Capitolo 19 "Come un uragano"

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Buttai il post- it ed andai ad aprire la porta. Che ci faceva a casa mia?

"Jason?"

"Jake."

"Che ci fai qui?"

"Mi ha invitato tuo fratello."

Sopirai. Allora era tutta opera di Eric, certo.

"Lui non c'è... Però puoi entrare."

Lui lo fece ed io gli sfilai la giacca. Ci fu un momento di imbarazzo.

"Grazie." disse semplicemente.

Lo feci accomodare in sala.
Andai in cucina ed aprii il frigo: c'era del cibo già pronto. Eric aveva organizzato tutto. Alzai gli occhi al cielo e tornai in sala con un paio di piatti di cibo tailandese, poi mi sedetti sul divano accanto a lui.

"Senti, ti va di guardare un film?"

Fece spallucce ed io ne presi uno a caso dallo scaffale dei dvd.

"Una storia d'amore?" domandò, alzando un sopracciglio.

"S-sì, ho scelto un po' a caso..."

Sorrise. Il suo sorriso era così bello. Iniziammo a mangiare ed una volta finito, lui si avvicinò a me.

"Posso?"

"Sì."

Appoggiò il suo braccio sinistro sulle mie spalle, stringendomi a sé. Dovevo stare calmo, era solo uno stupido film e la sua mano stava solo accarezzando la mia spalla. Deglutii.
Misi una mano sulla sua gamba e feci lo stesso, aspettando una sua reazione. Ormai il film poteva anche andare a farsi benedire: l'avevo visto tantissime volte, conoscevo i dialoghi a memoria.

Jason abbassò il braccio facendolo scivolare lungo la schiena, poi alzò la mia T-Shirt, giusto quanto gli serviva per sfiorare la mia pelle. L'altra mano andò a stringermi una coscia ed io sospirai, socchiudendo gli occhi. Poi si spostò in un altro punto, facendomi sobbalzare appena.

"Che fai...?" mormorai.

"Secondo te?"

Mi afferrò il volto ed io arrossii.

"Perché mi eviti, Jake? Non ti piaccio proprio?"

No anzi, era proprio quello il problema: mi piaceva anche fin troppo e non riuscivo a tenere a bada il mio panico quando stavo con lui.

"Baciami, stupido." proferii, guardandolo negli occhi.

E lui non se lo fece ripetere due volte. Andò a baciare le mie labbra, le quali ormai conosceva anche un po' troppo, poi mi fece sdraiare sul divano, sovrastandomi con il suo corpo caldo.
Accarezzai una sua guancia e socchiusi le labbra, consapevole di ciò che stava succedendo.

"Ti voglio, ora..."

No, non lo avrei respinto, quello non era più un banale gioco, il mio cuore ne era la conferma: batteva con vigore, lasciandomi senza fiato.

"Allora prendimi, Jason." mormorai con voce calda e sorridendo appena.

Mi sfilò la maglietta, lasciandola a terra.

"Aspetta." mi alzai. "Andiamo di sopra."

Salimmo le scale, mano nella mano. Avevo il cuore in gola e ad ogni passo in meno che ci divideva da quella camera da letto, la consapevolezza che stavo per donargli una parte intima di me stesso, mi travolgeva sempre più intensamente.
Chiusi la porta dietro alle nostre spalle e lui si sdraiò sul materasso, aspettando con pazienza ed osservandomi con quello sguardo seducente che usava sempre per provocarmi. Però c'era una luce diversa nei suoi occhi quella volta, una luce che non avevo mai visto prima.
Appoggiai la schiena sulla porta e sospirai, guardandolo dall'alto in basso.

Jake e Jason | Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora