Capitolo 1 "Una scommessa?"

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Arrivato a casa mi precipitai subito in camera sbattendo la porta, incazzato. Buttai lo zaino per terra e mi sdraiai sul letto. La odiavo. Quella ragazza mi faceva impazzire: Sarah quella volta aveva proprio esagerato.
Slinguazzarsi con uno sconosciuto davanti a tutta la scuola, per una "scommessa". Forse in altre circostanze l'avrei perdonata, ma quella volta aveva proprio superato ogni limite. Poi per chissà quale motivo, stavo perdendo interesse per lei in quel senso. Si sentiva trascurata, mi aveva confessato una volta, ma io non potevo farci niente.
Mentre pensavo a tutto questo e la testa minacciava di esplodermi, sentii la porta del piano di sotto aprirsi: Eric era tornato. Scesi le scale e mi piazzai davanti a lui.

"Ehi Jake! Come stai?"

"Quella troia... mi fa impazzire!" esclamai, incapace di controllare la mia rabbia.

Mi guardò un po' perplesso, poi mi propose di andare in sala e parlarne. Lui prese due birre ed io gli spiegai cos'era successo.

"Ehm, dici che quello che lei ha baciato è gay?"

"Sì! Lo sa tutta la scuola, ma nessuno lo giudica, anzi le ragazze lo trovano attraente e molti ragazzi... be' lo stimano, perché ha avuto le palle di fare coming out davanti a tutti. Per me va bene, non voglio criticarlo, ma se è gay perché ha accettato di baciare Sarah? Per una scommessa poi!"

Eric alzò gli occhi al cielo e scoppiò a ridere.

"Ma perché ti fai tutti questi problemi? Era una scommessa, no? Uno stupido gioco. E se lui è gay come affermi tu, non ti porterà di certo via la ragazza." dichiarò, dandomi una pacca sulla spalla.

"E se facesse finta di esserlo?"

"Ma che ti salta in mente? Comunque io ho fame, vado a mangiare a casa di Meredith e stasera non torno."

Certo ed io sarei rimasto solo come sempre, mentre lui sarebbe andato a "mangiare" da Meredith. Mi limitai a sorridere, infine tornai in camera e mi sdraiai nuovamente sul letto. Dopo circa venti minuti sentii di nuovo la porta del piano di sotto sbattere: Eric se n'era andato.

La casa era silenziosa ed io solo come un cane. Il telefono squillò: era Sarah. Squillò a vuoto per qualche minuto poi smise. Non volevo parlarci con quella. Non volevo.

Jake e Jason | Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora