6. Paghi uno, prendi due

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Distolgo lo sguardo quando infila una sigaretta tra le labbra, pronto ad accenderla.
Verso gli ingredienti uno ad uno nel bicchiere, anche se non conosco bene le quantità di ciascuno.

«Cosa hai fatto al naso? Altra caduta sulle scale?» domanda, facendomi ammattire.

Gne, gne, gne.

Ginni mi ha assicurato che non si vedeva, considerando che ci ha messo praticamente un tubetto di fondotinta sopra.
Ma a quanto pare si nota il mio livido e anche bene, se se ne è accorto.

Gli rivolgo un'occhiata veloce, seriamente intenzionata ad avvelenare il suo cocktail.

«Simpatico» borbotto, facendo una smorfia, «Il cane della mia amica mi ha tirato una testata» spiego, infilando la cannuccia nel bicchiere.

Grazie Genelle Junior, ottima dimostrazione di affetto.
La chiamo così perché è pazza e indisciplinata come la padrona.

Quando guardo il suo volto lo vedo sorridere sotto i baffi.
Gli porgo la bevanda, sperando che sia almeno bevibile.
Osservo la sua reazione mentre ne manda giù un sorso, senza fare facce strane o sputarmela addosso.

Esperienza già provata con mio fratello.

«Com'è?» domando, senza riuscire a trattenermi.

Stringe le labbra in una linea dura, «Non male».

Wow. Detto da lui è un complimento.

«Lavori qui?» chiede, prendendomi alla sprovvista.

Cazzo.

«No» scuoto la testa, percependo la sua occhiata di ammonimento.

Lui è un poliziotto e io non dovrei stare dietro questo bancone.
Entrambi lo sappiamo.

«Con te sto chiudendo troppe volte un occhio» dichiara, senza però aggiungere altro.
La sua voce roca mi graffia le orecchie, facendomi trasalire leggermente.

Non mi caccia?

Froy mi salva dalle sue grinfie, avvicinandosi a me, seguito da Genelle, che mi lancia un'occhiata di consenso.

Ha visto Scott.

«Tempo scaduto, bambolina» esclama, slacciando il grembiule dai miei fianchi.

Annuisco, sentendomi osservata da un paio di occhi verdi.

Sembra mi voglia scavare l'anima.

«Grazie, Froy» gli rivolgo un sorriso, che lui ricambia dandomi un bacio delicato sulla testa.

Ginni ed io facciamo il giro del bancone, uscendo dalla piccola porticina scorrevole.

«Scott ti sta mangiando con gli occhi» sussurra subito, trascinandomi nella sua direzione.

Che cosa ha intenzione di fare?

«Che cazzo, no!» punto i piedi a terra, ma lei è più forte di me, nonostante io le stia mordendo una mano per lasciarmi andare.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now