5. In filo veritas

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E me lo chiede pure.

«Non direi mai di no al cibo» dico seria, facendola scoppiare a ridere.

«Un giorno allora dovresti venire a casa mia, così ti preparo la mia torta speciale» mi rivolge un sorriso così puro da farmi scaldare il cuore.

«Certo! Quando non hai niente da fare fammi un fischio» non si rifiuta mai una proposta che includa anche il cibo.

«Cavoli!» esclama, fermandosi con il gelato in aria, «Mi sono dimenticata di prendere del filo nero» sussurra, scuotendo la testa.

«Filo nero?» domando un po' spaesata, non capendo come possa essere utile al regalo per Duncan.

«Sì. Serve a Scott. Deve far cucire una giacca» afferma, facendomi sbiancare.
Per poco non mi cade il gelato dalle mani.

Ops.

«Ha detto che l'altro giorno una ragazza gliel'ha strappata, anche se ad essere sincera non ho capito come» mangia velocemente il suo cono, mentre io mi fingo interessata e stupita.

Sono io quella ragazza.
Perché non ha detto che sono stata io?
Beh... meglio così. Almeno solo lui mi prenderà per un'imbranata.

«Pazzesco. Certa gente è strana» borbotto, camuffando un sorriso con una leccata di gelato.

Certa gente...

                                          *

«Allora? Tu niente fidanzato?» Maia mi rivolge una rapida occhiata, dopodiché riposa lo sguardo sulla strada.

«Io? No, nulla» scuoto la testa con veemenza.

Sono su di giri. Ci stiamo dirigendo a casa di Scott, a dargli il necessario per ricucire il giubbotto.

Questi non erano i patti.

Avrebbe dovuto subito riportarmi a casa, no deviazioni, no Scott, no imbarazzo, no altre figure indecenti.

E invece eccomi qui.
Dio mandamela buona.

«Sei ancora giovane. C'è tempo» esclama, facendomi annuire.

Perché sono tutti improvvisamente diventati curiosi della mia vita sentimentale?

«Adesso che è arrivata l'estate è il momento di divertirsi» ridacchia, facendomi fare lo stesso.

«Avete piani tu e Duncan?» domando, appoggiando il gomito sulla portiera, vicino al finestrino.

«Agli inizi di luglio andiamo in Tanzania. Sono super emozionata» svolta all'incrocio, slacciandosi la cintura.

Hai capito loro! E mio fratello che me lo tiene pure nascosto.

«Scott dovrebbe arrivare» mi avvisa, facendomi annuire, «Tu vai da qualche parte?» domanda, voltandosi completamente nella mia direzione.

Osservo i suoi lunghi capelli neri, leggermente mossi, che mi ricordano moltissimo quelli di Genelle.

«Io e Ginni, la mia migliore amica, faremo una settimana a Miami» affermo, eccitata alla sola idea.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora