Fanculo la razionalità.
Non riesco a non toccarla.

La afferro per i fianchi e con un movimento rapido la porto sulle mie gambe, intrappolandola sul bacino pulsante, che aumenta il ritmo non appena sento le sue cosce premere.

Le ginocchia affondando nei cuscini morbidi dei divanetti, le dita a premere leggermente sulle mie spalle per reggersi, come per paura di farmi male.

Tutto ciò che leggo sul suo volto è stupore.
Non se lo aspettava.
Nemmeno io, a dirla tutta.

Mi guarda con occhi fumanti, mentre un sospiro di sorpresa viene rilasciato dalle sue labbra carnose, che presto vengono strette dai denti, aumentando ancora di più la mia ebrezza di lei.

Le mie dita sono ancora posate sui suoi fianchi morbidi, timorose di spostarsi e fare qualcosa di... licenzioso.
Ma lei sembra volermi tentare, perché presto un luccichio lussurioso le abbaglia la vista, facendo intendere qualcosa che forse dovrei ignorare.

Abbasso lo sguardo sui nostri corpi uniti, deglutendo sonoramente quando noto il suo vestito troppo alzato per uno come me.
Le cosce abbronzate e sottili sono scoperte quel che basta per farmi immaginare a dismisura, strette contro i miei fianchi, come se avessero bisogno di sostegno.

Sto impazzendo.

«Scott» un sussurro labile il suo, la lingua dolce e timorosa che fa scivolare il mio nome sul palato, facendolo sembrare un disperato richiamo di aiuto.

Sono caduto nella trappola, cazzo.

Appoggio la mia mano sulla sua gamba destra, percependola ruvida e tesa per colpa della pelle d'oca.
Ed io me ne compiaccio come non mai, custodendo gelosamente l'effetto che ho su di lei.

Amanda mi fa venire voglia di essere un peccatore, in tutti i sensi.

Si avvicina, posando le labbra morbide sulla mia mandibola, ricoperta da un leggero strato di barba, che mi impedisce di sentire a pieno i baci delicati.

Afferro i suoi capelli in un pugno, stando attento a non tirarli e farle del male.
Faccio affondare il suo viso nel mio collo, guidandola dove voglio che mi tocchi.

Un sospiro sussegue ogni bacio languido, che presto si fa più intenso, fino a che non lascia segni indelebili sul mio corpo, a marcare il suo passaggio.

Il mio indice si allunga sotto alla gonna, arrivando all'attaccatura delle cosce, morbida e grinzosa, fino a sfiorare l'orlo del pizzo sottile.

Non dovrei.
No, che non dovrei.

Ho un tale bisogno di toccarla, che sento le dita tremarmi, il respiro farsi sempre più pesante e i pantaloni stretti.

Devo calmarmi, però.
Il mio istinto animale mi sta pregando di farla mia in questo preciso istante, ma la spaventerei e non me lo perdonerei mai.
Voglio che piaccia ed entrambi, che non si senta a disagio o un semplice oggetto sessuale.

No, lei non è solo questo.

Presto però, la sua mano si posa sulla mia e solo ora mi accorgo del fatto che non mi sta più baciando, ma ha il volto proprio davanti al mio.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now