CAPITOLO 44

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Sean's pov

Quando la porta di casa sbatte, traggo un profondo respiro, tentando di calmarmi, invano.

Impreco sottovoce, rifugiandomi in camera. Ma cambio subito idea, dato che tutto in quella stanza mi richiama la mia ragazza, e decido di farmi una doccia.

Pessima scelta.
Completamente nudo, mi metto sotto il getto dell'acqua gelida, non riuscendo a trovare il modo per far uscire quella calda.

Lo sbalzo termico mi toglie il respiro e passando una mano fra i capelli, respiro lentamente, ancora in preda alla rabbia.

Perché non si confida?
Perché non si apre con me?
È così difficile?
È chiedere troppo?

Poggio il capo sulle mattonelle altrettanto fredde del bagno e sospiro, sconsolato.

Il suo pensiero ci sarà sempre ormai, qualunque sia l'attività in corso e qualunque sia il luogo dove mi trovo.

Ma la doccia continua a riportarmi alla mente quei due soli episodi avvenuti qui.
E io mi rendo conto che senza di lei, non posso stare.

È come se mi mancasse l'aria.

Mi riscuoto dai miei pensieri e decido di mettermi subito alla ricerca di Skye, non appena avrò finito di mangiare qualcosa, dovendo essere in forze per poter girare gran parte di New York.

Skye's pov

"Ci rivediamo Skye"

Tremo sotto il suo sguardo penetrante, una brutta sensazione che permea l'aria e mi toglie il respiro.

"Vorrei poter dire che è un piacere, ma no, non lo è" Mi sforzo di essere spavalda, ma fallisco miseramente.

Lui ride macabramente, e io fisso il mio sguardo nel suo.

Rimaniamo per un tempo indefinito ad osservarci, in una muta sfida, cui non mi sottraggo.

Un ghigno prende forma sul suo volto, vedendo la mia espressione determinata e, senza rompere il contatto visivo, ringrazia Jack per "la sua ineguagliabile bravura" e lo invita ad andarsene, avendo terminato il suo lavoro.

La mia bocca freme per la voglia di ferire Jack anche solo una minima parte di quanto lui abbia fatto con me e non mi trattengo.

"Ehi! Jack! Ma tu lo sai che Eli è un vero maschiaccio? Con tutti quei suoi frequenti rutti, certamente non molto femminili, e con le sue scoregge ha sempre allontanato i ragazzi che le ronzavano attorno." Mento spudoratamente, godendo quando lo vedo sbiancare e deglutire vistosamente. "Per non parlare delle sue strane manie. Ma non vorrei spaventarti, d'altronde c'è sempre di peggio no?" Non attendo un suo minimo cenno e, sentendo il profumo della vendetta, aggiungo sorridente "C'è chi a sedici anni passati ha ancora paura del buio, peggio dei neonati"

La sua faccia passa dal bianco candido al rosso porpora e io rido vittoriosa, non riuscendo a trattenermi.

E rido ancora di più quando Mirko aggiunge, serafico:"Allora è questo che ti aveva fatto la mia Skye? Ti ha reso schiavo di una stupida paura da femminuccia? Mi deludi, Jack"

Le mani del sottoscritto si chiudono in uno stretto pugno e le nocche cominciano a sbiancare, chiaro segno di furia a stento trattenuta.

"Ne avete ancora per molto?" Chiede ironico, ormai viola in volto.

"Penso sia abbastanza per ora, puoi andare" Lo liquida con un secco gesto della mano Mirko, tornato improvvisamente serio.

Jack non se lo fa ripetere due volte e in pochi secondi è scomparso nel grigiore del corridoio.

Un sogno a occhi apertiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora