15. Questione di lingua

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«Molto meglio. Grazie per avermi aiutata» volto la testa nella sua direzione, sorridendo leggermente.
Scuote le spalle come a sminuire il gesto, dopodiché si allontana a me, per affiancare Duncan che inizia a parlargli.

«Se vuoi oggi posso dormire sul divano» Ginni mi fa sussultare.
Per un momento mi ero dimenticata che fosse al mio fianco.
«Perché dovresti?» domando, corrugando la fronte.
«Vi lascio la stanza libera» muove le folte sopracciglia in alto e poi nuovamente in basso con fare malizioso.

Roteo gli occhi al cielo, lasciando che un sospiro esca dalle mie labbra dipinte di rosso.

«Non ce ne sarà bisogno» la rassicuro, facendole il dito medio.

Testolina perversa.

                                    ~•~

«Chi non beve due shot di fila è un pollo» proclamo, afferrando il bicchierino colmo del liquido verde tra le dita, stando attenta a non rovesciarlo.

«Andremo in coma etilico, me lo sento» sussurra Duncan, accettando però di buon grado la sfida.

Mio fratello non si tira mai indietro quando si tratta di queste cose.
Gli piace mettersi in gioco, anche se questo comporta un coma etilico.
Da piccolo si è rotto il braccio perché ha voluto saltare una rampa di scale con lo skateboard.

«Io passo» sussurra Maia, spingendo il drink al centro del tavolo, «Mi gira la testa».

«Bevo io il suo» proclama Ginni, dato che lei ne ha solo uno e mezzo, poiché l'ha rovesciato nel tragitto verso il tavolino.

«Scott?» domando, voltandomi per guardarlo.
È appoggiato allo schienale del divanetto, intento a fissarmi divertito, come se avessi quattro teste.

Cos'ha da ridere?

«E va bene, ma è il mio ultimo giro» cede alla fine, facendomi sorridere come una bambina.

Almeno scioglierà un po' i nervi.
Ne ha bisogno.

«Tre, due, uno...» lascio il conto in sospeso poiché avvicino le labbra al bordo di plastica, mandando giù il liquido, che brucia per tutta la gola fino ad arrivare allo stomaco.

Strizzo gli occhi, scuotendo la testa forte, come se bastasse per farmi cambiare gusto.

«Sono una polla» scherzo, vedendo mio fratello un po' più sfocato del normale, «Depongo le armi» cedo ciò che non ho bevuto alla mercé degli uomini.

«Polletta» mi canzona mio fratello, senza però farlo con cattiveria, «Hai fatto bene a fermarti prima di svenire» aggiunge, facendosi autoritario.

«Stiamo tutti bene?» domanda Maia, guardandoci in volto.

Annuisco, sentendo la testa girare leggermente.
Mi viene da chiudere gli occhi, ma se lo faccio è solo peggio.
Sembra di stare su una giostra, tipo la tazza rotante dei Luna Park.

«Andiamo a ballare» propongo, alzandomi di scatto, facendo traballare forte il tavolo.

Ops.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now