Capitolo 8

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Stephan
Giulia sta finendo di fare da mangiare, io sto apparecchiando quando mi fermo a guardare Francesco che guarda la televisione, precisamente un cartone del quale non so il nome.
Non conosco a fondo la storia di Giulia, il dubbio che avesse un figlio? No, avevo pensato che avesse un ragazzo ma un figlio no, a me non da noia, alla fine io non sono quasi nessuno per lui.
Francesco gira la testa e mi guarda mentre mi viene vicino, alza le braccia ed io lo prendo in braccio.
"Ste" mi sussurra all'orecchio.
"Dimmi"
"Posso avere maglia della Roma tua?" sorrido e lo bacio sulla testa.
"Ma certo, domani a Trigoria me la faccio fare... Batti cinque" lui me lo batte mentre continua a guardarmi e poi mi tocca la cresta. Una cosa che non permetto a nessuno, mai, ma ad un bambino posso dire no?
"Ti piacciono i capelli?"
"Sì, mamma io capelli Stephan" dice mentre Giulia porta in tavola la pasta.
"Vuoi i capelli come lui? Eh allora appena posso ti porto dal parrucchiere e te la faccio fare"
Ci sediamo a tavola e qua noto che essere mamma non è facile, Giulia mentre mangia guarda in continuazione Francesco ed a volte lo imbocca, resta un bambino di due anni.
"Stephan" mi indica la forchetta e lo imbocco, Giulia mi prende il polso.
"Non farlo se non vuoi"
"Ma figurati, non mi da noia, apri" apre la bocca ed io sorrido.
"Se vuoi domani io vado dal mio barbiere, posso portarlo con me..."
"Non voglio che tu ti senta obbligato" vedo che mentre parla la voce si fa bassa ed insicura, io le sorrido e le dico che ne parliamo dopo.
Finisco di mangiare mentre Francesco mi riempe di domande sulla Roma e sulla mia vita.
"No Francesco, vivo da solo, la mia mamma vive a Savona, lontano" non posso dire "mio papà", magari non sa manco che cos'è.
"Franci, basta con le domande... Me lo stai facendo uscire pazzo" io sorrido mentre lei mi bacia sulla guancia.
L'aiuto a sparecchiare quando poi va a mettere Francesco nel suo letto per dormire, sono le due e mezza ed almeno avrò un po' di tempo per stare con lei. Quando torna si siede con me sul divano ed io la prendo sulle gambe. Inizio ad accarezzare i capelli mentre lei mi bacia sul collo.
"Per me sei troppo perfetto per essere reale" scuoto la testa.
"No fidati, non sono perfetto, anzi il contrario, so essere davvero molto ma molto coglione... Non arrivo da un bel periodo ma ora sto ritrovando la pace, con la Roma e con la mia vita privata..." lei diventa rossa mentre la bacio.
"Potresti avere mille ragazze, perché vuoi me?"
"La vera domanda è, perché non volerti. Insomma sei bellissima Giulia, è vero hai un figlio ma non mi interessa" adoro tutto di lei, è poco più bassa di me, non di tanto, ha i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore ed in più per l'età che ha è formata in modo giusto.
Inizia a toccarmi la cresta, io mi lascio andare e mi sdraio sul divano con lei sopra che continua a torturarmi i capelli, nonostante non siamo nel letto e siamo vestiti si capisce un sacco quanto ci desideriamo.
"Non ci fosse Francesco ti avrei già trascinato nel letto di là" io sorrido alle sue parole e la bacio.
"Anche per me, ma c'è e bisogna rispettarlo. Che ne dici se a San Valentino usciamo? Sia chiaro Giulia, io non voglio impedire di vivere te e Francesco ma a volte uscire solo io e te va bene, poi se c'è anche lui a me non da noia... Però a San Valentino pure io stavo a casa con mio fratello ed una babysitter mentre i miei genitori uscivano"
"No ma sia chiaro, io e te Usciremo da soli. Devo solo piazzare lui, cioè la babysitter viene tutte le sere qui, anche sta sera. Ed un po' mi costa... Prova a dire che vuoi pagare te e te faccio diventa della Lazio" scoppio a ridere, amo quando parla Romano.
"Dai, ora non vederlo in modo negativo su. Voglio essere gentile... Allora facciamo così, tu che ora attacchi al lavoro?"
"Dipende, sta sera tardi alle ventidue, domani alle tre e mezza devo essere già lì. Abbiamo una serata da organizzare..." annuisco e la bacio.
"Visto? Sta sera paghi la babysitter, domani a Francesco ci penso io, vieni a dormire da me poi, ti do le chiavi" lei scuote la testa e si alza.
"No Stephan non posso, insomma è una cosa che non posso chiederti di fare..." vedo che inizia a piangere così mi alzo e la abbraccio.
"Non sono come il tuo ex o altra gente, a me che tu abbia un figlio non me ne frega niente... Davvero" lei si lascia andare, mi sono messo in un qualcosa di grande, più grande di me. Me ne rendo conto, ma non mi interessa voglio stare così in eterno.

Giulia
Alle cinque Stephan se ne va ed io lo saluto baciandolo per poi andare a svegliare Francesco, Rimane subito deluso nel non vedere Stephan ma alla mia spiegazione che domani passerà un giorno con lui ha cambiato totalmente idea.
Lo vesto e esco per fare la spesa, quando davanti a me lo vedo... Simone. Mi sale l'angoscia, l'ansia, cammino come se nulla fosse tenendo ben forte la mano a Francesco.
Mentre prendo un pacchetto di biscotti vedo una mano sopra la mia, mi giro, Simone.
"Che vuoi?" lui sorride, lo conosco quel sorriso.
"Ah ciao, non si saluta più un tuo ex?" mio ex, mi fai schifo, figurati se ti saluto.
"Ciao Simone, come va? Così va bene?" lui mi stringe il polso.
"Ti ricordi chi comanda dei due vero? Bene, ora non farò niente perché c'è il bambino... Ma ricordati che io voglio l'affidamento"
"No Simone no, non te lo darò mai. Non capisci? Finché fai male a me okay, ma a lui non devi e non puoi fare male" lui mi guarda e mi stringe il polso, fa un male atroce, lo faceva sempre e continua a fare male.
"Gliel'hai detto? Che ha una mamma puttana che scopa tutti? E gliel'hai detto che sono suo padre?" scuoto la testa mentre continua, ma quando deve passare qualcuno non passa mai nessuno.
"Giulia sei così ingenua... Ora presentamelo, chiamami Simone però poi col tempo glielo dirò io" annuisco spaventata. Lui mi molla il polso che diventerà viola, Francesco per fortuna era preso dal mio telefono coi video.
"Francesco ti presento un amico di mamma, si chiama Simone" Francesco lo guarda. Simone è l'opposto di Stephan, biondo, occhi verdi e tatuato. Prima aveva il ciuffo mentre ora si è rasato ed ha un percing alla lingua, vedo Francesco restare di ghiaccio ma stringergli la mano. Hanno gli stessi occhi, l'unica cosa che fino ad ora ha preso da suo padre.
"Mamma ha disegni, come quello della Roma" lui si ferma a guardarli mentre Simone si fa guardare.
"Tifi la Roma?" Francesco annuisce, già dal fatto che Simone tifa la Lazio dovevo capire che era un ragazzo con cui non mettersi.
Vedo Simone che resta distaccato mentre Francesco gli osserva tutti i tatuaggi sulle mani.
"Dai su Francesco lascia stare Simone... Poi lo rivedrai col tempo... Andiamo, tieni siediti nel carrello" lo metto e poi gli do il telefono mentre Simone mi guarda e mi stringe la mano fortissimo.
"Ci rivedremo puttana" lui oggi non ci voleva, per niente.

Il mio piccolo segreto//Stephan El ShaarawyWhere stories live. Discover now