Capitolo 11 - Fuggitivo

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Lumia ed Helial erano in viaggio verso la città. Era ormai pomeriggio inoltrato. I raggi rossi del sole si scontravano con delle alte colonne di fumo nero in lontananza. L'acre odore del legno bruciato arrivava fino a loro. Mancavano ancora sei o sette chilometri per Biancofiore. Come mai vi era tutto quel fumo?

"Idiota, ma cosa..." mormorò Lumia, rivolgendosi al fratello nel solito tono insolente.

"MERDA. Ecco cosa, MERDA. Sono arrivati cazzo, è cominciato l'assalto. Maledetti mostri...", Helial cadde in ginocchio sul terreno, imprecando contro tutto quello che il cielo gli stava mandando contro. Possibile che esistesse un Dio che godeva nel vederlo soffrire?

Rimasero entrambi in silenzio. Le dita di Helial tremavano in maniera incontrollabile. Non potevano più raggiungere la città. Avrebbero dovuto fare un giro largo per evitare i Goblin, ma le foreste pullulavano sicuramente di quei luridi mostri. Le pattuglie di ricognizione erano probabilmente sparse tutto intorno alla zona. Helial non poteva permettersi rischi nelle sue attuali condizioni. Sarebbe bastato un Goblin oltre il livello 35-40 a sconfiggerlo in poche mosse.

Helial non conosceva bene né le mappe né le strategie militari. Ignorava completamente quale direzione avrebbe preso l'esercito una volta conquistata la città. Non sapeva dove potessero essere concentrate più pattuglie e dove sarebbe stato più al sicuro.

Prima si alzò da terra poi, con poca galanteria, si fece cadere sul fondoschiena, producendo un tonfo sonoro all'impatto.

Poff

Rimase seduto, rimuginando sull'accaduto a voce alta: "Non possiamo proseguire per la città. Se avessimo attraversato i cancelli saremmo potuti uscire dall'altra parte e cercare di metterci in salvo. Ora è impossibile, c'è una stramaledetta orda di Goblin del cazzo tra noi e la città. Potremmo raggirarla e cercare di raggiungere i fuggitivi, ma la cosa non andrebbe a buon fine..."

"Perché?" chiese Lumia, curiosa di ascoltare il ragionamento di suo fratello. Lei, d'altronde, era ancora una bambina di dieci anni e, nonostante fosse molto sveglia per la sua età, ancora non capiva completamente certe dinamiche.

"Perché? Perché i Goblin andranno a caccia di fuggitivi. Sarebbe già difficile scappare partendo dalla città. Riesci a capire a cosa andiamo in contro noi, che ci troviamo già nella zona battuta da qui mostri? Saremmo carne da macello..." borbottò Helial. "Io non sono uno stratega e non conosco bene la mappa della zona, oltre alle strade per arrivare in città. L'unica opzione è cercare di fare un giro lungo. So che andando verso est c'è una catena montuosa dove non dovrebbero esserci bestie feroci. Andando da quella parte possiamo cercare di valicare le montagne e metterci in salvo, ma... Io non ho grandissime abilità di sopravvivenza e sono praticamente menomato. Se dovessero attaccarci più di tre lupi insieme non potrei garantire la tua incolumità."

"Del resto", continuò Helial, "restare qui è fuori discussione, possiamo soltanto cercare di metterci in salvo in qualche modo."

Helial strinse le mani. Non aveva altra scelta, doveva cercare di diventare più forte. In quelle condizioni non era solamente innocuo, ma quasi inutile. Non poteva ridursi sempre a scappare.

Ebbe improvvisamente un'idea.

"Lumia, vieni qui di fronte a me e siediti", disse Helial con tono perentorio.

"Che c'è?" chiese la piccola, quasi spaventata dal tono duro del fratello.

Suo fratello maggiore la trattava sempre con i guanti bianchi, non le aveva mai risposto male o con tono aspro, era davvero innamorato di sua sorella dal profondo del cuore. Non aveva nulla a cui tenesse più di quella piccoletta dai capelli color argento. Eppure, per la prima volta, aveva usato un tono diverso dal solito. Lumia era abbastanza scossa.

Il Demone contro il CieloWhere stories live. Discover now