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«Forse abbiamo qualcosa per poter andare dal procuratore e chiedere un mandato di perquisizione» affermò Massimo appena lei gli fu accanto.

«Cosa hai trovato?»

«Stamattina ho chiamato la sua ex moglie e ho saputo che nei giorni della scomparsa di Fabio, Francesco era a Mentone»

«Non so dove sia»

«È in Francia subito dopo il confine con Ventimiglia, lo so bene perché ci ho lavorato per alcuni anni lì»

«E quindi?» Elisa continuava a non capire

«Mentone è solo a venti chilometri da Bordighera» affermò lui «con la macchina ci metti dieci minuti»

«Ma sei sicuro?»

«La moglie ne è sicurissima, ma non è tutto, la donna dice che va lì tutti gli anni per trovare un amico d'infanzia che è paralizzato su una sedia a rotelle dovuto all'incidente in orfanotrofio» sorrise ammiccando leggermente

«Che incidente?»

«Mi sono fatto la stessa domanda, quindi appena attaccato con la donna sono andato a cercare nelle cronache dell'epoca. Ci ho messo quasi un'ora ma alla fine l'ho trovato. Sembrerebbe che causa una fuga di gas ci fu un'esplosione che fece crollare metà edificio causando la morte di quattro ragazzi e il ferimento di una decina, tra cui l'amico che Francesco va a trovare a Mentone»

«Va a trovare l'amico per i sensi di colpa?» Elisa iniziava a farsi un quadro della situazione ben preciso

«Questo non lo so, non è mai venuto fuori il coinvolgimento di nessuno per quell'incidente, ma è sicuramente qualcosa del suo passato di molto forte che lo stress e la rabbia per il divorzio può aver riportato a galla»

Lei sembrò riflettere per qualche secondo «sì, hai ragione» ammise.

«Dobbiamo andare dal commissario capo Ambrogi, raccontargli tutto e chiedere il mandato per perquisire la casa di Gualtieri»

«Credi che Ambrogi ci ascolterà?»

«Per questo ti ho fatta venire, lui è molto legato a Gualtieri, ha sempre avuto una considerazione notevole di quell'uomo, specialmente come ispettore, ma se andiamo in due... Tu sei un medico rinomato hai una fama che ti precede decisamente alta e questo potrebbe farlo desistere dal fare resistenza» affermò

«Pensi che quello che abbiamo trovato basti?»

«Dobbiamo convincere Ambrogi, mentre io gli espongo i fatti tu fai leva sul bambino scomparso e sul fatto che dobbiamo fare di tutto per cercare di ritrovarlo» rispose Massimo «se convinciamo lui il procuratore firmerà sicuramente il mandato» asserì alla fine.

***

Aveva pranzato in un piccolo locale adibito a ristorante di una pensioncina poco fuori la città, non lontano dalla sua abitazione. Era un locale tranquillo, piacevole e pulito e poi conosceva il proprietario da alcuni anni. Il titolare aveva chiuso con vetrate un piccolo cortile sul retro e sistemato pochi tavoli in cerchio, aveva riscaldato l'ambiente con una stufa tipo caminetto al centro. Seduto al suo tavolo in angolo Francesco spesso si perdeva tra quelle fiamme. Non c'era molta gente ma si mangiava bene e poi in quel posto, gli sembrava di percepire quel calore di casa, quella sensazione che aveva perso già da alcuni anni, ancor prima che Clara se ne andasse. Aveva sbagliato tutto con sua moglie. Aveva sbagliato a trascinarla in quella città, aveva sbagliato a non accorgersi del suo grido d'aiuto, aveva sbagliato a intrecciare una relazione con Annalisa, non avrebbe dovuto lo sapeva, ma quando era capitato non aveva avuto né la forza né la voglia di rinunciarci. Era stato un piccolo raggio di luce in una notte di tempesta. La sua vita era buia da anni. Aveva pranzato così, con questo senso di nostalgia e sconforto che lo avvolgeva. Spesso la mente lo riportava a quel caso e allora continuava a ripensare allo sguardo di Elisa in quel bosco, e quella sensazione di sconforto aumentava. Aveva provato a ritornare con la mente ai giorni precedenti, chiedendosi cosa potesse aver sbagliato per farla sospettare di lui. Perché ne era più che sicuro: la dottoressa Ricci lo aveva messo nel mirino.

«Tutto bene ispettore?» Ignazio il titolare si era avvicinato al tavolo con un sorriso distogliendolo da quei pensieri.

«Si grazie Ignazio» rispose pulendosi il muso con il tovagliolo «come sempre fai i complimenti alla signora per la cucina»

«Sarà fatto» la sala era ormai vuota se si eccettuava una coppia dall'altro lato che chiacchierava amichevolmente. Ignazio si avvicinò ancor di più al tavolo «queste voci su bambini ritrovati morti sono vere?» chiese a bassa voce. Non voleva attirare l'attenzione ma la curiosità e la paura era tanta.

Francesco lo guardò e lui continuò «vede ispettore ho un nipotino di dieci anni e sono sinceramente preoccupato»

«Ti capisco» rispose alzandosi «ci stiamo lavorando e lo prenderemo»

«Quindi quello che si legge sui giornali è vero?»

Gualtieri gli passò accanto «purtroppo si» sussurrò mettendo una mano sulla spalla dell'uomo. Ormai era inutile nasconderlo, la stampa aveva già scatenato il panico tra la gente.

Aveva pagato alla cassa ed era uscito in strada avviandosi verso la sua abitazione. L'inverno era finito ma ancora il freddo si faceva sentire. In quel momento un messaggio sul cellulare dell'ispettore capo Ambrogi lo lasciò perplesso: una squadra sta andando a casa tua con un mandato di perquisizione. Fu come prendere un pugno nello stomaco. Accelerò il passo inoltrandosi nel vicolo. Una perquisizione a casa sua?

Svoltò l'angolo e come arrivò nei pressi della sua abitazione iniziò a vedere alcuni lampeggianti.

I suoi uomini lo lasciarono passare mentre oltrepassava le volanti fino a fermarsi davanti ad Ambrogi, Ricciardi e la dottoressa Ricci.

«Mi spiegate che succede?»

«C'è stata una segnalazione» disse Ambrogi cercando di coprire la dottoressa e il giovane ispettore «è solo un controllo»

Gualtieri alzò gli occhi sull'uomo «da quando vi muovete solo su una segnalazione?» era rabbioso

«C'è la vita di un bambino in gioco e non possiamo lasciare nulla di intentato» Ambrogi sostenne il suo sguardo «e poi sono sicuro che non hai nulla da nascondere» continuò dandogli il mandato.

Francesco lo prese senza nemmeno leggerlo «vi apro io così evitate di rompermi la serratura» e nel momento che disse quella frase un campanello si accese nella sua mente. La porta sul retro aperta che aveva lasciato il giorno prima.

Era un ottimo investigatore, capiva bene le dinamiche di un'indagine. Dopo aver aperto la porta si girò a guardare i volti che aveva davanti con l'assoluta certezza di essere stato incastrato.

Mentre i suoi uomini entravano nella sua casa.

© Dan Ruben

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