padre in silenzio, e per qualche secondo non dissi nulla. Anzi non cercai proprio di parlare.
-Beatrice Herondale! Non mi pare di essere un fantasma!-
A volte ero persino stanca di parlare...

Eh già! Per fortuna che però con Jace non perdi mai l'occasione!

-Taci coscienza del cacchio!-

-Beatrice insomma!-

-Papà è un brutto momento!- ribattei innervosita.
Lui alzò gli occhi al cielo.
-Lo vedo... Donne!- disse sotto i baffi.
La valigetta da lavoro nella mano destra, e le chiavi nell'altra.
-Vado a lavoro okay? Ci vediamo dopo-
Si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte e poi mi abbandonò a me stessa.
Sospirai rumorosamente, sollevando il dorso della mano sulla fronte.
Pensare a Jace era molto più faticoso di quanto pensassi. Era giunto il momento di liberarmi un po' la testa.
Il resto della domenica lo passai con una visita dai miei nonni e il naso tra le cose da studiare. Tutto parve seguire un filo molto ordinario e banale, fino a quando non ricevetti un messaggio da parte di Katelyn.

Oh cavoli! Mi ero persino dimenticata di chiederle della visita a sua madre.

Messaggio in entrata:
Kate: " Potresti venire da me? Le mie compagne di classe se ne sono andate, e sono a casa da sola."

Proprio come me.

Messaggio in uscita:
"Certo dammi 10 minuti. E Jace?

Un'altra vibrazione giunse velocemente.

Messaggio in entrata:
Kate:"Non lo vedo da ieri sera. Dopo la visita non è più rientrato a casa".

Mi alzai preparandomi per spendere un'altra notte a casa Eyre. Il mio cuore palpitante all'idea di rivederlo, o meglio, l'imbarazzo alla quale avrei dovuto sottopormi, nel caso lo avessi incontrato.

🔸️🔸️🔸️

[Diverse Ore Dopo]


Non riuscivo a chiudere occhio, Katelyn dormiva indisturbata, come se non ci fosse un domani. In quanto a me, avevo provato a prendere una camomilla ma niente, nessuna traccia di sonno eppure, apparivo stanca.
Mi alzai piano, dirigendomi verso il balcone di camera sua. Un mini terrazzo che dava spettacolo sulla flora dietro casa.
Mi appoggiai sulla ringhiera, inalando l'aria fresca. Gli occhi chiusi e i capelli preda del venticello di quella notte.
E così restai, fino a quando non potei chiaramente sentire delle voci.
-Mi devi mollare Demerya-
Jace?
Avrei riconosciuto quella voce ovunque, anche se fossi stata in una stanza soffocata da suoni risonanti.
Mi nascosi nella penombra del balcone,
le voci provenivano da sotto il balcone.
Forse stavano chiacchierando dietro casa, e non era molto rispettoso da parte mia restare, tuttavia...
- Dí ancora una stronzata del genere!-
-Cazzo! Non sei la mia ragazza! Scopiamo e basta!-
Sussultai a quella rivelazione, pronta a sparire dentro casa, ma la mia curiosità ebbe la meglio, tenendomi inchiodata sul suolo.
Ci fu un rumore sordo e poi una serie d'imprecazioni.
-Devi rifacciarmelo ogni volta Jace?! Giuro che alla prossima te lo tiro più forte-
-Mi hai rotto le palle...-
Jace parlava sommessamente, il tono colmo di rabbia, abbastanza tangibile da poterlo percepire.
Amici con benefici?
Wow, e io che pensavo fossero una coppia fissa con alcune problematiche.
Allora Kate, non mentiva, ci aveva visto giusto.
-Ricordati cosa hai promesso a mio cugino!-
-Lasciami stare!-
-Sei in debito con lui, non è mica morto in vano!-
-So bene cosa gli ho promesso! E l'ho sempre fatto!
Sgranai la vista, aguzzando l'udito.
-'fanculo, non è vero!-
-Demerya! la promessa consisteva nel prendermi cura di te, non portarti all'altare!-
Seguì un altro ceffone, ovvero, ero sicura fosse il suono di una mano contro la pelle.
-Non ti ho chiesto di portarmi all'altare! E comunque prenderti cura di me, significa provvedere ai miei bisogni e io ho bisogno di te!-
-Cazzate!-
A sto punto, arretrai verso l'interno, consapevole di aver sbagliato e di non dover sentire più nient'altro. Ma nonostante i miei buoni propositi, inciampai, cadendo con un solido tonfo sul pavimento.
Merda!
-Chi cazzo è? Tua sorella non stava mica dormendo?-
Cribbio!
Mi rialzai subito, infilandomi sotto le coperte, pregando che non salissero sù a controllare.

BE HONEST (In Revisione)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن