Capitolo 1

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"Giulia fino a che ora lavori?" mi giro verso la mia amica Letizia, lavoro con lei da tre anni ormai al La Suite, discoteca Romana.
Diciamo che è non stressante, di più. Sto fino alle due sveglia e poi torno a casa mia.
"Non lo so, per le due penso Leti..." mi fermo a guardare la mia amica mentre scrive col suo telefonino.
Siamo amiche dai tempi dell'asilo ma abbiamo avuto due infanzie totalmente diverse. Lei ha sempre due genitori uniti, che le hanno voluto bene ed anche con uno stipendio fisso per non farle mancare mai niente.
Io sono cresciuta con solo mia madre ed il suo compagno, mio padre è morto quando avevo solo due anni in incidente stradale... Si dice che era ubriaco. L'unica cosa che mi è rimasta di mio padre? La passione per la squadra Giallorossa ed il suo nome che ora porta mio figlio, anche il suo cognome visto che è uguale al mio. Il padre di Francesco si chiama Simone, l'ho conosciuto a scuola, in terza superiore, dicevamo di non volerci più lasciare. Ne ho combinate di tutti i colori in segreto da mia madre, viaggi ovunque, regali che lui faceva me ed altre cose. Simone abitava a Roma Nord ed era uno dei ragazzi più ricchi di quella zona. Quando gli dissi di essere incinta mi lasciò dicendo di non cercarlo mai più. Così Francesco porta il mio cognome, ed è l'unico uomo che ho nella mia vita. Come ha reagito mia madre? Non lo sa, non la vedo da quando ho compiuto diciannove anni. Come regalo di compleanno mi fece quello di sparire col suo compagno in America per il lavoro di lui. Non la sento e non la vedo da anni ma sto bene, non voglio nessuno attorno. Mia madre col suo compagno mi hanno fatto passare un'infanzia terribile. Non l'ho mai chiamato papà, mio papà nonostante avesse dei problemi veramente seri con l'alcool per quanto mi riguarda con me è sempre stato perfetto nonostante io abbia solo vari falsh di come era fatto.
Il ragazzo di mia madre non mi trattava bene, mia madre gli dava corda, uscivano quasi ogni sera... Non ho mai avuto una famiglia alla fine. Invidio Letizia per questo, per aver avuto due genitori che alla fine vogliono bene anche a me come se fossi la loro secondo figlia.
"Mi dici con chi scrivi?" le chiedo mentre noto che esce dalla schermata di instagram del telefono.
"Non ci credi se te lo dico..." io la guardo senza capire.
"Dai dimmelo... Lo conosco?" lei annuisce mentre si mette comoda.
"Allora, lo conosci sia tu che Francesco qua in giro ho sentito che lo chiamano principino" io la guardo senza capire, chi è sto principino?
"Letizia parla... chi è?" lei mi fa vedere una foto di questo ragazzo... Non ci credo, Pjanic.
"Pjanic? Ma non ha una moglie?"
"No, si è lasciato, è single e senza figli... E sta sera la Roma viene qua a mangiare e starò con lui dopo le due..." sorrido e la abbraccio. Letizia ottiene sempre tutto quello che desidera, io non riesco mai. I ragazzi appena dico "ah si ed ho un figlio di due anni e mezzo" scappano. Nelle ultime due storie non l'ho detto, ma l'hanno scoperto e mi hanno lasciato perché nessun ragazzo vorrebbe avere una ragazza con un figlio piccolo da accudire... Quando per me non è la cosa principale, io non cerco un padre per mio figlio ma un ragazzo che mi ami senza se e senza ma.
"Senti, attacchiamo fra mezz'oretta. Esco a fumare un attimo, non saltare in braccio a Pjanic appena lo vedi" lei alza gli occhi al cielo ed io esco fuori dall'entrata principale.
La squadra della Roma viene spesso qui, li servo sempre io. Molti di loro cercano di parlare con me o Letizia ma io li lascio stare, non ho bisogno di un calciatore.
"Giulia, buonasera" alzo gli occhi dalla sigaretta che mi stavo accendendo, il vice capitano Daniele De Rossi.
"Buonasera, prego" gli apro la porta mentre dietro di lui entrarono anche altri cinque o sei calciatori.
Piano piano arrivano tutti e quando spengo la mia sigaretta nel posacenere, mi giro e pesto il piede ad un ragazzo.
"Scusa non ti ho visto" alzo gli occhi, però, il ragazzo ha degli occhi verdi stupendi.
"Fa niente, tranquilla. Sei Giulia o Letizia? La squadra mi ha detto di chiedere a te per l'auto"
"Si. Dai le chiavi al parcheggiatore. Te la tratterà bene lui... Sei quello nuovo?" lui sorride, però se va avanti così io mi perdo subito.
"Si, te ne intendi di calcio?"
"Si ho..." Giulia che stai facendo? Gli vuoi dire che hai un figlio di due anni che sa tutto di calcio? "Ho un nipote che sa tutto di calcio, più che nipote è il figlio di una mia amica, mi ha parlato di questo Faraone" lui mi guardò diventando rosso e dandomi la mano mentre si mette a posto la cresta con l'altra.
"Se vuoi chiamami il Faraone ma piacere, Stephan El Shaarawy"
"Piacere mio, Giulia" lui sorride e gli dico di entrare che io devo fare una chiamata, lui entra ed io mi siedo da sola su una panchina. Chiamo la babysitter per chiedere come sta Francesco, quando sono uscita aveva un po' di febbre. Infatti penso che non lo porterò allo stadio a vedere Roma-Frosinone. Sceglierò una partita più calma e più in da andare a vedere.
Rientro nel locale ed inizio a lavorare, vedo Letizia e Miralem lanciarsi numerose occhiate. Io la guardo e scoppio a ridere.
"Vi state mangiando con gli occhi..." lei sorride.
"Non ho mai negato il fatto che sia un brutto ragazzo... A me piace e basta" mi alzo e prendo il blocchetto con una penna.
"Vado a prendere le ordinazioni" mi alzo e mi avvio verso il tavolo.
"Buonasera, da chi inizio?" chiedo mentre loro mi guardano.
"Dal capitano direi" prendo le ordinazioni quando l'ultimo è proprio il Faraone che ci sta mettendo veramente tanto tempo.
"Faraone, entro il prossimo derby grazie" sento tutti ridere e lui sorride.
"Quello che ha preso Momo" annuisco e scrivo un altro piatto di Cacio e Pepe. Non è proprio un ristorante il nostro, ma a volte si fa l'eccezione come per loro. Infatti sono nella zona privé della discoteca e facciamo piatti caldi fino a tarda sera.
"Da bere?"
"Acqua e due bottiglie di vino rosso, una solo per Nainggolan" commenta Miralem facendo ridere tutti quanti.
"Coglione, un paio di schiaffi per Miralem"
"Okay, quindi due bottiglie d'acqua, due di vino rosso e dirò a Letizia di far calmare lei Miralem" commento mentre tutti ridono, do le ordinazioni in cucina e torno con le bottiglie d'acqua ed inizio a servire il vino a tutti.
"Giulia, grazie per essere sempre così disponibile con tutti noi, da ormai un anno e mezzo"
"Faccio il mio lavoro come tutti, voi calciate un pallone e guadagnate milioni, io faccio la cameriera o quello che è e guadagno un vostro quarto... Non dovete ringraziarmi. Io mica vi ringrazio per come giocate a calcio" loro scoppiano a ridere e sorrido anche io mentre verso il vino a quello nuovo.
"Poco, non bevo tanto"
"Okay" gli sorrido e lui ricambia.
"Giulia davvero, possiamo regalarti un biglietto... Non so"
"Per questa partita lo avevo, solo che la mia amica si è ammalata e non posso venire da sola. Poi ho da lavorare da un'altra parte quella sera..."
"Se vuoi ti possiamo regalare due maglie, una da trasferta e quella principale. Magari hai un fratello a cui regalarne una..."
"Mio nipote, si chiama Francesco. Ha tre anni fra poco" loro mi dicono che mi porteranno le maglie domani sera.
Quando torno al bancone dopo averli ringraziati noto Stephan ridere e scherzare con Alessandro Florenzi, che mi sta combinando sto Faraone. Dire che è bello sarebbe dire poco.

Il mio piccolo segreto//Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora