CAPITOLO 20

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Mi rimangio tutto quello che ho detto, è stata una pessima idea. Adesso che ho tutto questo cibo davanti mi pento di tutto. E' stato bello scegliere con Sieg cosa mangiare, scherzare e prenderci in giro sulle relative preferenze, ma adesso dovrei passare al lato pratico e non credo di riuscirci. Al solo pensiero di addentare il pane, la carne e le salse, di doverle masticare mi si chiude lo stomaco e mi viene la nausea.

Come faccio a dirglielo? Non posso tirarmi indietro, dubito che lui sarebbe d'accordo.

Continuo a fissare il pasto di fronte a me con un certo disgusto, indecisa su come comportarmi. Evidentemente la mia faccia deve parlare per me, perchè Sieg mi fissa a sua volta con fare interrogativo.

- Va tutto bene? - mi chiede preoccupato

- Si - cerco di sorridere, ma proprio non mi viene e lui se ne accorge - No, non va bene. Scusa è solo che -

- E' solo che non riesci a mangiare - completa la frase per me e io non ho il coraggio di guardarlo in faccia. Con tutta la gente che muore di fame, non si dovrebbe sprecare il cibo, ma non ce la faccio - Temevo che sarebbe successo - continua sospirando

E io sapevo che gli avrei causato solo problemi, non sarei mai dovuta venire qui, non avrei mai dovuto accettare. Lui si merita di più, molto di più e io non posso fare altro che essere un ingombro. Mi scuso timidamente, guardando con insistenza un punto imprecisato del terreno, non voglio vedere la sua espressione delusa, non la reggerei.

- No no assolutamente non devi scusarti. E' colpa mia, sapevo che ti era difficile mangiare e ti ho proposto qualcosa di pesante ed eccessivo. Avrei dovuto scegliere qualcosa di leggero -

- Stai scherzando! tu sei stato gentile e premuroso, il problema sono io, qualunque cosa avessi avuto davanti non sarebbe cambiato niente. Mi dispiace, ti sto causando un sacco di problemi - sapevo che non sarebbe andata bene, sapevo che non ci sarei riuscita

- Non devi mai più dire una cosa del genere - sobbalzo nel sentire il tono che usa, è arrabbiato e ferito, non mi piace come potrebbe finire tutto questo. Ma, con mia sorpresa, il suo sguardo si ammorbidisce quando raggiunge il mio e mi prende la mano - Tu non sei, non sei mai stata e non potrai mai essere nè un problema nè un disturbo. Io sono qui per te, per aiutarti e ci vorrà del tempo per farlo. Ho visto come ti sei impegnata e sforzata da quando siamo arrivati, ed è ammirevole e mi riempe d'orgoglio, ma non devi correre, hai tutto il tempo che ti serve per cambiare - mi sorride e si alza dal suo posto, apre uno dei cassetti della cucina e tira fuori un coltello. Taglia il mio panino in pezzi piccoli, ne prende uno e lo dispone su un piatto pulito insieme a tre sole patatine, poi porta via tutto il resto. Non capisco bene cosa stia facendo, ma mi piace vederlo muoversi in cucina in modo sicuro, osservarlo corrugare le sopracciglia quando si concentra, quindi taccio e lo lascio fare.

Quando ha finito torna a sedersi e io continuo a fissarlo in modo interrogativo.

- Proviamo così. Prima avevi davanti un quantità di cibo, per i tuoi canoni, eccessiva. Immagino tu non abbia mai mangiato così tanto, quindi partiamo con qualcosa di più moderato. Che ti sembra? -

Sono colpita dalla sua capacità di osservazione, ha avuta solo una singola occasione per vedermi mangiare, eppure ha capito così tante cose. Ha anche pensato in maniera incredibilmente veloce a una possibile soluzione, è veramente un ragazzo fantastico. Non c'entrano la sua famiglia o i suoi soldi, sono sicura che ha raggiunto il successo grazie alle sue forze e alle sue capacità. Mi si riempe il cuore d'orgoglio per lui e di felicità, le sensazioni negative che provavo prima sono sparite. Devo riuscirci per lui, se lo merita.

Torno a guardare il cibo che ho davanti, è davvero poco, ma ha ragione, mi fa meno paura. Lancio un ultimo sguardo fugace verso Sieg, mi guarda con sicurezza, determinazione e fiducia. Mi convinco e allungo la mano per prendere una patatina, evitando di pensare troppo la metto in bocca ed inizio a mangiare.

Sieg sorride, mi guarda con soddisfazione ed ammirazione, poi si siede meglio ed inizia a mangiare anche lui, cercando di andare alla mia stessa velocità. Ha un cuore d'oro.

- Allora, da quale libro partirai? - mi chiede tra un boccone e l'altro, ma non capisco

- Come? - mi lancia uno sguardo divertito

- Insomma, ho questa immensa libreria a cui non dedico abbastanza attenzioni. Sono sicuro che tu potrai farlo al posto mio, quindi mi chiedevo da quale libro vorresti partire -

- Vuoi dire che posso leggerli? - rispondo stupita

- Tutti quelli che vuoi, quando vuoi, come vuoi e tutte le volte che vuoi. Quando li avrai finiti ne compreremo degli altri -

Sono allibita, senza parole e a bocca aperta. Da dove è uscito questo ragazzo perfetto? Deve esserci voluto un sacco di tempo per crearlo. Forse non mi dispiacerebbe così tanto il principe azzurro, troppo azzurro e troppo perfetto, se fosse lui. Non so cosa mi prende o con che coraggio io lo faccia, so solo che vengo attraversata dalla felicità ed istintivamente mi lancio addosso a Sieg, lo abbraccio e lo ringrazio. Lo sento irrigidirsi, devo averlo preso alla sprovvista.

Torno in me, mi stacco e rossa come un pomodoro torno a sedermi al mio posto. Devo alleggerire la tensione, cosa mi è venuto in mente? Rischio di rovinare tutto se mi comporto in questo modo.

- Potrei avere altro da mangiare? - evito di guardarlo, sento che si alza

E mi ritrovo avvolta dalle sue braccia, ha un profumo così buono, così intenso e maschile. Ho deciso che è il mio nuovo profumo preferito, vorrei che le lenzuola del mio letto avessero questo odore. Mi fa sentire al sicuro, protetta, a casa.

- Scusa, non me lo aspettavo, ma puoi abbracciarmi tutte le volte che vuoi. Avere le tue piccole braccia intorno al mio corpo è stato bellissimo -

Mi rilasso nel suo abbraccio e lo ricambio, appoggiando la testa sul suo petto scolpito, posso sentire il suo battito. E' accelerato. Sorrido, allora non sono nervosa solo io.

Sieg si schiarisce la gola e mi libera, già mi manca, sento come se quello fosse il posto in cui dovrei sempre stare.

- Allora - inizia, è arrossito anche lui. Adorabile. - non sprechiamo il tuo appetito - prende il mio piatto, lo riempie, sempre con moderazione e lo appoggia nuovamente di fronte a me. - Domani mattina presto verrà Lin, così quando vi alzeremo ci sarà già la colazione pronta e sarà fatta in casa, non possiamo sempre mangiare d'asporto. Decidi tu cosa vuoi fare, ho visto che non hai portato molto con te, quindi potremo andare a fare shopping -

Al solo pensiero mi viene da sorridere, non credo sia il tipo a cui piaccia andare per negozi.

- E tu saresti disposto ad andare in giro, da un negozio all'altro, con una ragazza, in cerca di vestiti, make up e altre cose estremamente femminili? - fa un faccia pensierosa

- In effetti se la metti così mi vengono i brividi - mi guarda per vedere la mia reazione, ma io rido. La cosa non mi ha offeso, nemmeno io sono una grande appassionata di shopping - Ma se poi penso che vuol dire vederti felice, poterti comprare tutte quello che vuoi, allora non sembra poi così male - assolutamente adorabile, poi mi guarda ancora e fa un sorriso beffardo - Chissà magari avrò anche la possibilità di vederti in lingerie, li ne varrebbe decisamente la pena -

- Ma...ma...come ti permetti - non sono arrabbiata, ma divertita e leggermente imbarazzata, però non posso lasciar correre, quindi gli lancio addosso delle patatine.

Il resto della serata passa così, in tranquillità. Parliamo, ridiamo, scherziamo, c'è una bella complicità tra di noi e scopro con mia sorpresa che non mi dispiace quando mi fa degli apprezzamenti, anzi mi fa felice sapere che gli piace quello che vede, spero che sarà così anche quando vedrà quello che c'è sotto i vestiti, quando vedrà le cicatrici.

Per la prima volta dopo anni vado a dormire serena, senza paura ne incubi.

The Darkness of LifeWhere stories live. Discover now