CAPITOLO 6

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** SIEG **

Guardo Natalie tornare al suo lavoro e mi chiedo come mai questa ragazza mi attiri così tanto. Nella mia vita non ho mai avuto problemi ad uscire con qualunque ragazza io volessi. Un po' il mio aspetto, un po' la mia posizione sociale mi hanno sempre permesso di entrare nel cuore e nel letto di chiunque, ma si è sempre fermato tutto lì, al sesso, nessuna di loro ha mai catturato la mia attenzione, il mio interesse.

Questa ragazzina di soli 16 anni mi è entrata nella mente e nel cuore e ha deciso di non uscirne più. E la sua voce soave, dolce, il suo sguardo sfuggente non hanno fatto altro che alimentare la mia curiosità. Andare oltre sarebbe come aprire il vaso di Pandora, i suoi magnifici occhi verdi me lo hanno raccontato. Ho notato come la luce del sorriso che così di rado appare sulle sue labbra non arrivi mai ai suoi occhi.

Come mai una ragazzina lavora in un posto del genere? Perché ha quest'ansia che l'attanaglia?

Non mi importa a cosa devo andare incontro, non mi interesse se sarà difficile, non conta se dovrà fare sacrifici e rinunce, io voglio arrivare a lei.

Mentre la mia determinazione si fa sempre più forte mi rendo conto che Mark è ancora qui che mi fissa, con quel suo ghigno stampato in faccia. Di solito non promette niente di buono.

- L'ho notato sai - mi dice in tono casuale

- Cosa avresti notato? - so già dove vuole andare a parare, ma io non cederò così facilmente

- Avevi uno sguardo intenso mentre la guardavi - continua a girare intorno alla questione

- Ti pregherei di rivolgere i tuoi complimenti da gay a qualcun altro - so che non si offenderà, anche se non condivido, rispetto la sua scelta di vita e ci conosciamo abbastanza bene da poter scherzare in questo modo

- Oh tesoro! Ma sei così sexy come faccio a resistere! - e ride, sa quanto odio quando fa la queer

- Ti stai divertendo un po' troppo per i miei gusti - e lo guardo fintamente male

- Colpa vostra - dice alzando le mani - mi avete offerto uno spettacolo magnifico, proprio qui sotto i miei occhi, come potevo far finta di nulla -

- Ah si? E dimmi un po' cosa avremmo fatto? - chiedo divertito appoggiando il gomito sul bancone e il mento sulla mano. Mark adora i gossip e adora ficcanasare nella vita sentimentale altrui.

- Ah no mio caro! Non mi freghi mica, sai perfettamente cosa hai fatto. Sei stato cinque minuti a fissarla, l'ha squadrata da testa a piedi. Te la sei mangiata con gli occhi. E mentre parlava, dovevi vederti. Bevevi ogni singola parola che usciva dalla sua bocca come fosse l'acqua di una sorgente nel bel mezzo del deserto -

- Ma come siamo poetici - lo prendo in giro

- Silenzio! - a volte Mark fa proprio paura - E lei mi ha lasciato a bocca aperta. Sai che io leggo le persone come si legge il giornale la mattina. In un mese ho potuto capire che quella ragazza ne ha passate tante e pesanti. Fobia della gente, degli spazi chiusi, del buio e terrore degli uomini. E se crede che non abbia visto i segni che ha sul corpo, beh allora proprio non mi ha capito. Eppure è stata lì a parlare con te come niente fosse e per quanto cercasse di evitare il tuo sguardo ne era attratta, non riusciva a staccarti gli occhi di dosso -

Aspetta cosa ha detto? Ho smesso di ascoltarlo in un punto ben preciso.

- Segni sul corpo? Quali segni sul corpo? Mark cosa stai dicendo! - questa cosa non mi piace per niente. Il disagio di Natalie è abbastanza evidente, ma può anche essere semplicemente sintomo di timidezza, ma i segni sul corpo decisamente no. Adesso sono preoccupato e ho un motivo in più per andare a fondo.

- Stai calmo, non glieli ho mica fatti io. Ho notato che ha sempre i polsi bendati e a volte, quando si lega i capelli o ha delle magliette un po' più scolate, puoi notare delle cicatrici sul collo. Posso garantire anche solo guardandole che non sono incidentali. Le bende sui polsi poi, mi preoccupano un po'. - ha abbandonato anche lui l'aria giocosa per diventare serio.

- Gliene hai parlato? -

- No ovviamente. Non hai sentito cosa ho detto prima? Quella ragazza ne ha passate tante e se i segni che ha sui polsi sono auto inflitti la situazione è più grave di quanto pensiamo. Se gliene parlo avrà paura e scapperà. Se invece continuo a farla lavorare qui e a tenerla d'occhio, magari un giorno si sentirà di confidarsi -

Devo ammettere che il suo ragionamento è sensato, ma non possiamo permettere che continui a farsi del male sperando che un giorno, che potrebbe non arrivare mai, ci parli e si confidi. In qualche modo dobbiamo intervenire ed evitare che la situazione degeneri.

- Cosa posso fare secondo te? - io alla fine l'ho conosciuta ieri e ci ho parlato solo per qualche minuto, lui la conosce da un mese

- Perchè ti interessa? -

Non rispondo alla sua domanda, sinceramente non saprei spiegarlo nemmeno io. Amore? non credo, ho sempre pensato che il colpo di fulmine non esistesse. Per me una relazione si costruisce giorno per giorno, imparando a conoscersi e ad apprezzare anche i difetti dell'altra persona. Si fortifica affrontando e superando prove e difficoltà. Come può dopo un solo incontro esserci amore, vero amore?

- Te lo chiedo Sieg, non per metterti in difficoltà o in una posizione scomoda. Non voglio che tu ti prenda responsabilità che non ti competono. Non devi fare sempre il salvatore delle anime perdute, abbiamo visto altre volte come è andata, ci hai sempre rimesso tu. Per dare vita e speranza ad altri, ti fai del male e perdi qualcosa. Voglio che ci pensi bene, voglio che rifletti su quello che provi. Per una volta non usare la tua testa da avvocato, ma prova a usare il cuore. Ho visto come la guardavi, non hai mai guardato nessun altra donna in quel modo. Se lei ti interessa, ti piace e sei disposto a correre il rischio, sei disposto alle rinunce che dovrai fare, alle sfide che dovrai affrontare, allora ti aspetto domani sera. Se invece non ti senti pronto a impegnarti o la vedi solo come uno dei tuoi tanti casi, lascia perdere. Non infliggiamole ulteriori sofferenze e soprattutto non diamole false speranze. -

Ha perfettamente ragione. Da quando ieri ho aperto quella porta e ho incrociato lo sguardo di Natalie non ho fatto altro che pensare a lei, ai suoi occhi, alle sue labbra, a ogni singolo piccolo gesto che ha compiuto. Ma se dovessi ora spiegare il perché, se dovessi spiegare cosa provo, da dove nasce il tumulto che ho dentro, da dove siano scaturiti questi sentimenti, non saprei nemmeno io come fare. Da quando sono diventato avvocato ho affrontato diversi casi di abusi su minori, violenza su donne, omicidi e ho sempre cercato di entrare in empatia con le vittime e con i loro familiari, di diventare loro amico, di aiutarli a superare il trauma e qualcosa di loro mi è sempre rimasto. Ognuno di loro ha lasciato una traccia nella mia vita, mi ha insegnato qualcosa, mi ha ispirato nel mio lavoro, a non fermarmi mai.

Può essere che io veda Natalie come la vittima di uno dei miei casi? E se Mark avesse ragione?

Il mio sguardo cade in automatico su di lei, la vedo di schiena mentre serve un cliente cercando di essere il più amichevole e sorridente possibile. E' terribilmente dolce. Mi viene da sorridere in automatico.

Per il suo bene e per il mio devo capire, devo prendere una decisione e una volta deciso non si torna indietro.

Pago a Mark il Whiskey e mi avvio verso l'uscita, sarà una nottata molto lunga.

Ma in realtà, so di aver scelto. Ho scelto lei.

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