Lei è un mostro e ahimè deve morire

63 7 0
                                    

"Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede»."

-Marco 9:23

Faceva freddo nella grande villa rossa, la casa di Anne e John dove Iris e Diana erano state cresciute con amore.
Erano passate tre settimane dalla fuga di Iris e i coniugi Spencer non riuscivano a darsi pace.
Era calato un silenzio tombale in quella casa dove, una volta, risuonavano le risate cristalline di Iris e Diana.
John fissava tristemente il fuoco, quel colore rosso era uguale alle lunghe onde dei capelli di sua nipote e il modo in cui ardeva, ricordava il carattere impetuoso di Diana. Una ragazza forte, dolce e ribelle.
Anne, invece, fissava il cielo azzurro come gli occhi di sua nipote. Ogni cosa le ricordava lei.
Non che non le importasse della figlia, anzi, ma ormai lei era una donna che aveva fatto la sua scelta da più di vent'anni ma Iris, Iris poteva essere ancora salvata dalle fiamme dell'inferno.
"Che diranno in paese?" Pensò ad alta voce Anne.
"Non mi importa" rispose John alzandosi.
"In paese non l'hanno mai vista se non un paio di volte. Penseranno sempre che è chiusa in casa" continuò appoggiando le mani sulle spalle della moglie seduta davanti ad una finestra.
Anne sospirò.
"I domestici parleranno. Loro hanno notato la sua assenza anche se non hanno detto niente" disse Anne.
John strinse la presa attorno alle sue spalle.
"Loro non parleranno sennò si ritroveranno a mendicare per strada" urlò lui.
Chi lavorava per loro sapeva che dovevano essere discreti. I segreti di quella casa e della sua famiglia, dovevano restare tra quelle mura.
Non dissero mai nulla su Diana e con Iris avrebbero fatto lo stesso.
Anne le sorrise leggermente e poi si alzò verso il marito.
"Abbiamo sbagliato" ammise ma lui scosse il capo.
"L'amore non è sbagliato. Abbiamo fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi famiglia" la consolò lui mentre lei lo baciò dolcemente.
Si erano arresi per Diana ma non per Iris.
Nel frattempo, in paese, Astrid aveva saputo quanto successo dal parroco.
Astrid sospirò mentre i suoi occhi celavano un velo di tristezza.
"Iris è la figlia di Belzebù, è destinata a grandi cose" gli rivelò lei.
Il prete si pietrificò a quell'informazione.
"Ma tu come sai queste cose Astrid?" Domandò curioso lui.
"Me le ha raccontate mio padre, anche mia madre era una strega prima di sposarsi" ammise.
A sentir parlare di Caroline, il prete si fece il segno della croce.
"Sia beata quella donna. Sicuramente Dio l'ha perdonata per i suoi peccati passati. Ma per Iris non c'è speranza. Lei è un mostro e ahimè deve morire".
Astrid strinse i pugni. Quell'affermazione l'infastidì.
"Iris è buona. Non farebbe del male ad una mosca" rispose arrabbiata.
"Oh bambina, lo so. Ma l'influenza di suo padre sarà fatale. Dobbiamo salvarla prima che sia troppo tardi" propose il prete.
Astrid annuì. Avrebbe fatto di tutto per aiutare la sua migliore amica ma avrebbe fatto quello che voleva Iris, quello che l'avrebbe resa felice.
Non le importava se avrebbe distrutto il mondo. L'amava profondamente e sapeva che non avrebbe mai fatto del male a nessuno, almeno non a lei.
A volte Astrid ci pensava a sua madre come strega e poi pensava al suo matrimonio combinato. Non era quello che voleva anche se suo marito era molto gentile.
Nonostante ciò, si sentiva in gabbia. Doveva stare a casa e occuparsi di lei e poi del bambino che aspettava.
Lei voleva essere libera. Per questo non condannava le streghe ma le ammirava. Erano donne forti che erano riuscite a ribellarsi in un mondo maschilista. Astrid amava Dio e sapeva che gli uomini avevano interpretato male la Bibbia. La chiesa era corrotta, i preti dei pedofili e le monache delle poco di buono. Dio non voleva quello ma la felicità dei suoi figli. Si diventa uomini di chiesa se si ha la vocazione non su volere del padre per salvare l'eredità destinata solamente al primogenito.
Questo era ciò che pensava Astrid e, a volte, pensava di voler seguire le orme sua madre ma senza tornare indietro.
Stando a contatto con suo padre, i poteri di Iris si erano amplificati.
Per questo motivo riuscì a sentire il pensiero di Astrid, e sorrise.
"Segui la tua strada Trid" le sussurrava nei sogni.
Agares anche lo avvertì e rise di gusto. Aveva perso Caroline per colpa di Friedrich così avrebbe fatto di tutto per avere la sua vendetta. La morte di Caroline non era sufficiente. Doveva prendersi ciò che i due amavano di più. Astrid avrebbe preso il posto di sua madre.
"Riscalderai il mio letto ogni sera, piccola meretrice".

•Un anno dopo•

Oramai era passato un anno dalla fuga di Iris con Hexiel e da allora non si avevano più sue notizie.
Anne e John non si erano arresi. Non avevano commesso lo stesso errore fatto con Diana. Avevano interpellato il parroco per cercare la loro nipote. Avevano provato ad addentrarsi nel bosco per un anno intero, ma, invano.
Il bosco era come un labirinto stregato. Non si riusciva mai a trovare la via d'uscita sul lato opposto e, quelle rare volte in cui ci si avvicinava, una strana energia ti respingeva. Era vietato andare oltre.
"Una stregoneria fatta da demoni. Troppo potente per le semplici preghiere di un prete di un villaggio tutt'altro che puro" aveva spiegato il parroco.
Ma Anne e John non si erano lasciati intimorire. Avrebbero cercato un altro modo. La fede era un'arma potente contro il demonio. Credevano che Dio li avrebbe aiutati.
Astrid, nel frattempo, aveva dato alla luce un maschietto così come predetto da Iris. Quando l'aveva rivista un anno fa, non aveva dato importanza a quelle parole. Troppo grande era la sorpresa. Se ne era resa conto solo quando era nato suo figlio che chiamò Charles. Il bambino aveva quasi un anno, era nato poco dopo la scomparsa dell'amica. Al villaggio erano iniziate a girare voci. Nonostante Iris non uscisse mai, si era intuito che qualcosa non andasse.
Molti pensavano che la ragazza avesse seguito le orme della sua madre sciagurata mentre altri credevano che fosse semplicemente scappata con quel forestiero, Hexiel.
John non sopportava quelle chiacchiere. Le persone dovevano smetterla di dare giudizio sulle vite altrui.
Come punizione John, sospese le battute di caccia e limitò le vendite di latte e formaggio prodotto dal suo bestiame. Era lui che comandava lì, in quanto barone. Wormeighton si era incupita, i contadini non parlavano più. Nessuno disse più nulla ma quello che pensavano era evidente e comune.
In quell'anno, invece, Iris era cresciuta moltissimo ed era maturata. Aveva sviluppato i suoi poteri e ne aveva scoperto di nuovi. Poteva vedere nella mente di Dio passato, presente e futuro. Poteva influenzare il pensiero altrui e convincere i più deboli a fare quello che ordinava loro. Aveva, anche, scoperto una certa affinità con il fuoco.
Era soddisfatta della piega che aveva preso la sua vita in quell'ultimo anno. Ora aveva la piena coscienza di sé. Non era più "la figlia della blasfemia" ma un essere meraviglioso e unico.
Aveva aperto gli occhi su molte cose e si sentiva più libera e grande mentalmente.
Suo padre le spiegò che a lei non erano mai venute le mestruazioni perché era un mezzo essere che se avesse procreato, si sarebbe creata una razza unica e potente che avrebbe servito il diavolo e dato potere a lui. Dio non poteva permetterlo. Anche se non avevano dato una spiegazione alla sua nascita. Cosa poteva esserci di buono nell'Anticristo? Rebekah non lo sapeva, ma lo avrebbe scoperto.
Poi Iris realizzò che Hexiel non aveva l'ombelico perché era stato creato e non generato. Non aveva una madre. Quella mattina ci aveva visto giusto. Inoltre, fu felice di scoprire che i suoi genitori erano sempre stati con lei. Quando quella donna misteriosa provò ad ucciderla anni fa durante l'incoronazione Giacomo I, suo padre la salvò uccidendo la donna. Era stata una strega anche lei, innamorata malsanamente di Belzebù e quindi odiava Diana. Aveva cercato di vendicarsi sulla piccola Itis.
A proposito del re Giacomo I, i suoi genitori, Hexiel e Agares non facevano altro che parlare del suo successore da un po'. Il re stava morendo? No, qualcuno lo avrebbe spodestato. Ma che importava a loro?
Ogni volta che Iris chiedeva di cosa parlassero, loro davano risposte molto vaghe come "È presto per svelarti il tuo destino".
E la mezzosangue era sempre più confusa di prima. Non le piaceva essere esclusa, voleva sapere tutto. Aveva provato a spiarli ma prendeva sonno sempre. Opera dei demoni.
Aveva supplicato Hexiel ma invano.
Un giorno dalla rabbia uccise un coniglio e bruciò parte del bosco. Le regole della casa erano di non usare la magia al di fuori della villa e all'assenza dei demoni. Iris era inesperta per loro ma lei aveva imparato a riconoscere il suo valore e sapeva quanto fosse pericolosa se avesse perso il controllo. Ma non le importava. Lei poteva. Al diavolo le regole.
C'erano volte in cui si chiedeva "come". Come c'era arrivata ad essere così insofferente e ribelle. Sono domande che si perdono nel passato, stratificate di polvere, di ricordi sbiaditi e di persone che le hanno abitate. Come che non hanno una spiegazione. Era solo una vita ed era toccata a lei viverla. Nel bene e nel male quella vita l'aveva resa una persona diversa.
Hexiel si chiedeva come fosse possibile che quella ragazza così dolce si fosse tramutata in quell'essere così pieno di sé.
"Grazie a te adesso sono una persona peggiore" si era giustificata lei.

L'ultima stregaWhere stories live. Discover now