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La donna continuava ad urlare. Le grida rimbombavano nelle stanze del piccolo commissariato crescendo d'intensità minuto dopo minuto. Con quella confusione era impossibile concentrarsi.

Gualtieri uscì dal suo ufficio e si diresse al piano inferiore per vedere cosa stesse succedendo.

Allo sportello davanti a due agenti una donna urlava minacciosa inveendo verso gli uomini in divisa, mentre un'altra stava piangendo al suo fianco poggiata alla parete divisoria

«Gaetani che succede?» urlò rivolto all'agente di guardia affacciandosi dalle scale

«Una denuncia ispettore» rispose trafelato l'agente che cercava di calmare la donna

«Prendete gli estremi e smettetela di gridare» disse Gualtieri

La donna più giovane si girò verso le scale «quante denunce dobbiamo fare perché ci ascoltiate» urlò verso l'ispettore

Gualtieri stava per rispondere ma poi si trattenne vedendo le altre persone in attesa nella sala d'aspetto. In quel momento di tutto aveva bisogno tranne di attirare l'odio dell'opinione pubblica o peggio ancora la curiosità di qualche giornalista.

Con un profondo sospiro scese gli ultimi gradini cercando di mantenere la calma «di cosa si tratta esattamente?» chiese con il tono più dolce che poteva in quel momento

«Sono qui per la denuncia di morte di un bambino» si intromise Gaetani. Cercava di riguadagnare punti facendo credere all'ispettore che aveva tutto sotto controllo mentre in realtà la rabbia di quelle donne lo avevano sopraffatto

Gualtieri si avvicinò alle donne «che denuncia?»

«Mio figlio» la donna che piangendo era stata in silenzio fino a quel momento si intromise alzando lo sguardo sull'uomo «Giuliano Manfredi»

Come sentì il nome del bambino Gualtieri si bloccò fermandosi all'istante. Aveva già sentito quel nome, era comparso nel fascicolo di Ricciardi sulla scomparsa di Amedeo Nutti.

Guardò le due donne, poi l'agente «accompagna le signore nel mio ufficio e fai venire Ricciardi da me» ordinò all'agente

«Agli ordini ispettore»

Le due donne si guardarono e in silenzio seguirono l'agente che le indicava la strada.

***

«Avete già raccolto le nostre testimonianze» la donna più giovane sembrava quella delle due più inviperita, mentre la mamma del povero Giuliano restava in silenzio piangente per gran parte del tempo.

L'ispettore Gualtieri si girò verso Ricciardi. Massimo annuì «ho preso io le dichiarazioni» ammise

Gualtieri si rigirò verso le donne «non capisco cosa ci sia che non va» disse «abbiamo preso le vostre testimonianze e constatato il decesso, è tutto scritto nel rapporto» lo aveva appena letto, era lì davanti a lui sulla sua scrivania

«Vogliamo sapere la verità» disse la donna «non chiediamo altro, solo la verità»

«Quale verità?» chiese Gualtieri, anche se il tono di voce cercava di essere pacato e tranquillo, nella realtà si stava irritando. Capiva il dolore per la perdita di un figlio ma in quel momento aveva altro a cui pensare che all'isterismo di due donne. C'era un folle omicida che dissanguava bambini, il comprensibile dolore di una madre passava in secondo piano in quel momento.

«Come è morto Giuliano?» fu la flebile voce della mamma che intervenne a farlo girare verso quella donna che era rimasta silenziosa fino a quel momento

Gualtieri sospirò, girò lo sguardo su Massimo cercando conforto, poi lo riportò sulla donna «suo figlio è morto per una malaugurata disgrazia» disse

La donna scosse la testa «no» sentenziò decisa, tirando leggermente su col naso. Gli occhi rossi e il viso sfatto di dolore

«Signora Manfredi capisco che il suo legittimo dolore le stia facendo credere qualcosa che non c'è...»

«È stato ammazzato» lo interruppe la donna più giovane

Gualtieri si girò verso di lei «è caduto dal terrazzo del sesto piano» affermò

«Voi non capite» continuò la donna

Gualtieri stava perdendo la pazienza «cosa c'è da capire era salito su quel terrazzo ed è caduto di sotto purtroppo»

«È stato ammazzato» insistette la donna

«Non c'erano altre impronte oltre quelle di Giuliano su quel terrazzo com'è possibile che sia stato ammazzato?»

La donna prese un foglio dalla borsa e lo spinse verso l'ispettore «per questo» disse

Gualtieri lo prese «cos'è?» cercando di guardare il foglio

«È il certificato medico che attesta che Giuliano soffriva di una forma forte di Acrofobia fin dalla nascita» disse decisa la donna guardando Gualtieri negli occhi «non sarebbe mai salito su quel terrazzo, lui aveva il terrore delle altezze, stava male perfino quando saliva in piedi sulla sedia» confermò decisa la donna

Gualtieri spostò lo sguardo su Ricciardi che mosse la testa in segno negativo, non sapeva di quella patologia, non ne era a conoscenza

«Mio figlio» continuò la donna in lacrime «non sarebbe mai salito fin lassù, mai, almeno non da solo e non per uno stupido gioco»

© Dan Ruben

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