18 Richmond

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Non fu difficile trovare l'indirizzo del centro culturale dove si trovava la Richmond Art Gallery, il museo d'arte visitato con Finn durante l'ultimo sogno, dopo quasi quarantacinque minuti di autobus Enn si ritrovò al 7700 di Minoru Gate, davanti al Library and culture center. L'entrata era la stessa che ricordava, anche se in realtà non vi era mai stata, una grande porta automatica a vetri in forma semi circolare posta in cima a una breve scalinata, anch'essa a semicerchio. Erano le 8:50 del mattino, il museo non era ancora aperto, l'entrata era alle 10:00, ma anche se avesse voluto dare un'occhiata all'interno, incuriosita dalle opere che aveva visto in sogno, era lì solo per ripercorrere il tragitto fatto con Finn per arrivare a casa sua durante la loro gita astrale.

Era sicura che, una volta usciti dalla galleria, presero a camminare verso destra su Minoru Gate fino ad un incrocio con dei semafori gialli, passarono davanti ad un edificio grigio e rosso con due file di vetrate che rimaneva sulla sinistra. Da li avrebbe dovuto girare a destra su un marciapiede in curva, affiancato da una stradina che attraversava una parte del parco, circondata da alcuni alberi. Enn scese la scalinata del centro culturale e si avviò in cerca di quellincrocio, lasciò dietro di sé alla sua destra il cartellone guida del Minoru Park Plaza e procedette dritta sul marciapiede costeggiando la zona verde del parco e la pineta gigantesca dove alcuni turisti stavano probabilmente facendo colazione al fresco sotto lombra delle enormi chiome degli alberi. Era mattino presto e la temperatura si aggirava sui venti gradi. Enoelle superando la parte del parco dedicata al ristoro dei turisti pensava a come quella temperatura le ricordasse più una primavera che un'estate, in Italia alle nove del mattino in pieno luglio probabilmente cerano già sui 28 gradi, destinati a diventare anche 38 o 39 durante larco della giornata, con un tasso di umidità e afa pari al 90%; lì in confronto al clima mediterraneo era una pacchia, era molto più sopportabile, anzi, era un clima perfetto, non troppo caldo, non troppo freddo, decisamente meglio rispetto a casa sua dove probabilmente anche lacqua del mare bolliva dal caldo, abbastanza da cuocerci la pasta.

Una volta arrivata allincrocio lascio ledificio grigio e rosso alla sua sinistra e voltò a destra su Greenville Ave, si ritrovò in un viale alberato. Inizialmente la strada le sembrava famigliare, ma dopo un po' di tempo che camminava cominciò a dubitare di essere sulla via giusta, guardandosi attorno non riconosceva niente, i suoi ricordi stavano cominciando a confondersi, non era più sicura di dove si trovasse la casa di Finn, forse aveva saltato un passaggio, poteva aver saltato qualche traversa da imboccare di cui si era dimenticata, a quel punto, lunica idea che le venne in mente fuperdersi.

Giunta in Canada da poche ore non poteva più rinunciare a trovarlo, tanto meno con la scusa che i sogni si erano fatti meno nitidi col trascorrere del tempo. Decise quindi di cambiare strada, si incamminò per alcuni minuti in una via parallela per Granville Crescent poi, decisa a perdersi per trovare la casa del sogno, scelse di intraprendere a piedi più vie, osservando tutte le facciate delle abitazioni che le si presentavano davanti, continuò su Azure Rd, dopo una cinquantina di metri voltò a destra su Madrona Crescent, una strada fatta a forma di ferro di cavallo e a un certo punto dopo tanto camminare, si ritrovò davanti a una casa bianca con il tetto spiovente, con le finestre bianche e le ringhiere grigio scuro come le tegole; lingresso della stradina conduceva di fronte alla porta di un garage con parcheggiato davanti una monovolume scura, alla sua sinistra dava sul giardino una grande porta in legno chiaro con un battente in bronzo.

- Lho trovata! - disse Enn soddisfatta e immobile allinizio della stradina davanti alla facciata della casa. Alla finestra della mansarda le sembrò di vedere qualcuno muoversi allinterno della stanza, forse era Finn, non riusciva a capirlo, era situato troppo in alto e la luce del sole rifletteva proprio contro il vetro della finestra, fece qualche passo avanti nel vialetto, a quel punto non rimaneva altro che bussare, ma il panico, infimo come sempre, assalì la sua mente con pensieri paranoici per farla desistere e costringerla a tornare indietro.

Sotto Il Cielo Sbagliato Où les histoires vivent. Découvrez maintenant