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«Va bene, ho capito», mormora Harry parlando al telefono. «Le devi lasciare tutto lo spazio che vuole, non metterla sotto pressione e poi sai benissimo che anche tu sei fatto nel medesimo modo.

Detto ciò ci sentiamo più tardi che adesso devo prepararmi per andare al lavoro». 

Lo seguo con lo sguardo mentre continuo a mangiare i miei cereali e facendo finta di niente quando si gira verso la mia direzione. «Ti conosco talmente bene che non vedi l'ora di chiedermi qualcosa», dice. «Quindi, sputa il rospo». 

Lo stronzo mi ha beccato. «Come si sente?»

«Toby ha detto che e uscita dalla camera soltanto un paio di volte per mangiare e per andare in bagno, da quando tu l'hai riportata a casa sabato mattina», risponde prima di bere il suo caffè. «Inoltre, ha detto, che questa mattina sembra diversa». 

Sento i campanellini d'allarme suonare all'impazzata. «In che senso sembra diversa?» domando mentre inizio a sparecchiare la parte del tavolo dove ho mangiato fino a pochi secondi fa. 

«Nel senso che questa mattina era felice e stava ridendo mentre si preparava per andare all'università alla quale devi andarci anche tu», dice. «Datti una mossa, se no farai tardi. 

Finisco io di sparecchiare tutto». 

«Grazie Harry», dico mentre vado a mettermi le scarpe. «Ci vediamo oggi pomeriggio perchè se non ricordo male, dopo la fine dei corsi devo andare insieme a Peyton nell'ufficio del vostro capo». 

Si gira verso di me. «Ma tu non lavori più per lui, non dopo tutto quello che è successo l'anno scorso». 

«Infatti è quello che credevo», dico. «Anche se secondo me Alex non ha ancora capito questa cosa, dato che è stato lui ha dirmelo inoltre è la seconda volta che mi chiama nel suo uffIccio insieme a Peyton».

Alza le spalle. «Mentre siete lì farò in modo di venire anche io, voglio assistere». 

«Va bene». 



Non sono riuscito a seguire praticamente nessuna lezione per intero, visto che per la testa avevo altri pensieri. Ho la costante paura che quello che penso sia la cruda realtà di quello che scoprirò oggi pomeriggio. 

Così decido di saltare le ultime due ore di lezione per andare alla caffetteria e aspettare che Peyton finisca le lezioni. Ma con mia grande sorpresa abbiamo avuto la stessa idea. 

Si gira verso di me, come se avesse percepito la mia presenza e così le faccio segno di andare via. Prima finiamo di sistemare questa storia, prima potremmo andare a casa. 



«Entrate», dice Alex facendoci segno di entrare nel suo ufficio. «Scusatemi tanto se ho dovuto disdire l'appuntamento dalla scorsa settimana, ma ho avuto da risolvere alcune questioni delle quali vi volevo parlare».

Ripeto, penso di aver già capito, ovviamente spero con tutto me stesso che non lo sia soprattutto per il bene della persona seduta alla mia destra.

Alex guarda prima Peyton per poi girarsi verso di me. «Visto che io non sono così bravo come la mia fidanzata in queste cose, cercherò di arrivare il prima possibile al punto principale», mormora tirando da sotto la scrivania una cartella piena di fogli. «Ho un'offerta di lavoro per entrambi».

«Ma entrambi abbiamo già un lavoro», dice Peyton.

Scuoto la testa.  «Non ci posso credere», sussurro sperando che nessuno dei presenti mi abbia sentito ma fallisco nel mio intento.

«In fin dei conti non sei così stupido come crede moltissima gente e a quanto pare sei l'unico ad aver capito subito quello che genere di lavoro vi voglio offrire.
Posso anche dare per scontato che tu accetti», ridacchia puntando lo sguardo sulle mie mani strette a pugno.

«Potete spiegare anche a me di cosa cavolo state parlando?» domanda Peyton ma viene ignorata da entrambi.

Lo fulmino con lo sguardo. «Io ho già capito quello che ci stavi offrendo la prima volta che ci hai chiamato qui e personalmente non credo io abbia altra scelta se non quella di accettare», dico e sul suo volto compare un grande sorriso, tipo quelli che fai il giorno di Natale quando ricevi il regalo che desideravi. «Accetto ad una sola condizione».

Ora tocca me sorridere appena il suo scompare dal volto, rimpiazzato da una stranissima espressione. «Non credo tu sia nelle condizioni di chiedere delle condizioni».

«Io credo proprio di sì e credo di essermi guadagnato un posto più alto in tutto ciò, esattamente dopo l'incidente», dico. «La condizione è che lei stia fuori da tutto ciò.
Quei tizi, che tu chiami amici, non la devo nemmeno sfiorarla con lo sguardo».

Peyton si gira verso di me e appoggia la sua mano sulla mia, che istintivamente la intreccio alla sua. «JJ mi puoi dare delle spiegazioni, per favore».

Guardo le nostre mani intrecciate per qualche secondo prima di scattare in piedi, per poi andare verso la grande vetrata dietro la sua scrivania e nel preciso istante entra anche mio fratello.
Non ci posso credere, pensavo che tutte queste cose fossero finite e a quanto pare mi sbagliavo .

«Rischi di metterla in pericolo, proprio perché tu vuoi proteggerla da tutto quanto e sai anche tu che non possiamo evitare questa cosa.
Non sei l'unico che vuole proteggerla, ci sono anche altre persone e sai benissimo che tutti noi abbiamo qualcosa da perdere», dice Harry mentre si siede sul bracciolo della poltrona dov'è seduta l'unica ragazza presente nella stanza. «Peyton, qualsiasi cosa sentirai da adesso in poi deve rimanere qui perché le cose si mettono abbastanza male se la notizia arriverà nelle mani sbagliate».

Vedo la paura farsi spazio nei suoi occhi ma annuisce comunque.

«Aspettate un attimo, io ho già sentito questo discorso uscire dalla bocca Alex. Sono esattamente le stesse parole», mormora Peyton puntando lo sguardo verso il suo capo. «Vuoi riprendere le corse clandestine con le moto e le auto, esattamente le stesse corse alle quali ho assistito svariate volte durante questi ultimo anni.
Credo di aver ragione anche sul fatto che vuoi me e JJ come piloti, e a quanto pare anche Harry se no non sarebbe qui ad assistere a tutto questo. Quello che mi chiedo invece è: perché volete proprio me come pilota?»

Quella ragazza è più sveglia di tutti noi messi insieme, per questo sono sicuro che sarà la migliore per quanto l'idea non mi alletta moltissimo. 

«Peyton ti vogliamo perché sei la migliore, infatti voglio che voi due gareggiate insieme come coppia.
Hai ragione su tutto quello che hai detto e devi anche capire che io ho le mani legate, esattamente cose voi», dice Alex. «Sfortunatamente questo cerchio della nostra vita non si è chiuso come pensavate, ma possiamo fare in modo che succeda.
Il problema peggiore è che questa volta siamo coinvolti letteralmente tutti».

Si alza in piedi ad una velocità incredibile prima di prendere lo zaino. «Cosa intendete con tutti noi?»

Tocca a me darle questa notizia. «Quelli presenti in questa stanza, i Thompson e Toby. Mi dispiace tantissimo Peyton», dico quando finalmente trovo le forze per guardarla negli occhi ma quello che vedo non mi piace per niente.

«Non avrei mai voluto che tu...»

«Nessuno lo avrebbe mai voluto», mormora Harry mentre appoggia la mano sulla sua spalla. Quel gesto non mi sfugge.

«Ho bisogno di tempo per accettare questa nuova notizia», dice prima di andarsene via. 

Cazzo, penso mentre tiro un pugno contro il muro alla mia destra. 

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