17. -Ultima notte

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"Io vado via" Annuisco alla sua affermazione e lo osservo.
Il suo volto sbianca e mi fissa con gli occhi spalancati.
"Ho perso le chiavi di casa..." Guarda davanti a se non sapendo che fare.

"Puoi sempre restare con me, Alan..." Sembra non fare caso alla mia affermazione, e benedico il cielo di questa cosa.
Ma poco dopo sembra rielaborare e pensarci su.

"Ne sei proprio sicura?"
"Te l'ho chiesto io" Mi schiarisco la gola con la speranza di non avere un'esaurimento davanti a lui.

"Lo faccio, ma dovrai fare ciò che dico."
Vivo con i miei genitori, perciò dovrò fare tutte cose in modo segreto e tu dovrai ascoltarmi." Lui unnuisce.

"Cosa devo fare, mademoiselle?" Si avvicina a me e mi osserva abbassando gli occhi su di me.
"Una doccia, io cerco di procurarti dei vestiti e nel frattempo ti libero un posto per dormire."
Lui si acciglia confuso.

"Una doccia?"
"Fai come se fossi una ragazza che è appena stata invitata dal ragazzo che le piece ad un appuntamento, vai a prepararti." Lo afferro per la mano e lo porto in bagno.

"Quì c'e accappatoio e ciabatte, tra poco ti porto i vestiti. Non essere lento." Esco dal bagno e vado verso la camera dei miei.

Afferro una camicia e un pantalone nero.
Forse è elegante...
Tiro fuori dall'armadio una mia felpa, presa accidentalmente in un negozio maschile e una tuta nera.

Li porto nella mia stanza e nel frattempo cambio le lenzuola del mio letto con delle lenzuola pulite e profumate.

Prendo nuovamente la camicia e i pantaloni, per poi portarli ad Alan.
Sbadatamente entro senza bussare e per fortuna era con l'accappatoio addosso.

Ma le mie guance si tingono ugualmente di rosso.
Mi copro il volto e con una mano cerco di dargli i vestiti.
"Scusa non-"
Alza il sopracciglio e poi dice "Davvero, Nicolaya?" Avanza verso di me e mi sussurra all'orecchio "Mi hai persino toccato e adesso ti vergogni?"

"Oh andiamo, smettila Alan!" Faccio per uscire ma fa scontrare il mio corpo con il suo, ancora bagnato.
Mantengo lo sguardo verso il basso, terribilmente imbarazzata dalla situazione.

"Ei guardami." Mi alza il volto e abbassa il suo verso di me.
"Sei imbarazzata?" Ride a poi mi stampa un bacio lento e dolce sulla guancia, mentre con il pollice mi accarezza l'altra.

"Smettila mi fai..." Le parole mi restano in bocca quando noto il suo aspetto.
Ha ancora qualche goccia che gli scende sul volto e le labbra gonfie e rosse.
I suoi capelli sono bagnati e una collana oro gli circonda il collo.
Riesco a vedere i suoi occhi, senza nessuna lente che interrompe il completo contatto visivo tra i miei e i suoi.

Deglutisco a vedere una goccia rigargli lentamente la guancia.
"Ti faccio?..." Ride e si avvicina.
"N-nulla" Balbetto e deglutisco nuovamente.
"Dimmelo." Scuoto la testa ed esco fuori dalla stanza.

Lascio un sospiro e velocemente mi vesto anch'io, pochi minuti dopo, senza rendermene conto, Alan è dietro di me intento ad aggiustarsi le maniche della camicia.

"Amore, potresti aiutarmi?" Sottolinea la parola 'amore' ed io vado verso di lui.
"Certo, tesoro."

"Ti porto a fare un giro." Dice mentre mi osserva aggiustargli la camicia.
"Mi basta che siamo fuori casa prima dell'arrivo dei miei genitori, Alan. Sul serio, passerei seri guai." Mi allontano e una volta essermi girata verso lo specchio, lui tiene i suoi occhi fissi su di me.

Mi appoggia le mani suoi fianchi e mi abbraccia da dietro.
Inizia a baciarmi il collo, mentre io accarezzo una delle sue mani.
"Non devi mai rischiare per me, sia per un futile o serio motivo."

"Questo potrà anche essere qualcosa di banale, ma non voglio che ti mettano in punizione, o cose simili, per me." Mi lascia un bacio sul collo e poi scende di sotto.

Lo seguo, mi aiuta nel sistemare le ultime cose e poi entro in macchina.
"Ti porto in un bel luogo."
"Non dirmi nulla!"

Durante il viaggio, lui si limita a ridere e a commentare i momenti in cui sbagliavo le parole del testo.
Come un imbecille abbassavo lo sguardo e facevo finta di non aver mai aperto bocca.

"Hai frnut o'concert?"
"Gne gne gne"

Guardo fuori dal finestrino e noto un locale enorme.
"Scendi, mademoiselle"
Faccio come dice e poi mi circonda la vita da dietro.
"Scusa, ma le buone maniere mi hanno abbandonato da piccolo." Ridacchio e osservo i suoi occhi fissi sul locale e il suo sorriso a trentadue denti.

Divento rossa per la nostra poca lontanza e cerco di spegnere lo sguardo innamorato che sicuramente adesso sto indossando.

Senza rendermene conto, siamo entrati e lui parla velocemente con il cameriere.
Ci sediamo al tavolo che ci hanno assegnato e molto tranquillamente iniziamo un dialogo.

The change [COMPLETA] ||Geôlier.حيث تعيش القصص. اكتشف الآن