Capitolo 9

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Oliver

<<Facendo un breve riassunto, Evelyn ti chiede di andare al cinema con lei e ti porti dietro me... Sei un idiota. Il te quindicenne starà maledicendoti dal passato>>.

Non so chi, fra me o Andrew, fosse più sconvolto dal messaggio che la mia ex vicina di casa mi aveva inviato quella mattina. Ero sul lavoro e quasi non ero caduto dalla sedia girevole quando avevo visto il mittente. In primo luogo, perché non avevo idea che avesse il mio numero, poi perché non mi aspettavo una proposta simile. Non ci eravamo più parlati dopo che le avevo offerto un passaggio ed ora rispuntava con quello.

<<Rilassati. Ci saranno anche i suoi amici>>. Cosa che avevo appurato e che lei ci aveva tenuto a sottolineare per evitare fraintendimenti.

Quindi solo Andrew poteva leggerci doppi fini. Anche se non l'aveva detto esplicitamente, era chiaro che le facessi pena. Soprattutto dopo che il mio migliore amico si era portato a letto la mia ragazza. Voleva solo essere carina. Era assurdo che stessi lì a fasciarmi la testa. Era altamente probabile che il suo invito fosse un modo per sdebitarsi del passaggio. Sì, era sicuramente per quello. Ed io dovevo smettere di immaginarmi cose strane, quanto Andrew doveva piantarla di guardarmi con quell'espressione ovvia.

Era lui a farmi venire strane idee.

<<E perché hai richiesto la mia presenza? Avevo altro da fare che guardare un film da due soldi con un branco di sconosciuti>>.

<<Conosci Evelyn ed io non volevo venire da solo. Sei mio cugino perciò, se te lo chiedo, vieni senza fare domande>>.

Andrew ritirò i caschi nella sella della moto e si sistemò i capelli all'indietro. Alzò gli occhi al cielo ma non replicò.  Mi aveva minacciato più volte di non presentarsi, costringendomi a trascinarlo con la forza a quello stupido cinema all'aperto. Ero andato addirittura con lui in moto ed io odiavo andarci. In primo luogo, era un mezzo instabile, in secondo luogo odiavo portare il casco.

Non ero sicuro del perché tenessi tanto a quell'uscita. Dopo ciò che mi aveva fatto Mark non avevo più voglia di vedere nessuno, figuriamoci di uscire in gruppo. Però il messaggio di Evelyn mi aveva intrigato. Non mi dispiaceva affatto l'idea di vederla lontana da casa sua o dalla sua famiglia, come avveniva anni prima.

Stava partecipando ad un dibattito per diventare rappresentante degli studenti, quando avevo cominciato a guardarla sotto un'altra luce. Era così sicura di sé e determinata su quel palco, che un ragazzino di quindici anni appena tornato da un lungo periodo di lutto per la morte prematura del padre, ne era rimasto affascinato. Avevo passato i successivi due anni a contemplarla da lontano, tra pessimi partiti e discutibili fidanzati.

<<Hey, Romeo, arriva la tua Giulietta>>.

L'auto di Evelyn si era fermata a pochi parcheggi di distanza e da essa erano scesi lei ed il suo amico dall'eccentrico gusto nel vestire. Aveva uno stile tra l'elegante e il vistoso. Era un pugno nell'occhio ogni volta che lo vedevo. Ma nonostante questo, almeno era simpatico.

<<Buonasera, ragazzi!>>. David ci salutò sistemandosi meglio il cappotto e lasciando che Evelyn lo prendesse a braccetto. <<Avete visto una ragazza bionda, bassina e... Oh, eccola>>.

Una ragazza che rispondeva con esattezza alla descrizione di David si avvicinò a testa bassa avvolta da un giubbotto rosa confetto. Due enormi e spesse lenti, le ricadevano sul naso, nascondendo due occhi azzurri che ero certo di aver già visto prima.

Chiedimi Qualsiasi CosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora