51-Lui non è più qui

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Rimaniamo a fissarci con astio, come nostro solito. Non siamo mai andati d'accordo, c'è sempre stato qualcosa che ha innescato una reazione violenta nell'altro.

In questo caso, il "qualcosa" è proprio Kim Taehyung, chi mai l'avrebbe detto.

Jennie, però, non replica, limitandosi a scuotere più volte la testa e tornare dalle sue amiche. Comunica loro qualcosa sottovoce e in poco abbandonano il divano, per poi uscire di casa, mormorando un saluto rivolto a tutti.

Chiudo per qualche istante le palpebre. Tutta questa situazione mi sta pesando, sento come se fossi schiacciato, come se avessi un fottuto macigno da trasportare in giro sul petto.

Quando ritorno a guardare, noto che i miei hyung — meno Jimin dato che sta ancora singhiozzando sul petto di Hoseok — stavano già studiando la mia figura, attenti come non mai e preoccupati allo stesso modo.

Persino Yoongi sembra davvero terrorizzato per me, tanto da muovere ritmicamente la mano sul braccio del mio migliore amico senza darci troppo peso.

«Sto bene.» sussurro, deviando le iridi dalle loro.

«Non è affatto vero, Jungkook.» ribatte Namjoon con tono serio.

«Forse hai ragione. — scrollo le spalle, fingendo indifferenza — Ma, ormai, che importa? Non è più qui. Dovrei dimenticarlo.»

«Non ci riuscirai.» replica Jin, gli occhi lucidi che riflettono la luce flebile del lampadario.

Non rispondo, rilasciando solo un sospiro. Mi giro e inizio a salire le scale, trascinando i piedi fino alla mia camera, chiudendo con forza la porta, facendo intuire ai più grandi che non ho affatto voglia di parlare.

Getto il mio corpo sul letto, affondando il viso tra le lenzuola sistemate appositamente da Seokjin. Volto il viso verso destra, rivolgendo gli occhi al muro.

Dire che nemmeno tre ore fa andava "tutto bene" o, almeno, così sembrava. Invece, Bogum è dietro l'angolo, pronto a fare chissà cosa per avere la sua dannatissima vendetta contro Taehyung, contro di me e contro la stessa Danger-Zone.

Non sono pronto, non sono pronto a rivivere gli stessi identici episodi di due anni fa. La mia mente non lo è. Abbiamo sofferto tanto, tutti quanti, in quei terribili mesi.

Non voglio che accada nuovamente il disastro. Quella volta ci siamo salvati per pochissimo, solo perché il signor Kim aveva deciso di aiutarci, ma adesso non c'è nessuno.

Siamo soli, divisi, segnati.

Park Bogum e la famiglia Park cercano solo questo: disperazione, odio, paura. 

Stringo in due pugni le coperte, liberandomi in un sonoro urlo di rabbia e profonda tristezza contro il cuscino. 

Senza che me ne renda effettivamente conto, sto piangendo, rilasciando quelle maledette gocce salate che sembrano non avere mai una fine.

Scuoto la testa, percependo le spalle tremare a causa dei rumorosi singhiozzi. Vorrei che adesso ci fosse Taehyung, al mio fianco. Lui saprebbe, di certo, cosa fare per tirarmi su di morale.

Magari mi avrebbe raccontato una barzelletta delle sue, oppure avrebbe pensato a cosa mangiare a cena, avrebbe sfottuto sua madre facendole il verso, avrebbe posato le sue labbra sulle mie o avrebbe anche solo sorriso.

Tutto quello che avrebbe fatto mi avrebbe riportato il buon umore, scacciando via questa odiosa tempesta stanziata nel mio cuore e nello stomaco.

Ma lui non c'è, lui non è più qui.

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