17 Peyton

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«Wow». L'unica parole che ho sentito pronunciare da parte dei miei amici negli ultimi cinque minuti, più o meno da quando siamo arrivati davanti al nuovo locale.

«Ma avete perso l'uso della parola oppure non sapete più parlare?» chiedo agli altri. «No, perché a me sembra che voi abbiate dimenticato come si faccia».
Alla fin fine hanno ragione, il locale è fantastico soprattutto perché è stato costruito su due piani e perché si trova a qualche strada da casa mia. Al piano terra troviamo la pista da ballo principale con il bar e la postazione del dj sulla sinistra, mentre sulla destra le scale.
Di sopra si può accedere soltanto se prenoti uno dei tavoli che circondano la seconda pista, e noi abbiamo fatto esattamente così. Il tavolo si trova esattamente di fronte alla vetrata che consente di vedere la pista sottostante.

Arrivati ci sediamo subito sui divani mentre JJ e mio fratello vanno al bancone per ordinare da bere. «Come per tradizione, il primo shot deve essere tequila, sale e limone», urla JJ cercando di farsi capire con tutta questa musica in sottofondo.
Tutti dicono che il sale diminuisca il "bruciore" della tequila, mette il limone aumenta il sapore. Sono dei grandi quelli che riescono a mandare il liquore giù, senza l'aiuto di questi due ingredienti.

Passiamo l'ora successiva a bere, ma soprattutto a parlare e ridere come pazzi. «Voi potete fare come volete ma questo ragazzo qui vuole ballare per tutto il resto della serata, se no rischia di addormentarsi su questo divano», urla Harry. «Penso di andare di sotto, quindi chiunque desidererei unirsi a me è ben accetto».
I cugini Thompson si alzano in piedi per poi andare nella stessa direzione dell'amico, mentre io cerco di capire dove si sia cacciato mio fratello. È sparito da qualche minuto.

Passo subito a bere il mio drink preferito, il moscow mule.

«Signorina mi farebbe l'onore di concedermi qualche ballo insieme a lei?» mi sussurra JJ all'orecchio. «Ne sarei molto onorato se lei accettasse la mia proposta».

«Se non ricordo male, io ho già accettato la sua proposta qualche giorno fa all'università», dico scoppiando a ridere. «Ma a quanto pare te ne sei già dimenticato».

Mi prende per mano mentre scendiamo le scale per andare nella pista sottostante. Appena troviamo un posticino dove possiamo ballare senza andare a sbattere contro altre persone, JJ appoggia le mani sui miei fianchi mentre io metto le braccia intorno al suo collo.
Questa vicinanza tra di noi non mi alcun fastidio e ho come la sensazione che questa serata cambierà parecchie cose della nostra vita nei prossimi giorni.
Parlando di cose più belle Io dirò tutta la vita che JJ è il miglior ballerino che esista al mondo, ma dopo varie canzoni sinceramente ho bisogno di una boccata d'aria.

Mi alzo sulla punta dei piedi per avvicinarmi al suo orecchio. «Ho bisogno di uscire per qualche minuti, tu vieni con me?»

Urla per farsi sentire. «Tu intanto vai», dice. «Io arrivo subito, prima vado ad avvisare gli altri».

Sinceramente non pensavo di aver bevuto così tanto, infatti me ne rendo conto soltanto quando esco fuori e mi appoggio contro il muretto per non rischiare di cadere malamente di faccia. «Lascia che ti aiuti io, bellissima», dice un ragazzo accanto a me mentre mi porge la mano. 

Impiego diversi secondi per capire chi mi stia parlando e appena capisco di chi si tratta rimango abbastanza sorpresa. «Lasciamo in pace, tu devi stare il più lontano possibile da me», mormoro mentre me ne vado via. 

Mi si para davanti. «Non andartene così in fretta», dice Nathan. Questo ragazzo, lo chiamo così se no userei altri termini che sicuramente non sono adatti ad un pubblico più piccolo. «Ti ho visto ballare con un tipo, ma non ho potuto vedere chi era e sinceramente non saprei come reagire se fosse stato Jackson». 

Non mi piace per niente questo ragazzo, quindi cerco di stargli al gioco e allo stesso tempo gli do una spinta abbastanza forte. «Penso che se fosse stato lui in questo momento non saresti qui a parlare con me», dico. 

«Credo tu abbia ragione», risponde mentre si posiziona a qualche centimetro da me, così vicino che respiriamo praticamente la stessa aria e appoggia le mani contro il muro all'altezza dei miei fianchi. «Sogno di fare quasta cosa dalle superiori». 

Posso confermarmi che con questo suo modo di fare la sbronza mi è passata del tutto. «Io te lo sto dicendo nel più calmo modo possibile», dico sorridendo. «Se fossi in te, in questo momento io inizierei a preoccuparmi, ovvero te ne pentirai se entro tre secondi non ti levi».

«Bellissima io non vado da nessuna parte», sussurra e appoggia le sue mani sul mio sedere. 

Sto per alzare il ginocchio per colpirlo dove fa più male, mando qualcuno me lo leva di dosso. «Te lo ha detto in modo molto calmo di levarti, perchè lei è fatta così ma io non agisco in quel modo. Io passo direttamente hai fatti», ringhia JJ prima di tirargli un pugno che lo manda al tappeto. 

JJ si inginocchia accanto a Nathan e lo prende per il colletto della camicia. «Vedo che non sono stato abbastanza chiaro l'ultima volta che abbiamo parlato», dice. «Non devi farti mai più vedere dai miei amici e dalla mia famiglia. Questa è l'ultima volta che lo ripeto e spero non ce ne sia una prossima. 
Quindi adesso vedi di sparire, anzi ce ne andiamo noi». 

JJ mi prende per mano e quando siamo arrivati a metà strada fino a casa si gira verso di me con una velocità impressionante. «Io e te nei prossimi giorni riprendiamo le lezione di autodifesa, adesso però andiamo a casa», mormora a qualche centimetro dalla mia faccia.

«Perché?» sussurro e penso che lui non mi abbia sentito, ma mi sbagliavo dato che inizia a urlare.

«Perché non voglio che una situazione del genere si ripeta mai più fino a quando io sarò insieme a te!» urla così forte che alcune persone che stanno tornando anche loro a casa si girano verso di noi. «Non dovevo lasciarti uscire da sola, dovevo venire con te».

Lo abbraccio. «Tu non hai nessuna colpa, non puoi proteggermi da tutti quelli che sono intorno a noi», dico e fa per ribattere ma lo fermo subito. «Adesso ti prego andiamo a casa, ne riparliamo domani mattina quando l'effetto dell'alcool su entrambi sarà sparito del tutto».

«Va bene». Mi posa un bacio sulla fronte prima prendermi nuovamente per mano e incamminarci verso casa mia.

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