Capitolo 38 "La storia di Jason|Noi Siamo Infinito"

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Il mio nome è Jason McCurthy. Ho diciotto anni e vivo a Londra. I miei genitori non sono stati sempre così freddi. Quando ero piccolo mi riempivano d'amore. Ero il solito figlio viziato della famiglia ricca. I miei genitori ne pagavano altri per far giocare i loro figli con me. Ero solo, i bambini non stavano con me perché volevano, ma perché erano costretti.
Spesso i miei dovevano partire per lavoro, così io venivo affidato alla signora Stevens, Milly Stevens. Era una donna con un cuore d'oro. Le chiedevo sempre perché mi lasciavano solo, e lei aveva la pazienza di rispiegarmelo con dolcezza, ogni volta. Purtroppo venne a mancare quando avevo sei anni e da lì la mia vita cambiò: ero solo.
Dopo qualche giorno dall'inizio delle elementari nella scuola privata, mi feci espellere, perché misi a soqquadro la mia classe in preda ad un attaco d'ira e picchiai un mio compagno. Ce l'avevo con il mondo e con la mia vita. Ero arrabbiato con i miei genitori e con la signora Milly che mi aveva lasciato solo. Mia madre e mio padre parlarono con il preside, che gli consigliò di iscrivermi ad una scuola pubblica. Ormai l'anno era a metà, quindi sarei stato in svantaggio rispetto agli altri. I primi giorni nel nuovo istituto furono noiosi e nessuno mi notò più di tanto. Ero sollevato, perché per tutta la mia vita ero stato sempre al centro dell'attenzione con quelle noiosissime cene di famiglia, eventi o ricevimenti, ai quali dovevo sorridere e salutare sconosciuti su sconosciuti. Un giorno, però, tutto cambiò... Mi si avvicinò un bambino.

"Sei tu?!" urlò, attirando l'attenzione degli altri.

"Scusa?"

"Il riccone."

"Suppongo."

"Ma sentitelo come parla!"

Gli saltai addosso e quella fu una di numerose risse tra me e Blane. Sì, proprio lui. Durante l'estate facemmo una tregua, ma tutto ricominciò all'inizio del secondo anno di elementari. Un giorno, durante la ricreazione, stavamo mettendo in atto l'ennesima scenetta, in cortile, quando...

"Ma non vi stancate mai voi due?"

Ci alzammo e ci pulimmo dai fili d'erba che si erano incastrati tra i nostri capelli. Davanti a noi c'era una bellissima ragazzina bionda, che aveva l'aria scocciata e le braccia incrociate.
Io e Blane ci guardammo poi ci voltammo di nuovo verso di lei.

"È da mesi che vi picchiate! Basta! Siete degli immaturi!"

Fu quello il mio primo incontro con Helen e fu da quel giorno che me ne innamorai.

Col passare degli anni noi tre diventammo inseparabili. Loro due erano gli unici veri amici che avevo. Non erano pagati per stare con me, ci stavano perché volevano. A tredici anni accadde l'inevitabile: io e Blane entrammo in 'competizione' per Helen, ma alla fine lei scelse me. Era sempre stato così: le ragazze avevano sempre preferito me a lui. Forse avrei dovuto capirlo o avere qualche sospetto.
Il mio primo bacio con Helen fu all'età di tredici anni. Eravamo piccoli, ingenui, ma ci volevamo tanto bene. Era un affetto tra amici che era tramutato in qualcosa di più forte. Blane si stava allontanando da me. Il mio migliore amico mi stava abbandonando. Mi sentivo solo, così mi chiusi in me stesso per l'ennesima volta. Non uscivo di casa, non mangiavo abbastanza e a soli tredici anni bevevo e fumavo. Finché un bel giorno, Blane spuntò dal nulla davanti alla porta di casa mia.

"C'è Helen?" chiese.

"No. Scusa ma dopo mesi che non mi parli, tu pensi ad Helen?"

"Ma allora sei proprio un coglione! Sono venuto qui per te! Guarda come ti sei ridotto, guarda! Jason hai solo tredici anni, abbiamo solo tredici anni e questa vita è troppo corta per essere tristi, rovinarsi o rinchiudersi in casa."

"Ma che cazzo stai dicendo?! Non venire a farmi il discorso da santarellino. Lo sai bene che lei ha scelto me e tu non l'hai mandata giù. È colpa tua se sto così! Mi hai lasciato solo!"

Jake e Jason | Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora