Capitolo 3

2.8K 48 3
                                    

Giulia
"Letizia tornerò per le sei massimo... Ti dovevi vedere con Miralem? Ho rovinato tutto vero?" guardo la mia migliore amica seduta sul divano. Sono vestita per uscire con Stephan, indosso solo un paio di jeans ed una felpa larga che mi tiene caldo con sopra un giubotto. In tutto questo non ho pensato a Francesco, non posso portarlo dietro soprattutto al primo "appuntamento" con Stephan.
"Amore sei bellissima, a Francesco ci penso io. Se si sveglia gli dico che mamma è uscita a far la spesa. Tranquilla, mi sono divertita ieri sera con Miralem" confessa che sono fidanzati. Sono felice per lei, se lo merita un sacco. La stringo, non potrei desiderare amica migliore di lei.
Prendo le chiavi dell'auto, do un ultimo bacio a Francesco sulla sua fronte ed esco di casa. Salgo in auto, quindici minuti e sono sotto casa di Stephan. Parcheggio e lo trovo fuori dalla sua Audi bianca a guardare il telefono, quando mi vede mi sorride ed io gli vado vicino per dargli due baci sulla guancia. È vestito simile a me, sportivo, solo con due occhiali da sole sugli occhi per non farsi riconoscere.
El Shaarawy ti si riconosce a distanza chilometrica per colpa dei capelli che ti ritrovi.
"Prego" dice aprendomi la portiera mentre salgo e sorrido.
Lui mette in moto ed inizia a guidare verso il centro.
"Conosci meglio tu Roma, mi fido del navigatore che dovrebbe portarci vicino a via del corso. Devo comprarmi dei vestiti"
"Sembri una ragazzina di quindici anni che vede i saldi da tally Weil"
"Numero uno non mi vesto lì, numero due ho bisogno di altri vestiti quindi il negozio Nike sarà la mia meta. Ho lasciato tutto a Savona dopo Monaco, ho bisogno di vestirmi con qualcosa, non con le solite tre magliette" sorrido mentre lo guardo guidare illuminato dalla luce del sole.
"Stai meglio tu?"
"Sto meglio?"
"Non avevi mal di testa, ti veniva da vomitare..." la bugia, cazzo vero.
"Si, sto meglio. Ho preso una pastiglia e sto bene. Sta sera non vado manco al locale insomma, penso di tornarci domani sera. Tu verrai?"
"Non penso. In settimana non usciamo spesso, diciamo che Spalletti ci tiene sotto guinzaglio ed io sono il novellino e non voglio far cazzate. Ma dopo una vittoria verremo sempre, Radja soprattutto ama quel locale"
"Ho visto più corna io lì dentro di non so chi, non ti dirò niente ma hai dei compagni che tolto Daniele e Francesco si farebbero pure mia nonna" Stephan scoppia a ridere contagiando pure me. È la verità, ne ho viste di tutti i colori. Sopratutto il numero quindici, il numero quattro ed il numero ventiquattro si saranno fatti tutte le ballerine che ballano sui cubi. Almeno il numero cinque fino a pochi giorni fa era libero dopo aver chiuso con la sua ex moglie, ma gli altri due no. Odio i ragazzi così, le loro povere mogli a casa e loro a farsi tipe in discoteca. Parlo io, che mi sono presa anni fa il puttaniere per eccellenza in tutta Parioli. Solo che almeno lui si faceva solo me, forse fin troppo visto che alla fine è arrivato il piccolo Francesco.
"I soliti, conosco benissimo Alessandro. Che poi voi donne che ci vedete di bello in lui? Cioè non è da buttare penso ma fra lui, Radja e Pjanic non so... Non mi sembrano tanto belli" tutti i torti non li ha, Alessandro fra i tre è il più bello di sicuro.
"Alessandro posso assicurarti che è carino, è forse un po' basso visto che io sono uno e settanta ma comunque non è da buttare. Pjanic non piace manco a me mentre Radja boh. Radja ha il modo di fare da cattivo ragazzo che ti conquista, a volte mi ricorda il mio ex quindi non ci starei mai" lui sorride.
"Non ti credere figo El Shaarawy"
"Lo so di essere bello"
"Lo sa mezza Italia questo. Tutte le ragazzine ti vengono dietro"
"Si, ma con una di tredici anni non ci posso stare assieme Giulia" annuisco mentre abbasso lo sguardo diventando rossa in viso. Era un frecciatina? Penso proprio di si

Sono in sto negozio da un'ora, ma non mi sto annoiando, Stephan sta privando trecento maglie e su ognuna vuole un mio parere. Quelle bianche e quelle rosse sono quelle che amo su di lui, soprattutto il primo tipo che gli lascia intravedere gli addominali scolpiti alla perfezione.
"Giulia" esce praticamente solo con addosso i jeans, per poco non gli svengo davanti a vedere questa scena.
"Si..."
"Questi?" un parere sui jeans? Glieli strapperei di dosso e me lo farei nel camerino. Okay, freno gli ormoni da ragazzina in calore.
"Ti stanno bene Stephan... Poi mi piacciono come stanno i jeans su di te" lui sorride e mi lascia un bacio sulla fronte per rientrare nel camerino.
Esce vestito com'era arrivato, andiamo alla cassa dove lui mette una cosa come venti magliette e quindici felpe sulla cassa. Il cassiere inizia a parlare con lui della Roma e di altre cose.
"È la tua pischella?" chiede il cassiere.
"No, una mia amica... Voleva lanciare lo scoop?"
"No, I giornali ci avranno già pensato. L'altra sera hanno beccato Paredes con una nuova fiamma dicevano... Era la commessa che gli passava i vestiti, c'era pure la sua ragazza qua" scoppiano a ridere quando noto che fra le sue felpe ce n'è una rossa chiaramente da ragazza e poco dopo una maglietta della Nike nera sempre però stile da ragazza.
"Stephan ti sei confuso, sono da donna quelle due"
"Lo so, a parte quei due capi per favore" non capisco niente finché non tira fuori dal portafoglio una carta di credito. È nera. Vuol dire un sacco di soldi, non l'avevo mai vista così da vicino. Quando lui la rimette nel portafoglio prende i due sacchetti e me ne porge uno.
"Questo cara Giulia è per te" nel sacchetto ci sono i due indumenti visti prima.
"Stai scherzando? Stephan ti sono costati quadranta euro solo questi, non posso accettare"
"Insisto, tienili. Ora andiamo in un bar"
Ci sediamo in un bar, è in pieno centro ma all'interno ci sono pochi romani. Ci sono tutti tedeschi oppure inglesi.
Ordino un spritz e lui un analcolico alla fragola.
"Sembri un bimbo. Non bevi?"
"Non tantissimo. In teoria non potrei per religione, ma non è che la segua più di tanto. Poi non reggo un cazzo" sorrido mentre gli prendo la guancia con due dita per lasciargliela poco dopo.
"Sei un bimbo l'ho detto."
"Quando sei nata?"
"Quattro gennaio. Tu ad ottobre penso. Ho visto le foto su instagram"
"Si, il ventisette" in quel momento arrivano le nostre ordinazioni con anche le patatine ed i popcorn.
Prima di iniziare a mangiare lui ferma la mia mano che andava verso le patatine. Tira fuori il telefono e mi guarda.
"Posso avere una foto con te?" mi chiede.
"Di solito lo chiedono a te ma si" lui sorride e scatta la foto mentre mi passa poi il telefono e gli scrivo il mio numero. Lui riprende il telefono e poi mi guarda.
"Chi è il bambino nella foto?"

Il mio piccolo segreto//Stephan El ShaarawyWhere stories live. Discover now