21 Panico sulla Statale

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Arrivata a Portland da pochi minuti Enn trovò l'indirizzo del fornitore di auto a noleggio che il signor Wolfhard le aveva segnalato, al 310 della Southwest Lincoln l'attendeva una Ford Fiesta grigia metallizzata noleggiata per sei giorni dal padre di Finn. La gentilezza di quell'uomo aveva colpito molto Enoelle, in un primo momento le era sembrato schivo per proteggere la privacy del figlio che spesso, per via della sua popolarità, si ritrovava ad essere vittima di stalking o di fan invadenti e scatenate.

Prese le chiavi dell'auto e una mappa dell'Oregon dalla reception prima di salire in macchina, tracciò la strada che avrebbe seguito per arrivare a Newport. Non si era mai trovata a guidare in un luogo sconosciuto come in quell'occasione, erano circa due ore e mezza di viaggio quelle che avrebbe dovuto percorrere ed era meglio cercare di non perdersi tra una statale e l'altra.

Il percorso risultava abbastanza semplice in realtà, doveva seguire la I-5 S per Linn County, prendere l'uscita 228 e procedere verso Sud, procedere per la OR-34 verso Lebanon. Seguire la Corvallis-Newport fino al raggiungimento della destinazione; a leggere la mappa sembrava abbastanza facile e veloce.

Fino a quel momento aveva viaggiato sui treni, sui traghetti, in pullman e in aereo, un viaggio in macchina era quello che ci voleva, riusciva a trasmettere davvero la percezione di viaggiare, non importava se fosse al volante o un semplice passeggero, aveva loccasione di fermarsi quando voleva, che fosse per un panorama o per una sosta in uno spiazzo. Lintraprendere una strada nuova in una regione del mondo che mai aveva visto era emozionante e spaventoso contemporaneamente, cera la possibilità di perdersi, nulla era familiare su quellautostrada, nemmeno sapeva che aspetto avesse Newport, eppure era lì, diretta in un luogo mai visto su una strada sconosciuta; le venne da ridere pensando che la sua famiglia la credeva in Abruzzo a fare una vacanza di relax per riprendersi dalla convalescenza.

Lo scorrimento del paesaggio avveniva lentamente un paese dopo laltro, la radio diffondeva im gonna be (500 miles) dei Proclaimers, canzone più che adatta per un viaggio come quello. Un'altra cosa che forniva il viaggio in auto, a parte la metamorfosi paesaggistica, era il continuo proporsi di spunti per riflettere. Sorpassata la città di Salem, il fascino dato dal panorama e dalla musica che lo accompagnava si fece più tenue mentre lansia del suo arrivo a Newport cominciava ad agitarsi in lei.

Anche ammesso che fosse riuscita a trovare gli Studios di cui le aveva parlato il padre di Finn, come sarebbe riuscita poi ad entrare dentro? Sicuramente allentrata ci sarebbe stata una stretta sorveglianza, probabilmente cera anche bisogno di un tesserino per accedervi, era difficile pensare che laccesso fosse libero per tutti, ma anche se fosse riuscita a trovare un modo per poter entrare dentro, poi cosa avrebbe fatto? Sarebbe andata a gironzolare da un set allaltro fin che non trovava Finn? Avrebbero potuto notare una presenza sospetta in mezzo allo star system californiano, quello sarebbe risultato un perfetto comportamento da classica fan svitata, in meno di dieci minuti sarebbe stata buttata fuori dal cancello a calci dalla vigilanza se non addirittura dalla polizia, cosi si sarebbe beccata una bella denuncia per violazione di proprietà privata nonché per molestie fatte a dei personaggi pubblici, sarebbe stata rispedita in Italia con una bella diffida nella valigia. Non era un gran piano in effetti.

Nella sua mente Enn tentava di immaginare la faccia che avrebbe fatto Finn quando si fosse presentata davanti a lui, ammettendo sempre che la riconoscesse al di là dei loro sogni, sarebbe stato contento di vederla in carne e ossa? O forse la loro storia era destinata a rimanere segreta? Celata al mondo reale, nascosta nelle più profonde fantasie di Enn. Ogni miglio che lavvicinava un po' di più a Newport era un punto di domanda in più che si formava dentro la sua testa.

Enoelle si sentì improvvisamente sopraffare dallangoscia come se si fosse trasformata in un violento tsunami, fu costretta ad accostare alla prima area di sosta presente sulla statale, spense lauto e spalancò la portiera per far entrare dentro labitacolo più aria possibile, non si sentiva di scendere dalla macchina per paura di accasciarsi a terra. Quando gli attacchi si presentavano violenti i nervi delle mani si irrigidivano così tanto da costringerla a serrare le dita in un pugno senza più riuscire a sbloccarle, lo stesso succedeva alle sue gambe, si contraevano a tal punto da farla crollare al suolo, come se non fossero più in grado di sostenere il suo peso, come se non bastasse la testa cominciava a girare come una giostra impazzita provocando nausea e confusione, un nodo alla gola bloccava la salivazione e il cuore sembrava battere al di fuori del suo petto.

La sensazione più terribile che tanto devastava Enn in quegli attimi non riguardava soltanto i sintomi con cui le crisi si presentavano, piuttosto era lo stato irreale da cui la sua mente si faceva ingannare, in quelle condizioni la sua vista si offuscava rendendo la visibilità alterata, come se passasse dalla terza alla seconda dimensione in pochi istanti, il cielo appariva fatto di pixel mentre gli edifici perdevano il loro spessore, la loro dimensione, oltretutto il tempo sembrava mutare come la sua visione distorta. Se al di fuori del suo corpo, lattacco era durato due minuti, dentro di sé quella manciata di secondi diventavano eterni, praticamente la sua psiche riusciva, per qualche minuto, a intrappolarla dentro al suo corpo, bastava una buona dose di ansia e suggestione per rinchiudere il suo spirito dentro a una gabbia immaginaria, a volte si sentiva prigioniera di paure che non le appartenevano neanche.

Dentro allo zainetto cera un sacchetto piegato in quattro parti chiuso in una tasca laterale, Enn riuscì a tirarlo fuori dallo scompartimento senza strapparlo nonostante il tremolio agitato delle sue mani, lo posò sulle sue labbra e iniziò a soffiare allinterno della busta per ridurre lossigeno che le si era introdotto dentro ai suoi polmoni durante liperventilazione, infatti lanidride carbonica riuscì a rilassarla e riportare il suo battito a un ritmo regolare.

Lattacco di panico laveva generato lei stessa cercando di sabotarsi con tutte quelle domande che si stava ponendo mentre guidava, era un comportamento quasi abituale per lei. Come si sentì di nuovo stabilizzata scese qualche secondo dallauto per rimettere in moto la circolazione, appoggiata al cofano dellauto seguiva con gli occhi le macchine che sfrecciavano sulla statale, sentiva la carrozzeria scuotersi sotto di sé; nonostante fosse unarea di sosta non era comunque saggio restare ferma sul ciglio di una strada cosi trafficata.

In quel momento Enoelle realizzò qualcosa dimportante, ripensare a tutta la strada che aveva percorso per arrivare fino a quello spiazzo le infondeva una potente consapevolezza; se era capace di sabotarsi da sola quando aveva paura di raggiungere un obiettivo era altrettanto brava nel motivarsi per arrivare fino in fondo e raggiungere il suo scopo, poteva stare lì, immobile sul ciglio della strada, dentro alla gabbia che la sua stessa mente aveva creato oppure poteva prendere le redini in mano, riacquistare il pieno controllo della sua psiche e ricominciare a camminare per la sua strada come stavano facendo tutte quelle auto sfreccianti al suo fianco.

Risalì in macchina sbattendo la portiera, accese la radio portandola a un volume altissimo sulla stazione più rock della California, inserì la marcia e partì sgommando per rientrare in carreggiata, aveva messo tanto impegno per arrivare fin lì, non era proprio il caso di mollare per un po' di banale paura di qualcosa che nemmeno sapeva definire.

Sotto Il Cielo Sbagliato Where stories live. Discover now