Nell'ufficio di Erwin

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E così mi ritrovo di nuovo nell'ufficio del preside, in piedi davanti alla sua scrivania, con quella brutta sensazione di quando il corpo smette di produrre adrenalina restituendoti la capacità di capire quanto tu sia stupido. Ci sono abituata, faccio sempre cose stupide, ma Levi... Per quanto ne so non ha mai commesso più di qualche ritardo. Sembra così dispiaciuto...
Smith, dall'altra parte della scrivania, ci fissa con le sopracciglia inarcate e gli occhi di fuoco.
«Mi aspetto la massima serietà dai ragazzi dell'ultimo anno, tanto più da voi due. Se intendete mantenere la mia fiducia e quindi la libertà di cui godete nell'amministrazione dei vostri club non potete permettervi di disertare i vostri doveri.»
Poi si calma, ci squadra. Guarda Levi negli occhi.
«Siete consapevoli che il poter frequentare la scuola è un privilegio, non dovete sprecarlo.»
Si rivolge a me, penetrando la mia anima con quegli severi occhi azzurri.
«Ho investito molto su di voi, intendo portarvi al diploma fra un anno e un giorno alla laurea.»
Capisco a che gioco sta giocando: ci conosce e sa cosa dire per manipolarci. Ma ci sono persone da cui vale la pena farsi manipolare.
Ora mi pento di quello che ho fatto. So che balzare un giorno di scuola non è una cosa grave e che Erwin non è davvero arrabbiato, ma so anche che se continuassi a farlo lui smetterebbe di fidarsi di me. E io non voglio che succeda, ci tengo davvero alla sua fiducia. Ho bisogno di spiegare, di scusare Levi.
«Mi dispiace, è colpa mia. Ieri sono tornata tardi e oggi non ero pronta per l'interrogazione.»
«Se vuoi tornare a casa prima posso esosnerarti dal club.»
«No!» lo interrompo d'istinto, lui sorride.
«Allora impara a organizzare il tuo tempo e gli impegni.»
«Lo farò.»
«E tu Levi? La tua giustificazione?»
«Non potevo lasciarla sola, non se la sarebbe cavata.» Cosa?
«Giusto.» Giusto?
Lancio un'occhiataccia a Levi, che mi risponde con uno sguardo sarcastico. Anche Erwin ride sotto i baffi. Mi sento leggermente, ma proprio leggermente presa in giro. In un attimo l'atmosfera grave si spezza, crollando in un luccichio di frammenti di vetro. Il peso che schiaccia i miei polmoni da quando abbiamo visto Erwin al parco si alleggerisce all'improvviso e non posso fare a meno di mettermi a ridere.

La segretaria bussa alla porta interrompendo la scenetta comica di io e Erwin che ridiamo come idioti mentre Levi ci guarda perplesso.  Annuncia visite. Entrano Jess, una mia compagna di classe, e una ragazza che non conosco con una pila di libri e quaderni a testa.
«Il materiale che ha chiesto.» Dice Jess.
«Prego, appoggaitelo sulla scrivania.»
Appena mi vede Jess mi guarda preoccupata. Le faccio cenno di stare tranquilla e che le racconterò tutto domani. Intanto l'altra ragazza arrossisce guardando Levi, che ha ritrasformato la sua aria dispiaciuta nella solita faccia apatica.
Erwin ringrazia le ragazze e le congeda, poi torna a noi.
«Vi ho fatto portare libri e appunti di oggi dai vostri compagni, potete restare qui a studiare.»
Che bello, non aspettavo altro dalla vita... E così accettiamo la proposta rifiutabile quanto l'offerta del padrino e ci sediamo ai lati della scrivania di Erwin a studiare.

Mentre Erwin consuma il primo caffè del pomeriggio noi apriamo i libri. Levi mi indica una pagina del quaderno della sua compagna, completamente ricoperta di scritte.
"Levi, Levi x Ann, Levi + Ann=♡" 
Ridacchio. Erwin ci lancia uno sguardo che significa solo “Silenzio", così scrivo un bigliettino.

Che cute, lasciale un autografo

Che crudeltà

Non sono crudele, le farebbe piacere

Le dai false speranze

Non ti piace?

È tipo l'ultima tra le ragazze che mi vengono dietro

Sei tu quello crudele! Chi è la prima?

Bho, Petra? Siamo amici ed è una tosta

E io? Pensavo di essere la prima LOL

Convivenza obbligatoria - Levihan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora