12 Pausa Twitch

22 6 0
                                    

Alle 4:00 del mattino il pullman su cui viaggiava Enn si trovava ad Akureyri, una piccola zona di parcheggio libero; il veicolo si fermò per permettere ai passeggeri di scendere a sgranchirsi le gambe o altro prima di riprendere il viaggio su un nuovo pullman. Da quell'area di sosta sarebbero ripartiti successivamente con una coincidenza verso le cinque del mattino, l'autista scese dal mezzo per aiutare a scaricare i bagagli più pesanti poi risalì e bloccò la porta automatica per potersi concedere un pisolino in santa pace.

Enoelle si era addormentata come un pesce lesso a metà del viaggio, con la testa all'indietro appoggiata al sedile e il naso allinsù, quasi sembrava persino boccheggiare come una trota durante il sonno. Un ragazzino che si stava avviando a scendere insieme a suo padre la vide che ancora se ne stava li sonnacchiosa, allora le si avvicinò e con lintento di svegliarla le scrollò un braccio per indurla ad aprire gli occhi. Enn diede una piccola scossa per lo spavento poi aprì gli occhi ancora assonnati, vide davanti a sé un ragazzino che la stava fissando, probabilmente aveva sui tredici o quattordici anni, la sua pelle aveva un tono molto chiaro e i suoi capelli erano castani, sempre molto chiari, leggermente lunghi e coperti da un berretto di Assassins Creed.

- Che cè? - gli domandò Enn con tono burbero, il ragazzino storse il naso e le indicò le persone ordinate in fila che si apprestavano a scendere dal bus con i loro bagagli.

- Við verðum að fara af stað eftir klukkutíma sem tilviljunin kemur - gli mugugnò il giovane in una lingua a lei sconosciuta.

Enoelle lo guardò con stampato sulla faccia un immaginario, ma gigantesco punto di domanda.

- Che hai detto?- le chiese confusa, a quel punto intervenne il padre del ragazzo che era riuscito a intendere la provenienza della ragazza e spiccicando qualche parola in italiano le disse: -Signorina dobbiamo scendere perché arriva l'altro pullman- Enn comprese perfettamente - Ah!- esclamò - La ringrazio, grazie anche a te per avermi svegliato- rispose rivolgendosi anche al ragazzino che, dopo aver compreso da che paese provenisse Enn rispose - Prego - sorridendole divertito nel vederla cosi goffa appena sveglia, poi si voltò e raggiunse luscita assieme al padre. Enn seguì il loro esempio, afferrò lo zainetto e il trolley incastrato sopra alla sua testa nella rete di protezione apposita e scese seguendo gli altri passeggeri nello spiazzo di sosta dove, con calma, avrebbero atteso la coincidenza che lavrebbe condotti a Reykjavik.

Enoelle si accomodò sul marciapiede vicino alla porta del Bar, vi erano solo due panche allinterno della piazza; pensò fosse giusto lasciarle libere per permettere ai passeggeri più anziani di riposare seduti comodamente, lei era ancora molto assonnata e di entrare a mangiare o a bere al bar dello spiazzo non ne aveva nessuna voglia, era giusto andata un momento in bagno e poi aveva deciso di sedersi fuori dallingresso ad aspettare il pullman con un occhio aperto e uno ancora chiuso, se avesse avuto con se una tanica di benzina lavrebbe sparsa sul marciapiede dandogli fuoco per sterilizzarlo così da potersi sdraiare a dormire ancora un po', ma ahimè non era solita viaggiare con taniche piene di combustibile attaccate alle bretelle dello zaino, per cui si accontentò di starsene seduta come tutti gli altri giramondo di cui poteva godere la compagnia durante quellora di pausa.

Il ragazzino dalla lingua incomprensibile si sedette a sua volta sullo stesso marciapiede, a pochi centimetri da lei, questo creava dei problemi allunico occhio narcolettico di Enn che ancora cercava di restare aggrappato a quel dolce assopimento interrotto sullautobus, questo perché il ragazzo stava giocando con il suo smartphone tenendo il volume al massimo irrompendo aggressivamente nelle orecchie di Enn con forti rumori di spari; probabilmente era ipnotizzato da qualche video game o un video su You Tube riflettete lei, oltretutto poteva anche sentirlo ridere in mezzo a tutti quei suoni scoppiettanti, era improbabile sentire delle vere risate accompagnare dei veri spari, anzi, era anche inquietante sentire un ragazzino ridere mentre guardava qualcuno colpire a suon di proiettili qualcun altro, pensò.

Sotto Il Cielo Sbagliato Where stories live. Discover now