13 - Questione di prospettiva

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Mi stava prendendo in giro, probabilmente risentito di tutte le domande della sera precedente. Eppure, non ero stata l'unica a giocare pesante. Non dimenticavo che Alex mi avesse chiesto per ben due volte cosa mi avesse portata a Danvers. E c'era una parte di me, non sapevo quanto sospettosa o quanto paranoica, che aveva l'impressione che quella domanda non fosse stata poi del tutto casuale. Che ci fosse qualcosa nel modo in cui si interessava alla mia vita, per poi sottrarsi quando io facevo lo stesso, che fosse in qualche modo studiato.

Mentre lui continuava a spostare quei detriti, finsi di dover riflettere sulla sua domanda. Impiegai quel tempo per osservare il paesaggio attorno a me, prima di appoggiarmi a un grosso masso. Nella luce tenue dell'alba avevo il continuo terrore di veder spuntare dalla vegetazione un qualche animale pronto a sbranarci. Non sapevo neppure cosa vivesse nei boschi del Massachusetts. Cinghiali, forse? Preferivo non pensarci.

«Se mi dici dove stiamo andando, credo di poter riuscire a rimanere zitta per almeno cinque minuti» conclusi con un pizzico di acidità.

Vidi la sua mano bloccarsi a mezz'aria, prima di lanciare lontano da noi un grosso ramo secco. «Tu? Zitta per più di dieci secondi?» mi provocò con espressione incredula. Poi sbatté tra loro le mani per pulirle dal terriccio «Nah, non credo proprio».

Avrei voluto dire di essere infastidita dalla sua capacità di ribattere sempre con il commento più seccante del mondo. Tuttavia, preferivo mille volte questa versione rilassata e ironica di Alex, rispetto a quella bipolare che avevo conosciuto la sera precedente.

Prima che potessi rispondere, però, mi ritrovai a seguire i movimenti del suo capo, mentre valutava con attenzione l'ambiente circostante. Il sentiero era uno soltanto, eppure avevo l'impressione che Alex stesse cercando qualcosa di diverso dal semplice percorso che si stagliava di fronte a noi.

«Ti porto in un posto dove andavo da piccolo» dichiarò distratto, osservando la radura.

«E intendi farlo andando alla cieca?» chiesi ironicamente, mentre lo osservavo concentrarsi su una parte particolarmente selvaggia del bosco.

Non avevo mai provato una sensazione come quella. Sentirmi affascinata dal posto che stavo visitando ma provare anche un'inspiegabile sensazione di disagio. Alle nostre spalle stavamo lasciando una radura fertile ma ariosa, per insinuarci in una massa frondosa e dal terreno scosceso. Era come se il Wenham Lake avesse due volti: uno da cartolina, amabile e rassicurante, mentre l'altro era più sconfinato... Quasi sinistro, dato che era impossibile vedere dove ci saremmo diretti. Forse la sera prima avrei dovuto specificare ad Alex che, pur viaggiando nei posti più remoti del mondo, non ero comunque una grande fan della natura incontaminata.

Lui non rispose e continuò a osservare un punto in cui la vegetazione era talmente fitta, che l'unico accenno di luce prendeva forma in rade chiazze che illuminavano il terreno, e che sembravano riconcorrersi su una stradina tutt'altro che rassicurante. E proprio mentre il mio cervello confermava che per nessuna ragione al mondo mi sarei addentrata in quella macchia inesplorata, lo vidi staccarsi dal sentiero principale, raggiungendo il limite del bosco.

Strabuzzai gli occhi. Era impazzito? Perché non c'era alcuna possibilità che lo seguissi in quel posto. A maggior ragione, se non ricordava bene la strada.

Alternai gli occhi dalla schiena del ragazzo di fronte a me al sentiero che continuava alla mia destra. Non riuscivo a capire quale delle due opzioni mi piacesse di meno. Anche la strada sterrata, infatti, era talmente malridotta da non risultare esattamente invitante.

«Preferisci continuare da sola?».

La voce di Alex richiamò la mia attenzione e vidi distintamente quanto quella situazione lo divertisse, nelle fossette che si erano formate ai lati delle sue labbra. Incrociò le mani dietro al collo e si limitò a guardarmi con un misto di ironia e soddisfazione, perché era consapevole che non sarei mai rimasta in quel posto da sola e che alla fine lo avrei seguito.

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