Il nostro primo incontro

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Levi's POV
Sfoglio la gazzetta della scuola mentre faccio colazione con una grossa tazza di tè. Sempre le solite cose: "rissa in corridoio: Due primini in presidenza", "Il club di nuoto si prepara alle prossime gare", " dormitorio 3 femminile distrutto"... Aspetta, cosa? Quasi non sputo il tè come nei cartoni animati! Leggo l'articolo preoccupato, nonostante non sia da me, e rimango felice nel scoprire che non ci sono state vittime. Ma rimangono parecchi interrogativi: Dove andranno gli "sfollati"? Ma soprattutto chi è il cretino che è riuscito a distruggere un intero dormitorio? Per fortuna sono riuscito a trovare un'appartamento vicino alla scuola, così non devo convivere con certi svitati. A proposito di scuola... È tardi. Prendo la cartella e corro verso la porta: vorrei evitare la solita mezz'ora di predica della professoressa di italiano su quanto sia irrispettoso arrivare tardi.

  Niente! Missione fallita. Sono arrivato tardi soltanto di dieci minuti e la prof ha iniziato a parlare... Ho sbuffato un po' e lei mi ha mandato dal preside. Poco male: mi farò due chiacchiere con il vecchio Erwin e magari riuscirò a scoprire qualcosa di più sul disastro al dormitorio. Decido di fare il giro lungo della scuola e passare per il giardino: è una bella giornata di settembre e presto non ci sarà più tutta questa luce. Meglio godersela e farsi una passeggiata ogni tanto.
Mentre cammino vedo una ragazza appoggiata a un albero che ride e piange contemporaneamente; è molto stramba ma non mi curo di lei, la guardo solo un po' perplesso. Penso che avvertirò il preside e la farò venire a prendere da un centro psichiatrico.

  Finalmente un'altra dannata giornata di scuola si è conclusa. Il preside non era di buon umore e mi ha mandato via. Sono rientrato a scuola per l'ora di pranzo e dopo le lezioni del pomeriggio me ne sono tornato a casa, dato che le attività dei club sono sospese dopo la distruzione del dormitorio.
Arrivato nel mio appartamento inizio a sistemarlo: deve essere tutto in ordine prima che arrivi la ragazza. Eh già, una ragazza. Me l'ha assegnata la scuola; dovrò ospitare qualcuno dato che il dormitorio non verrà riabilitato per qualche mese. Chissà come sarà... il preside mi conosce, spero che abbia scelto una ragazza adatta a me. Ad esempio non mi dispiacerebbe convivere con Petra Ral, la ragazza di 3ª che frequenta il mio stesso club, ma secondo il cartellino che mi hanno dato la signorina che si presenterà alla mia porta risponde al nome di Hanji Zoe.
Dovrà assolutamente rispettare i miei standard di pulizia e la mia privacy.
Bene Hanji Zoe, ti conviene non interferire con la mia routine quotidiana o non passerai un buon soggiorno qui.

Hanji's POV
Vediamo... secondo il cartoncino che mi hanno assegnato l'indirizzo è questo. Muovo le dita sulla tastiera fino a formare il numero di citofono. L'apparecchio suona tre volte, poi mi risponde una voce dal tono freddo, ma dal timbro dolce.
<<Buongiorno.>> dice.
<<Buongiorno! Sono Hanji Zoe, parlo con...>> butto un'occhiata al cartoncino <<Levi Ackerman?>>
<<Sì, terzo piano a destra, appartamento 314.>> risponde.
Mi apre il cancello e inizio a salire le scale.

Levi's POV
Mentre finisco di spolverare la mensola suona il citofono. Scendo dallo sgabello e mi precipito a rispondere: è la ragazza.
<<Buongiorno.>> dico
<<Buongiorno! Sono Hanji Zoe, parlo con Levi Ackerman?>> chiede con voce allegra e squillante, infastidendomi alquanto. Speriamo che non sia una di quelle ragazzine sempre allegre e carine che fanno le oche dalla mattina alla sera.
<< Si, terzo piano a destra, appartamento 314.>> rispondo.
Le apro il cancello.

Quando compare alla mia porta mi rendo conto che no, non è un oca. Anzi, se non sapessi che è stato il dormitorio delle ragazze ad andare in pezzi penserei che sia un uomo. È molto alta e porta gli occhiali, ma la mia attenzione si focalizza sui suoi capelli: disgustosi. Il colore, un marrone abbastanza scuro, non è niente di speciale, ma quella zazzera fermata in una coda alta è sporca e unta quanto uno swiffer usato. Indossa un soprabito scuro, molto poco raffinato e pieno di macchie di... non lo voglio sapere.
Nonostante l'aspetto a dir poco grottesco della mia ospite la saluto cordialmente e le dò il benvenuto nella MIA casa.

Convivenza obbligatoria - Levihan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora