53-Ci ha abbandonati

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Aggrotto la fronte, scavando con lo sguardo la sua mente per estrarne qualche informazione. Come attirato dalla pungente occhiata, si volta, incrociando le nostre iridi.

Sussulta violentemente e avvicina il suo corpo a quello di Jennie, come a volersi proteggere. Tenta di calmarsi ma non riesce nell'intento.

Mi allontano dal muretto a passo svelto, avvicinandomi a loro come mai ho fatto in pubblico per serie questioni. Adesso, però, non mi importa. Io so che quel ragazzino sa.

«Moccioso.» esordisco, serio, attirando l'attenzione di tutti e cinque.

«J-Jeon...» mormora lui, senza alzare il capo.

«Jeon, cosa stracazzo fai qui?» sibila Jennie, minacciosa, puntandomi un dito contro.

«Sono qua per quello. — indico con un cenno del capo il ragazzino dietro di lei — Lui sa qualcosa.»

«Sei pazzo. — ribatte prontamente la mora — Cosa ne può sapere lui? Lascialo in pace.»

«Come mai lo difendi? — chiedo, sogghignando — Sai qualcosa anche tu?»

«Jeon, togliti dai coglioni. Ora.» sussurra, assottigliando lo sguardo.

«Pensi di farmi seriamente paura?! — quasi grido e vedo sussultare gli altri quattro mentre lei è impassibile — Potrai anche aver preso il posto di tuo padre, ma non sei lui!»

«Come osi tirare in ballo mio padre?! — urla, dandomi un violento spintone — Sei solo un pezzo di merda, Jeon!»

«Posso dire la stessa cosa di te, Kim! — replico — Voglio solo avere le informazioni che lui sicuramente possiede.»

«I-Io non so n-nulla...» bisbiglia l'interpellato con tono flebile.

«Tu sai! — sbotto, poggiando entrambi i palmi sulle sue spalle per scuoterlo — Parla, cazzo! Lui tornerà, vero?!»

«Io...»

«Jeon, porca di quella troia allontanati! — strilla Jennie, trattenuta per entrambe le braccia da Chaeyoung e Lalisa — Sei un fottuto pazzo! Non sa niente di niente!»

«Lui deve sapere qualcosa! — urlo, senza curarmi minimamente della folla che si è raggruppata attorno a noi per assistere — Quando cazzo torna?! Parla!» torno a rivolgermi al moccioso, il quale non apre nemmeno la bocca, facendomi irritare a livelli sproporzionati.

«Non so davvero—» prova a rispondere ma con uno strattone da parte mia cade di culo per terra.

«Sei fottutamente inutile!» sbotto, pronto a tirargli un pugno dritto sulla mascella.

«JEONGGUK, PER LA MISERIA! — è Jennie. Sta urlando come non mai, con una tale rabbia da stordirmi — LUI NON TORNERÀ! È ANDATO VIA DI QUI! È ANDATO PER SEMPRE! SE VOLEVA RIMANERE NON SAREBBE MAI PARTITO! METTITELO IN TESTA! CI HA ABBANDONATI!»

La guardo con un labbro stretto tra i denti. Fuoriesce del sangue, dai palmi delle mie mani, lo sento, ma non percepisco alcun dolore, poiché, messo a confronto con la verità delle sue parole, è nullo.

Eppure non sembra aver finito: deve sfogarsi, liberare tutta la rabbia repressa. Però, adesso, è così stanca.

«Non lo vedremo tornare, Jeongguk. — mormora, gli occhi lucidi dal pianto imminente — Siamo degli egoisti se pensiamo questo. Vai avanti.»

Devio lo sguardo verso il cancello. Voglio, assolutamente, andar via di qui.

«Prima o poi, vanno via tutti. Alcuni lasciano più dolore di altri, ma nessuno è eterno. — conclude, liberandosi dalla presa delle sue compagne — Dovresti esserci abituato.»

Danger-Zone  |KookTae|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora