CAPITOLO 63

253 15 10
                                    

"Ho immaginato un mondo dove i nostri pianeti non coincidevano".

-Shawn Mandes

-Shawn Mandes

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

⚜️JACE⚜️

Rigirai la collana d'oro tra le mani, l'anello argentato infilato in essa. Avvinto dai ricordi del passato, il proprietario di quel gioiello lontano... Passato da mani in mani fino ad arrivare a me.

🔸🔸🔸
 
~//Flashback//~

-Jace che stai facendo? -
Daniel entrò nella sala dell'appartamento dove viveva con suo fratello Nicholas, una modesta dimora intessuta nella sua semplicità eppur elegante, radiante.
Il soffitto alto e le ampie finestre stile tudor che permettevano alla luce del sole di filtrare nell'intero soggiorno.
In tutto questo stava una zazzera bionda, il Davide di Michelangelo, così lo aveva descritto.
L'angelo senza ali.

-Sì? Che c'è? -

Jace alzò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi celesti, ammalianti. Limpidi come le acque dolci di un mare mai inquinato, ed era arduo non soffermarsi a fissarlo ogni tanto.
Il suo modo solitario di fare, l'espressione concentrata, talvolta turbata.
La maniera in cui perlustrava le cose che toccava, i pensieri di cui si cibava.

-Vieni, ti devo mostare una cosa... -

🔸🔸🔸

-Jace dobbiamo andare, i rinforzi sono arrivati...-
Ritornai con la mente per terra, chiudendo la catena al collo, la pistola nella cintura, sulla parte destra. E con un sospiro seguii Nicholas fuori dal motel.

🔸🔸🔸

-Questa è per te Jace...-
Il giovane ragazzo aveva guardato l'uomo davanti a sé, i suoi calorosi occhi castani, la chioma scura.
La sua effige davanti allo specchio antiquato che gli stava davanti.

-Per me? -

Jace analizzò il pendente, la parola "Familia", incisa sul bordo interno dell'anello. La sottile catena dorata.
-Sì, vedi nessun altro nella stanza? - Daniel fissò il ragazzo, sorridendo appena.
-No, non posso accettarlo... -
Jace scosse il capo allungando la mano verso di lui, con lo scopo di restituirla ma Daniel non provò a riprendersela, anzi, spinse dolcemente il braccio di Jace lontano da sé.
-Perché no?- lo interrogò curioso.

Jace sbuffò cercando le parole giuste, l'espressione confusa e afflitta.

-Dovresti darla a Nicholas,
non a me...-

Daniel infilò le mani in tasca, avvicinandosi di qualche passo, un sorriso fioco ancora inciso sulla bocca larga.

-Nicholas ne ha già una, questa è per te-

Jace soffermò lo sguardo sul suo migliore amico.
Un giovane uomo, molto più grande di lui, sia in altezza che in età.
Jace aveva solamente 16 anni allora, e Daniel era per lui come un fratello, una figura paterna e un amico.
Un amalgamato di tutte le cose che voleva in una persona.

-Ma ci è scritto Famiglia… E io non sono la tua famiglia-rispose lui, socchiudendo gli occhi.
Il tono basso e gli occhi amareggiati.

-Sì esatto, non hai il mio stesso sangue, ma sei pari uguale... Jace, ti considero come un fratello quanto Nicholas...-

Jace scosse il capo di nuovo, perplesso; non sapendo come prendere quelle parole come sue. Accettare che Daniel lo stesse invitando nel suo mondo.

-Com'è possibile...? - domandò di nuovo, non essendo in grado di concepirlo, non trovandosi degno.

Non abbastanza come persona a sé stante per essere incluso in qualcosa di più grande.

-Jace, ascoltami bene... - Daniel posò le sue mani sulle spalle di lui.

-Hai mai visto un incendio bruciare solamente una sezione di un'abitazione?-

Jace socchiuse gli occhi, inclinando leggermente la testa di lato, l'espressione pensierosa, di chi stava ragionando.
-No... Il fuoco divampa e se non spento, si espande... - rispose incerto.

-Esatto, così fanno le persone quando le permetti di entrare nel tuo mondo, nel tuo cuore-

Jace Eyre non seppe che dire, se non fissare il suo migliore amico con occhi nuovi. Empatici.

Lucidi.

-Si prendono tutto Jace... E noi gli permettiamo di farlo, perché diventano importanti, diventano la tua seconda famiglia-continuò lui.

-Ho occupato così tanto spazio...?- domando Jace, immobile, perforato nel profondo.

-Sì Jace-
Daniel sorrise ancor di più.

-Hai preso tutto lo spazio che restava... -

[...]

🔸🔸🔸

🌸BEATRICE🌸

Al segnale di Damien, ero scappata fuori dal garage, in cerca dell'auto di Cole, avvistandolo a pochi isolati dal luogo d'incontro.

La macchina era parcheggiata per metà sul marciapiede e per l'altra metà sulla strada.

Mi fermai davanti al suo finestrino, bussando sulla superficie del vetro della macchina, ma per qualche strano motivo Cole non si mosse.
Dall'esterno appariva inerte, contro il sedile del volante, gli occhi chiusi come se stesse dormendo. Provai di nuovo a farmi sentire.

-Cole! Sono io! Beatrice! -
Bussai ancora una volta ma lui non rispose, mandandomi nel panico più totale.

-Cerchi di svignartela, Beatrice? -

Sobbalzai sul posto, voltandomi di scatto, completamente impreparata davanti alla proprietaria di quella voce distaccata. Perfida.

-Demerya...? -

Lei mi sorrise con fare disonesto.
Gli angoli della bocca rossa, alzati verso l'alto. Il senso di pericolo che la avvolgeva.
La sensazione di avere lo stomaco schiacciato dall'ansia, nella consapevolezza che qualunque cosa volesse, le sue intenzioni non erano delle migliori.

-Dove stai cercando di andare, stronza? -

Un piccolo coltellino svizzero nella mano destra, l'aria di chi non aspettava altro se non recare danno al prossimo.

BE HONEST (In Revisione)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora