L'elfo Della Pulizia

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Levi's pov
Hanji entra in casa.
«Hey, Levi!» la sua voce è allegra. Strano, ha lo sguardo stanco...
«Cosa mangiamo stasera? Ordiniamo una pizza? Andiamo al McDonald? Oppure possiamo cucinare i noodles precotti! Leviiiiiiiiii! Mi stai ascoltando?»
«Si si, sto già cucinando.» quanto parla questa ragazza?
Vedo il suo sguardo illuminarsi e il suo sorriso farsi più sereno. «È proprio bello avere un coinquilino!»
Non le rispondo, distratto dal fischio del bollitore. «Stavo preparando un tè, ne vuoi una tazza?»
«Certo!»
Hanji apre dei libri sul tavolo mentre io verso l'acqua nelle tazze. Le porgo la sua bevanda e mi siedo davanti a lei con la mia. Bevo un sorso di tè; il caldo si diffonde per tutto il mio corpo e l'aroma fruttato mi invade la bocca. È la mia bevanda preferita ed è perfetto per questo periodo dell'anno, così freddo e così stressante. Anche in queste giornate faticose il momento del tè costituisce una pausa, uno spazio dedicato solo a me, è sempre stato così e non sarà l'irruenta presenza della mia nuova coinquilina a fermarmi. A quanto pare, però, Hanji non sembra contraria a questa mia tradizione: infatti sta sorridendo mentre intervalla un esercizio di matematica e un sorso di tisana.
Mi soffermo sul suo sorriso. Non è la prima volta che li noto: la risata psicopatica di quella volta che l'ho incontrata in giardino, lo sguardo cordiale che aveva quando si è presentata alla mia porta, il sorrisetto colpevole di quando ha fatto cadere la pasta nel lavandino, il volto sollevato di quando le ho detto che la cena era già in forno, il sorriso stanco ma sereno di questo momento... Penso che sia quel sorriso ad avermela fatta sopportare per così tanto tempo. Quanto sarà passato? Una, due settimane? Chissà se riuscirò ad abituarmi a lei. A proposito, c'è una cosa che devo dirle; una cosa che riguarda gli untissimi capelli c'è le ricadono su quel suo costante sorriso.
«Sai, Hanji... Se mai ti venisse voglia, la vasca da bagno ha l'acqua riscaldata, e se non sei riuscita a portarteli dal dormitorio posso prestarti gli asciugamani e lo shampoo...» ho notato che da quando è qui non ha mai usato la doccia e ho pensato che si sentisse a disagio, quindi ho deciso di essere accomodante e di essere io a proporglielo.
Hanji alza lo sguardo dai compiti e mi squadra. Poi sorride, ancora. Ma questa volta è un sorriso che mi irrita nel profondo, aiutato dalle parole che lo accompagnano. «Ah si, giusto! Ma sono sempre così impegnata... Pensa che è un mese che non mi faccio una doccia!»

Non ne vado fiero, ma sono un tipo manesco e poco controllato: di solito mi trattengo ma la pulizia è il mio punto debole. Colpisco Hanji in testa con un pugno e in un attimo me la trovo svenuta tra le braccia. Ha ancora quel lurido e snervante sorriso sulla faccia. Osservo quei luridi capelli, quei luridi vestiti e quel lurido corpo e capisco che c'è solo una cosa giusta da fare. La adagio a terra, corro in bagno e riempio la vasca di acqua calda e sapone. Poi torno da lei, preparato ad azioni ben più complesse della prima. La prendo in braccio e la porto fino al bagno, poi resto a fissarla indeciso sul da farsi: devo davvero spogliarla? Si, devo. Un'essere così sporco non può stare dentro la mia casa. Ma starò attento a non guardarla perché rimango pur sempre un gentleman. Inizio sbottonando la camicia; bottone dopo bottone il suo corpo si fa più visibile. Guarda te cosa mi tocca fare! Devo spogliarla è tenere anche gli occhi chiusi? Infondo se puzza come un caprone, si muove come una scimmia spastica e ride come uno struzzo, perché dovrei preoccuparmi di non vederla come se fosse una donna? Ma che cosa sto dicendo? Per quanto sia disgustosa devo imparare ad accettare il fatto che è effettivamente una donna. Detto questo abbandonerò comunque le maniere da gentleman dato che è impossibile lavare una persona con gli occhi chiusi. Spero che non si offenderà.
Dopo averla spogliata la immergo nella schiuma della vasca, poi tiro fuori una gamba per lavarla. Con la spugna lavo via terra e polvere dall'arto. Dovrebbe farsi una ceretta, ma questo è un problema secondario. Tiro poi un braccio fuori dalla schiuma e passo la spugna sulla mano callosa e sul braccio. È pieno di cicatrici, graffi e piccole scottature. Chissà come se li è procurati... Beh, considerando la sua espansività non avrò neanche bisogno di chiederglielo: me lo racconterà lei a pranzo prima o poi.
La cosa più complicata è lavare i capelli: la testa continua a cadere avanti e indietro sbattendo contro la vasca e immergendosi nell'acqua. Dopo mille difficoltà riesco finalmente a completare l'impresa e la sollevo per poi portarmela in spalla arrotolata nell'asciugamano come un involtino. La appoggio sul suo letto e mi preparo a rivestirla. Inizio dalle mutandine. L'operazione è complessa: non è la prima volta che ne maneggio un paio ma di solito la ragazza è consenziente. Tocca poi al reggiseno marchingegno ad alta difficoltà anche con una ragazza collaborativa. Con la massima abilità possibile mi cimento nell'infilare ogni gancetto al suo posto. Rinuncio e lascio il marchingegno ganciodotato sul comodino. È stata una sconfitta schiacciante, ma ho combattuto con onore nonostante l'avversario fosse molto più forte di me. Le metto il pigiama pulito e la infilo sotto le coperte. Poi chiudo la porta ed esco, soddisfatto del mio arduo lavoro.

Hanji's POV
Apro gli occhi e vedo una luce intensa e bianchissima che mi acceca. Intorno a me tutto è candido e morbido. Un odore di sapone inebria i miei polmoni. È il paradiso? Mentre riacquisto coscienza della mia persona mi accorgo di non ricordare niente. Cerco i miei occhiali con le mani e li trovo sul comodino, li indosso e lentamente inizio a svegliarmi. Mi alzo e arrivo in cucina dove trovo una sorta di elfo intento a servire la cena. «Ben svegliata. Sei giusto in tempo per la cena.»
Quella voce mi risveglia completamente. Ora ricordo tutto! Beh, quasi tutto...
«Levi sei tu...» sussurro ancora frastornata sedendomi al tavolo.
«Per caso sai perché ho i capelli bagnati e profumo di sapone?» lui scrolla la testa portando i piatti in tavola.
«Capisco, sarà stato l'elfo della pulizia.»
«Ah sì... Aspetta hai detto elfo?» Non capisco, sembra arrabbiato.
«Sì, l'elfo della pulizia. Non conosci l'elfo della pulizia?»
«Ah si, l'elfo della pulizia...» dice poco convinto.
«Dovrò raccontarti la leggenda.» affermò e inizio a raccontare intervallando la storia alla cena. Lui inaspettatamente accenna un'espressione rilassata, quasi un mezzo sorriso mentre mi raccomanda di non parlare con la bocca piena. Credo proprio che passeremo tante belle serate qui a parlare e che alla fine riusciremo a diventare grandi amici.

~Angolo autrice~
Sono inaspettatamente tornata dopo secoli di assenza! Di _honey3_, colei che ha commissionato questo libro, non c'è traccia quindi conto sui vostri commenti!

Convivenza obbligatoria - Levihan Where stories live. Discover now