VIII. UNBEARABLE

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Il posto in cui si trovavano non era il miglior pianeta in cui avessero messo piede. Avevano sorvolato le fitte foreste che davano sia sulla palude da un'estremità, mentre l'altra a nord confinava con il vasto deserto del Naasri. Ed era lì che erano diretti.

"Il tuo informatore ha detto a quale parallelo di preciso dobbiamo incontrarlo?", domandò Amila, infilandosi i guanti protettivi. Avevano parcheggiato la navicella dietro una colonna rocciosa, proprio per nasconderla a chiunque nei paraggi. Stavano uscendo dal canyon da appena una decina di minuti, ma Fisher era già stanco ed accaldato. E di certo i lunghi e pesanti capelli intrecciati non lo aiutavano affatto.

Amila si voltò, inarcando un sopracciglio. "Dovresti considerare di tagliarli", gli disse.

Fisher recuperò fiato un attimo, scostando il sudore dalla fronte con la mano. "Non li taglio da quando sono nato", rispose con il fiatone. "Non lo farò certo per qualche grado in più."

La senatrice scosse la testa sorridendo. La sua figura era così lontana dalla sua carica formale... con quegli abiti di seconda mano, sgualciti ed adesso intrisi di sudore.

"Comunque Virre sta per arrivare. A quanto pare ci porterà due draghi da terra per poter arrivare più velocemente", annunciò Fisher.

Lo sguardo di Amila si illuminò. "Draghi, hai detto?", chiese emozionata. "Sai, una volta ne avevo uno. Si chiamava Nua, ed era bellissima. Aveva un colorito che mi ricordava molto le sfumature dei tramonti... gli stessi che vedevo riflessi nell'acqua quando ero al largo con la mia nave."

"Certo che è lodevole che sia passata dalle navi da pescatrice a quelle spaziali in così pochi anni", disse lui, mettendosi al suo passo. "Ma capisco perché sei passata per di lì prima di volare più in alto. Si è più attenti alle grandi cronache piuttosto che qualche scorreria mondana, no?"

Amila fece un cenno con la testa. "Non ho mai pensato di arrivare a unirmi agli Insorti, pensa arrivare fino a dove sono ora."

"Ma sei felice di quello che hai ottenuto?"

La senatrice si fermò di colpo, guardandolo negli occhi. "Ma certo", mormorò. "Abbiamo ottenuto la libertà. E' questo che volevamo."
"Ma non quello che effettivamente volevi tu." Fisher si specchiò nei suoi occhi cerulei, scostandole i capelli incollati alla fronte sudata. "Tauson lo ha fatto. Non è troppo tardi per te, Amila."

Era forse la prima volta che la chiamava per nome. La donna si avvicinò a lui, presa da un istinti irrefrenabile, ma all'ultimo destò lo sguardo. "Ho più potere di quanto avessi mai immaginato. Sono libera di fare qualsiasi cosa io voglia."

Fisher sentiva il suo respiro contro il suo. "L'ultima volta che una persona ha confuso libertà di potere con potere di libertà ha scatenato una rivolta che l'ha uccisa", disse grave, facendo un passo indietro anche lui.

"Quindi meglio fare quello che si vuole ma farlo illegalmente come te, no?", rispose a tono. "Rischiare tutta la vita di venire ucciso per un patto non rispettato, per un pagamento non fatto, oppure una cattiva presa di posizione..."

"Io ho sempre scelto i miei alleati con criterio, senatrice. Il fatto che oggi io sia in missione segreta con lei ne è una dimostrazione. Però è pur sempre una missione segreta quella che stiamo intraprendendo", disse Fisher. "Certe abitudini non si scordano mai."

Amila deglutì con amarezza. "Lo sto facendo solo per Tauson. Lui lo farebbe per me."

"Ma perché il poveretto pende dalle vostre labbra come un capello, senatrice", roteò gli occhi. "Non ve ne siete accorta? O forse anche voi..."

La senatrice scosse la testa. "Voglio bene a Tauson come un fratello. Forse tengo a lui più del suo vero fratello, da quello che mi è sembrato di vedere. E se si è una famiglia ci si aiuta."

Panlux - Il Nuovo OrdineWhere stories live. Discover now