20-Ti voglio bene

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Leggete il capitolo con la meraviglia qua sopra, grazie!

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«Jen, non hai ancora pensato al discorso di Tae?» domando, guardando il soffitto.

Siamo nella mia camera, stese sul letto, sono circa le sette e mezzo, fra poco dovremmo andare a scuola e Jennie è venuta a farmi compagnia, per poi andare in classe assieme.

«Ancora pensi a lui, Lis?» ribatte la mora, alzando gli occhi al cielo.

Al gesto, mi esaspero, drizzando a sedere e guardandola male, dall'alto.

«Si, Jennie, ancora ci penso. Gli voglio bene e lo sai.» sbuffo, infastidita.

«Ma è solo un bugiardo!» esclama, sedendosi anche lei.

«Questo lo dici tu, cosa ne sai? Tutti abbiamo dei segreti, tu dovresti saperlo bene.» le lancio una frecciatina, guardandola male.

«Non provocarmi, Lalisa.» ringhia, adesso veramente incazzata. Si alza e incomincia a camminare per la stanza, con le braccia incrociate al petto.

«Io voglio far pace con lui.» sospiro, guardando in basso, pronta ad una sua sfuriata.

«Sul serio?! Con quel idiota? Stai cadendo in basso, Lisa!» quasi urla.

«Non permetterti di parlarmi così solo perché stiamo assieme da quattro anni.» replico subito, raggiungendola e sfidandola con lo sguardo.

«Perché non mi porti un minimo di rispetto?!» continua.

«Rispetto? Questa non è questione di rispetto! Faccio ciò che voglio. Taehyung è una brava persona, ne sei consapevole anche tu, solo che non vuoi ammettere di esserti sbagliata!‒ vado verso la porta, spalancandola. ‒Io vado a scuola.» scendo le scale ed esco velocemente, mettendo le scarpe ed un giubbotto.

Jennie può stare tranquillamente in casa mia, in fondo, ha perfino una copia delle chiavi. La amo così tanto ma, a volte, è fin troppo possessiva. Non sa mai quando lasciarmi libera di decidere.

Di solito, sto con lei e le sue idee, ma quella di Tae mi è sembrata fin da subito una gran cazzata. Voglio rimediare.

Raggiungo la scuola a passo svelto e cerco il biondo con lo sguardo. Lo trovo vicino al cancello di scuola, più vicino a me di quanto pensassi. 

Sobbalzo e attiro la sua attenzione. Subito abbassa gli occhi e io sospiro, pentita. Gli vado incontro, toccando la sua spalla delicatamente.

«U-Uhm! Lalisa, ciao.» sbatte diverse volte le palpebre, sorpreso.

«Tae... Dobbiamo chiarire, non trovi?» faccio un piccolo sorriso.

Non risponde e così inizio a scusarmi. Dopo qualche secondo, interrompe il mio discorso, abbracciandomi.

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now